Manifestazio del 21 febbraio 2020 ad Algeri

Francesco Cecchini


L’ Algeria venerdì 21 febbraio 2020 ha celebrato il primo anniversario di Hirak, il movimento di popolo che ha abbattuto Abdelaziz Bouteflika. Per la 53a settimana di fila, i manifestanti si sono mobilitati in tutta l’Algeria, ad Algeri, Orano, Tizi Ouzu ed altre città, per far sentire la loro voce ed esigere un cambiamento del sistema politico
Se l’ hirak mantiene la sua energia e la sua capacità di mobilitazione la partita con il sistema non è ancora vinta, anzi.
Lo scrittore Kamel Daoud, sempre a fianco dell’ Hirak, lo scorso gennaio ha parlato di un fallimento temporaneo del movimento: i militari sempre al comando, una vecchia guardia politica al potere, un movimento sopratutto urbano, ma poco diffuso nelle campagne. Le osservazioni di Kamel Deoud devono far riflettere circa l’ Hirak, nelle sue differenti componenti.

Kamel Daoud a una manifestazione dell’ Hirak


Un momento importante di riflessione poteva essere la Conferenza Unitaria organizzata lo scorso giovedi 20 febbraio, ma le Autorità algerine l’hanno proibite. Gli organizzatori hanno pubblicato il 22 febbraio un documento che richiama i principi e i valori dell’Hirak e sicuramente in tempi brevi riproporranno l’iniziativa.
Il documento può essere letto in un’articolo pubblicato da Sputnik News.
Il link con il documento è il seguente:
https://fr.sputniknews.com/maghreb/202002201043103594-le-pouvoir-algerien-interdit-une-conference-du-hirak/
“Lyoum chaab – Liberate Algeria” (oggi il popolo libererà l’Algeria), è il canto di un collettivo di artisti algerini, nato dopo il 22 febbraio, per denunciare la candidatura di Abdelaziz Bouteflika per un quinto mandato. E’ diventato l’inno dell’ Hirak che viene cantato nelle marce del venerdì e del martedì. Il link con la canzone è il seguente:


La cantante che fa parte del colettivo di artisti voce e coautrice della canzone ogni venerdì scende in piazza in quanto cittadina ed artista.
Nel settembre del 2019 Amel Zen ha composto e cantato una nuova canzone “À laube de la liberté”, sempre una canzone per l’ Hirak

Amel Zen

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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