VULNERABILITA’ DEL BEL PAESE. E’ BASTATO UN VIRUS

Non sto a pronunciarmi su un virus non più grave di altri che abbiamo conosciuto nel passato. Letale, se non curato prontamente, per una certa classe d’età con problematiche polmonari o cardiovascolari, ma presumibilmente non più preoccupante di una normale sindrome influenzale per chi può dispone, oltre che di adeguate difese immunitarie e di un buon stato di salute, di una sana alimentazione ( il problema reale sta proprio qui: nell’indigenza di milioni di nostri concittadini che non hanno bisogno del coronavirus per essere a rischio di patologie, di sofferenze fisiche, di morte)

Preferisco invece esprimermi su come questa emergenza abbia evidenziato lo stato di degrado politico ed economico di un Paese che da quaranta anni rotola sempre più in basso e naturalmente entra in panico, dato l’abbattimento della sovranità economica e monetaria che renderebbero maggiormente aggredibile lo stato di crisi che si è venuto a creare con l’epidemia del coronavirus..

Dobbiamo a giganti della politica e della finanza come Prodi, Draghi, D’Alema, Ciampi, Andreatta…le prime iniziative per l’abbattimento della democrazia, del feroce conflitto contro le lotte dei lavoratori, del ridimensionamento della scuola pubblica, dell’Università, della sanità pubblica, della ricerca, della mutazione della Banca d’Italia in una società privata( dove i controllati sono controllori)…e naturalmente un avvicinamento sempre più stringente alla costruzione di un’oligarchia sovranazionale antidemocratica che dall’alto facilitasse l’egemonia delle dottrine nefaste del neoliberismo che in una prima fase hanno desertificato il meridione d’Europa e in una seconda fase (quella cui stiamo assistendo) desertificheranno tutto il continente europeo…

Mentre il Dow Jones, il più noto indice azionario di borsa di New York ha avuto un tonfo del 7% interrompendo le negoziazioni, a dimostrazione del panico creatosi a livello planetario sul futuro dell’economia 1), la Cina è riuscita magistralmente a contenere la diffusione del contagio e sta già avviando il suo enorme potenziale economico, anche se non mancano le giuste cautele prudenziali relative ad una seconda ondata diffusiva del coronavirus.2)

Tale contrasto evidenzia l’incapacità del capitalismo neoliberista, anche in economie ben più forti di quella italiana. di affrontare a beneficio delle popolazioni, una qualsiasi emergenza, data la precarietà perenne del modello capitalista sempre alle prese con la caduta tendenziale del saggio di profitto e del sottoconsumo. La Cina che dispone della sovranità politica, può liberamente disporre di manovre monetarie di notevoli dimensioni perché la sua banca centrale è pubblica, perché può usufruire di una pianificazione che non spreca risorse, perché i settori trainanti sono in mano pubblica, perché l’impresa privata concorre alla gestione generale della crescita economica.

Da qui la preoccupazione di Pierre Haski ” Mentre il resto del mondo continua a sprofondare nell’epidemia e nella conseguente crisi economica, RISCHIA di rafforzarsi il ruolo della Cina”3)

Ma ritorniamo ad un fragile coccio dell’impero occidentale a trazione USA/Israele: L’aiuola dantesca, là dove il sì suona, l’Italia.
Nel 1980, nel Bel Paese, i posti letto per cure intensive era di quasi 1 su cento abitanti. Oggi, grazie soprattutto al Fiscal compact e ad altri “contratti” con l’Unione Europea, che ci “hanno” obbligato ad una severissima austerity, i posti letto sono diventati 1 su 400.4) Naturalmente la stessa devastante dinamica ha riguardato presidi sanitari e ruoli professionali. 37 miliardi “trafugati” alla sanità e la mancanza di ingenti investimenti nella ricerca pubblica determinano la situazione attuale che conduce il personale ospedaliero, in mancanza di macchinari adeguati e di strumentazione sanitaria sufficiente, a scelte dolorose, come è già successo in Lombardia, come dover decidere le precedenze alle cure, ad un letto…

epa08274546 People wearing masks for the train at the high-speed railway station in Shenzhen, Guangdong province, China, 06 March 2020. The coronavirus and COVID-19 out break has claimed the lived of more than 3,200 people globally. EPA/ALEX PLAVEVSKI

Il panico che colpisce i governanti italici riguarda proprio i deficit strutturali del sistema sanitario…qualora i contagi anche di malati non gravi si acuissero, dove li sistemiamo, da chi li facciamo assistere e curare, da chi possiamo elemosinare mascherine, aspiratori, ventilatori? “60 milioni di contagiati” ci profetizza un fisico di chiara fama che usa la matematica in uno spazio iperuranio. Bastano molti di meno. La speranza è che non si raggiunga un picco insopportabile ma che i contagi siano spalmati nel tempo…

“iIl miglior sistema sanitario d’Europa e del mondo”. Così ci dicono Bonaccini e Speranza. Forse. Ma quaranta anni fa.

Ora sarebbe opportuno, dato che sono vietate le manifestazioni, una mobilitazione, almeno via web, che premesse con grande energia nei confronti del governo perché non contratti con il Padrone europeo per sette miliardi e mezzo. Troppo pochi allo stato attuale. Sono necessari per l’emergenza (che non è solo sanitaria) almeno 30/40 miliardi. Salvini, da quel trombone che è. ora che non è al governo, ciancia di settanta miliardi(buffone).

E sarebbe opportuno che governo e media la smettessero di giuocare un giorno al panico e il giorno successivo alle rassicurazioni, ma si trasformassero in strumenti di informazione pacata e di suggerimenti pratici, oltre che di direttive obbligatorie
Forse è vero, come dice Zaia, governatore, intellettuale, virologo, orientalista che i cinesi mangiano topi vivi, ma forse è bene che qualcosa, almeno sul coronavirus, la imparasse da loro.

Pubblicato anche su l’interferenza 

NOTE
1) Alessandro Guardamagna “ Il miglior sistema sanitario d’Europa” in “Come don Chisciotte” 10/3/20
2) Pierre Haski “La Cina potrebbe uscire rafforzata…” in “Internazionale” 10/3/20
3) Pierre Haski op. cit.
4) Fabio Conditi “Il coronavirus è un’arma letale…in “Come don Chisciotte” 8/10/20

Di Antonello Boassa

Contro le guerre imperiali innanzitutto, contro le guerre valutarie e del debito, contro le politiche neoliberiste. Contro lo sfruttamento dei lavoratori e dei popoli, contro la devastazione del pianeta, in difesa dello stato sociale e della libertà e dell'uguaglianza sociale di tutte e di tutti, in difesa del mondo animale, Antonio scrive anche per L'Interferenza

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