Coronavirus, Mattarella: “L’Italia ha bisogno della solidarietà dell’Europa, non ostacoli”
Emergenza coronavirus, Sergio Mattarella chiede all’Unione Europea “iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”. Secondo le recenti stime del governo, entro il 18 marzo dovrebbe arrivare il picco di contagi, dopodiché inizierà la fase “calante”, che dovrebbe portare ad una “normalizzazione” del fenomeno epidemiologico.
Solidarietà, e non ostacoli. Questa la richiesta del presidente Sergio Mattarella all’Unione Europea. Con l’Italia impegnata nel fermare l’epidemia di coronavirus, la speranza è che da Bruxelles non arrivino misure che possano “ostacolare” l’Italia, già messa a dura prova da questo momento di massima difficoltà, con l’intero paese in zona rossa e un lockdown sempre più vicino.
“L’Italia sta attraversando una condizione difficile e la sua esperienza di contrasto alla diffusione del coronavirus sarà probabilmente utile per tutti i Paesi dell’Unione Europea”, ha spiegato Sergio Mattarella in una nota ufficiale diffusa dal Quirinale, “si attende quindi, a buon diritto, quanto meno nel comune interesse, iniziative di solidarietà e non mosse che possono ostacolarne l’azione”. Il paese, infatti, sarà chiamato a fare ulteriori sacrifici nei prossimi giorni per cercare di contrastare il Covid-19: secondo le recenti stime del governo, il numero di contagiati totali in Italia potrebbe essere di circa novantaduemila persone, ma allo stesso tempo si prevede che il picco di nuovi casi venga registrato il 18 marzo, con quasi 4.500 nuovi casi al giorno. Poi, sempre secondo le attuali stima, la curva dei contagi inizierà a scendere per tornare sotto i mille casi giornalieri a inizio aprile. E dunque, inizierà il percorso di “uscita” dal tunnel nel quale sembra essere precipitata quasi per caso appena tre settimane fa, quando venne registrato il primo caso di un italiano infetto dal coronavirus. In venti giorni, i contagiati sono diventati rapidamente quasi quindicimila, con oltre mille morti ed altrettanti guariti.