Cos’è successo martedì

Nella notte italiana tra martedì e mercoledì, le primarie americane si sono raddrizzate, se così vogliam dire. Il favorito della vigilia, quel Joe Biden che aveva steccato a febbraio nelle prime quattro uscite, sta ora vincendo quasi ogni Stato e prende il largo.

Nel momento in cui si scrive, non abbiamo ancora i risultati di tutti i 6 distretti in cui sono stati aperti i seggi; nello Stato di Washington si è votato via posta e il conteggio è in corso, mentre nel North Dakota si è tenuto il caucus e, come abbiam visto nelle precedenti occasioni, in quel caso occorre più tempo per avere i risultati.

Abbiamo però le proiezioni per gli altri Stati in cui si sono tenute le primarie: Idaho, Michigan, Mississippi e Missouri. Ovunque ha vinto Biden. Pur concedendo la vittoria allo sfidante Bernie Sanders in uno o in entrambi i due Stati mancanti, il verdetto è netto e ciò, naturalmente, ricadrà sul numero dei delegati assegnati.

La situazione attuale

Solo i 3 M States, come sono chiamati in America, in cui si è votato, Michigan, Mississippi e Missouri, appunto, mettevano a disposizione il 63% dei delegati disponibili martedì. E in tutte e 3 le circoscrizioni ha vinto l’ex vicepresidente. Teniamo ben presente come, nel 2016, Michigan e Missouri furono contesi fino all’ultimo tra Sanders e Hillary Clinton, la quale vinse il Missouri per il rotto della cuffia e registrò la sua peggior sconfitta di quelle primarie in Michigan, laddove i sondaggi la davano travolgente. Questa volta, Biden può vantare un dominio netto, tanto che ha vinto con un vantaggio superiore al 10% in entrambi i distretti. La situazione ci appare ancor più chiara se pensiamo che in Mississippi (Stato non fondamentale, che assegna un totale di 63 delegati) Sanders potrebbe fallire la quota 15% delle preferenze e, dunque, accaparrarsi 0 voti provenienti da quello Stato alla convention. Si è aperta un’autostrada per Biden, martedì notte. Non è da escludere, a questo punto, che le nostre analisi potrebbero avere poco senso, nel giro di poche settimane. L’ex vicepresidente sembra ormai poterla virtualmente chiudere in breve tempo.

La percentuale del Mississippi è bulgara, con Biden dato sopra l’80%; in Missouri l’ex vicepresidente è al 60% mentre in Michigan conduce con il 53% e in Idaho ha quasi il 50%. I numeri di Sanders, in questo momento, non sono quelli di un candidato credibile. Certo, il senatore del Vermont potrebbe conquistare North Dakota e Washington (appare in vantaggio al momento in cui scrivo, ma non ancora abbastanza per essere incoronato vincitore) ma sono briciole per lui. Gli andò male anche durante il super martedì 3 marzo, vero, almeno però vinse l’importante California, ieri invece si è portato a casa ben poco.

Sanders è incappato di nuovo negli errori che lo condannarono 4 anni fa. E’ ancora nullo per i votanti di colore, quegli afroamericani che poco si fidano di un 78enne bianco, ebreo e sionista, proprietario di 3 case e di un cospicuo conto in banca, il quale ha vissuto gran parte della sua vita all’interno del palazzo del Congresso e parla di rivoluzione. Certo, Biden non è troppo differente in realtà, però è un politico di centro più che di sinistra e, soprattutto, è stato il vice di Barack Obama, naturalmente amatissimo dalla comunità afroamericana. Un altro grave problema per Sanders è l’astensionismo giovanile. Il senatore del Vermont è di gran lunga il candidato più stimato dagli americani che hanno meno di 40 anni; tale fascia, però, non va a votare. Per tal motivo, Sanders non riesce a capitalizzare il suo ampio consenso tra questi elettori.

Sembra piovere sul bagnato per il senatore del Vermont. La prossima settimana si vota in Arizona, Florida, Illinois e Ohio. Sono 4 Stati piuttosto popolosi, assegnano in totale circa 200 delegati e appaiono tutte zone franche per Joe Biden. Se dovesse vincerli tutti e 4 (come appare davvero probabile) magari con vittorie nette, avremmo già trovato lo sfidante di Donald Trump, a metà marzo. Le cose possono andare peggio? Naturalmente, poiché la settimana dopo si vota nella popolata Georgia, la cui componente etnica afroamericana è davvero vasta. Visto l’andazzo di Sanders e il prossimo futuro, è verosimile che Biden possa trovarsi a quel punto in fuga lanciata e festeggiare una nomination virtuale ad Atlanta.

Siamo al capolinea per Sanders?

E’ ancora presto per affermare con certezza che la corsa di Sanders sia terminata. Certo però, i segnali ci appaiono ormai incontrovertibili. Il candidato forte è Joe Biden e la gente è con lui.

C’è molta differenza tra le primarie e le presidenziali, ovviamente, dal momento che, in questi mesi, i repubblicani non stanno votando perché il candidato a novembre sarà Donald Trump, il quale non ha più contendenti. Ci sono state delle primarie farsa a febbraio in cui il presidente ha corso contro due senatori ma dopo essere stati massacrati in Iowa e New Hampshire, essi hanno optato per il ritiro.

La domanda che sorge spontanea ora è se Joe Biden sia electable, ovvero se abbia qualche speranza contro Trump a novembre. Il presidente appare ben più forte ora come ora, eppure le sistematiche vittorie di Biden (ha dominato le ultime tre tornate di primarie) e l‘allargamento del suo consenso fanno ben sperare, per il Partito Democratico. Biden piace ai non bianchi (dunque non solo gli afroamericani) istruiti e non, ovvero sia a chi ha frequentato il college sia a chi non l’ha fatto. Questo sorprende poco. Sorprende invece di più che piaccia sia ai bianchi che hanno fatto l’università sia a quelli che non l’hanno fatta (ma questo lo diciamo sottovoce, poiché sono proprio questi gli elettori di Trump). Ai dem interessa soprattutto questo: schierare una persona che possa sconfiggere il presidente. Per il momento, non crediamo la abbiamo. Qualora Biden, però, dovesse mettere d’accordo molti, come sembra in grado di fare attualmente, sarebbe un’ottima cosa per il partito dell’elefante.

Di Mattia Mezzetti

Mattia Mezzetti. Nato nel 1991 a Fano, scrive per capire e far capire cosa avviene nel mondo. Crede che l’attualità vada letta con un punto di vista oggettivo, estraneo alle logiche partitiche o di categoria che stanno avvelenando la società di oggi. Convinto che l’unica informazione valida sia un’informazione libera, ha aperto un blog per diffonderla chiamato semplicemente Il Blog: http://ilblogmm.blogspot.it.

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