Jean Daniel Bensaid


Francesco Cecchini


Jean Daniel Bensaid nato a Blida, Algeria, il 21 luglio 1920 è morto a Parigi il 19 febbraio 2020, a 99 anni. Fondatore del settimanale francese Le Nouvel Observateur. Della morte ha dato notizia Dominique Nora, direttrice della redazione dell’Obs. È con grande emozione e grande tristezza che abbiamo appreso della morte del nostro amato co-fondatore Jean Daniel di notte, all’età di 99 anni. Un testimone eccezionale e impegnato, “Jean”, come lo chiamiamo, ha profondamente segnato la nostra storia e quella del giornalismo. Aveva la preoccupazione costante del lettore. Sappiamo quanti di voi vi sono attaccati. I nostri pensieri sono con la sua famiglia e i suoi cari, in particolare sua moglie Michèle e sua figlia, la nostra amica Sara, in questo momento doloroso. “L’Obs”, ovviamente, le dedicherà la sua prima pagina la prossima settimana, con uno speciale quaderno di 48 pagine. Questo supplemento sarà disponibile domani in formato digitale per i nostri abbonati. E puoi già trovare la maggior parte di questi articoli sul nostro sito web. Per prima cosa ripubbliciamo archivi emblematici, come questo primo editoriale del “Nouvel Observateur”, scritto cinquantacinque anni fa, o questo articolo in cui parlava dei grandi scrittori della sua vita: Gide, Camus, ovviamente, che considerava l’incontro strutturante della sua personalità, o addirittura il suo amico e compagno di viaggio Milan Kundera….Nelle prossime settimane, presenteremo sul nostro sito web le più grandi interviste condotte da Jean Daniel. Molti di voi oggi gli hanno rivolto alcune parole. In questo momento molto speciale, vorremmo darti anche la parola. Quindi, puoi rivolgere le tue considerazioni a:
lecteurs@nouvelobs.com
Jean Daniel, algerino e cittadino francese, partecipò in Francia alla lotta contro il nazifascismo. Nel 1954 scrisse il suo primo articolo per “L’Express”, che gli chiese di coprire la guerra in Algeria e furono importanti i suoi articoli, durante la guerra di liberazione nazionale, di denuncia dell’opressione e delle torture al popolo algerino da parte del neo colonialismo francese. Da allora iniziò un lavoro di informazione e di interviste che ha segnato la storia del giornalismo. Un esempio. Poco dopo l’indipendenza dell’Algeria, in un articolo per L’Express del 7 dicembre 1963 dal titolo Ero con Fidel Castro quando JFK fu assassinato raccontò quando ascoltarono alla radio l’assassini di Kennedy. Kennedy aveva incaricato Jean Daniel di portare a Fidel Castro un messaggio di distensione per la pace tra Cuba e Stati Uniti.

Aveva l’arte o il dono di essere nel posto giusto al momento giusto e il racconto di questo incontro fece il giro dell mondo.
Inoltre Jean Daniel nel suo libro Le temps qui reste racconta quei giorni passati in compagnia di Fidel Castro.

Jean Daniel e Fidel Castro nel 1963


Jean Daniel è stato amico di molti intellettuali e scrittori tra i quali André Gide, Milan Kundera e Albert Camus anche lui algerino.
Nel 1947 fondò la rivista culturale “Caliban” e ben presto conobbe Albert Camus, che al tempo dirigeva “Combat”, fu l’inizio di un’amicizia e di un confronto intellettuale profondo e spesso con contrasti. Jean Daniel, da giornalista che riflette anche sulla filosofia grazie al ricodo dei suoi rapporti con l’autore di Lo Straniero scrisse nel 2006 per Gallimard Avec Camus. Comment résister à l’air du temps. Il saggio è pubblicato nel 2009 in Italia da Mesogea con il titolo Per resistere – con Camus all’aria del tempo. Prefazione di Claudio Magris. Comunque l’incontro è raccontato dallo stesso Jean Daniel nel 1953. Mi occupo di una rivista. Titolo: Caliban. Telefonata. «Parla Camus». Una voce che, allora, faceva venire brividi demozione, come quella di Gérard Philipe. Conoscevo solo la sua voce. Volevo conoscere lui. Ma avevo paura: dessere deluso, di deluderlo. Ero proprio come un innamorato. Camus, allepoca, aveva unaura immensa. Alla pubblicazione de Lo straniero si aggiungeva il prestigio morale del suo impegno in Combat; la relazione con Maria Casarès lo investiva dellalone del seduttore e Gérad Philipe — incarnazione stessa della bellezza in Terra — interpretava a Parigi il suo Caligola. Insomma, per la mia generazione, Camus era diventato un dio.
Jean Daniel ha avuto un rapporto di grande stima ed affetto con K.S. Karol, editorialista, corrispondente estero di Le Nouvel Observateur e marito di Rossana Rossanda. Stima ed affetto che sono durati per vent’anni. Lo racconta in una lettera a Rossana Rossanda in occasione dellamorte di K.S. Karol. Dove tra l’altro scrive:
Cara Rossana, la mia esitazione a pronunciare le parole che seguono è venuta meno quando ho visto il conforto, pur modesto, che sono ancora in grado di recarti. In un primo momento avevo rifiutato, perché lepoca ci rende fragili, e anche perché se ne stanno andando tutti, riempiendoci di ricordi che sono altrettante ferite. Cè anche il fatto che Karol ci ha abbandonati dopo tantissimo tempo. Non ci ha lasciati, ma non possiamo più rivolgerci a lui come prima e, sai bene che se siamo qui, non è per lui che è troppo lontano, ma per noi che siamo pieni della sua vita.
Il link con la lettera è il seguente:
https://ilmanifesto.it/il-nostro-karol/

K.S. Karol
Le esequie di Jean Daniel, eroe giornalista miltante della verità, avverranno al Museo Des Invalides, un riconoscimento riservato agli eroi.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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