Dopo la clamorosa elezione e le successive dimissioni di Thomas Kemmerich, il candidato di Die Linke, Bodo Ramelow, ha riconquistato il governo della Turingia, seppur senza la maggioranza assoluta dei consensi, almeno fino ad aprile.
In una Germania che si vuole moderata e Paese delle grandi coalizioni, il voto tenutosi ieri in Turingia ha visto la sfida tra i leader dei due partiti situati agli opposti estremi dell’emiciclo di Erfurt: da un lato, Bodo Ramelow, già ministro-presidente del Land orientale nella precedente legislatura e leader del partito di sinistra Die Linke, dall’altro il simpatizzante neonazista Björn Höcke, proposto dagli estremisti di destra di Alternativa per la Germania (Alternative für Deutschland, AfD).
Alla fine, i legislatori della Turingia si sono espressi in favore di Ramelow, che ha incassato il sostegno degli altri due partiti di centro-sinistra presenti nel Landtag, il Partito Socialdemocratico di Germania (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, SPD) e gli ecologisti di Alleanza 90/I Verdi (Bündnis 90/Die Grünen), riproponendo la stessa alleanza di governo che aveva permesso a Ramelow di governare per l’ultimo quinquennio.
Ramelow non era riuscito a ottenere la maggioranza nei primi due round di votazione in uno situazione di grande divisione e senza una chiara coalizione di maggioranza pronta a prendere il potere. Tuttavia, la legge della Turingia impone lo svolgimento di un terzo turno, nel quale vince chi ha il maggior numero di voti, senza la necessità di ottenere la maggioranza assoluta dei consensi. Il leader del partito di sinistra ha corso sostanzialmente senza opposizione al terzo turno, dopo che il controverso candidato di destra Björn Höcke si è ritirato dalla corsa, oramai certo della propria sconfitta. Dopo il voto finale, Ramelow ha rifiutato di stringere la mano di Höcke, noto per le sue simpatie nei confronti del regime nazista.
L’elezione di Ramelow è avvenuta anche grazie al tacito assenso degli altri due partiti di centro-destra, che questa volta non hanno voluto correre il rischio di ritrovarsi involontari alleati di Alternativa per la Germania, come accaduto invece con la precedente elezione di Thomas Kemmerich. L’Unione Cristiano-Democratica di Germania (Christlich Demokratische Union Deutschlands, CDU) ha scelto l’astensione, mentre i deputati del Partito Liberale Democratico (Freie Demokratische Partei, FDP) hanno deciso di non prendere parte alla seduta di voto.
Ramelow si ritrova così nuovamente ad occupare il posto di ministro-presidente della Turingia con 42 voti favorevoli sui 90 scranni che compongono l’emiciclo di Erfurt. Questo esito permette di porre fine alla crisi politica che si era aperta nello Stato al momento dell’elezione di Thomas Kemmerich, candidato del FDP, che però aveva ottenuto anche i voti di AfD, oltre che quelli della CDU. Le elezioni di Kemmerich hanno provocato forti proteste ed un’ondata di indignazione in tutta la Germania, essendo la prima volta dalla seconda guerra mondiale che un’elezione avveniva con il sostegno dell’estrema destra.
Come noto, l’elezione di Kemmerich ha causato anche una forte crisi interna alla CDU, con la cancelliera Angela Merkel che ha immediatamente redarguito i dirigenti di partito in Turingia. L’evento di maggior impatto è però stato rappresentao dalle dimissioni di Annegret Kramp-Karrenbauer, che ha abbandonato la possibilità di succedere ad Angela Merkel come nuovo capo del governo federale tedesco alle elezioni del prossimo anno.
Per permettere al nuovo governo di minoranza di far passare le proprie leggi, la CDU ha promesso di sostenere alcune iniziative legislative o di astenersi per permettere al governo di Ramelow di non trovarsi in minoranza. I cristiano democratici dovranno poi affrontare, nel mese di aprile, le elezioni interne per scegliere il nuovo leader del partito, mentre non è detto che la stessa Turingia non torni al voto per determinare una nuova maggioranza all’interno del Landtag di Erfurt.