Mentre in Europa si approfondisce la crisi sanitaria per la pandemia di covid-19 ,in Italia gli operai prendono posizione in centinaia di aziende del settore metalmeccanico e della logistica: la nostra vita vale più dei loro profitti!
Dopo gli scioperi negli impianti FCA nei giorni scorsi la multinazionale ha deciso per la chiusura delle fabbriche di Melfi, Pomigliano, Cassino, Mirafiori, Grugliasco e Modena fino al 27 marzo. Stessa decisione per Hitachi Rail dopo gli scioperi nello stabilimento di Pistoia. La Avio Areo di Pomigliano d’Arco, GKN di Firenze, Electrolux di Forlì, le acciaierie di Terni, Ilva e altre decine di fabbriche a Vicenza, Verona, Padova e in tutto il nord Italia devastato dal contagio del coronavirus si sono fermate spontaneamente richiedendo tutti i dispositivi di sicurezza previsti dai decreti ministeriali.
Sciopero alla fabbrica Piaggio di Pontedera
La situazione nei magazzini della logistica è invece del tutto peculiare, solo ieri da Napoli a Milano, passando per Roma, Ascoli, Ancona, Firenze, Bologna, Piacenza, Modena e tutti gli altri nodi logistici del paese sono partiti una serie di scioperi che hanno interessato tutte le filiere della distribuzione e trasporto merci: BRT, TNT, SDA, GLS, UPS, DHL, XPO e ancora altre, la rivendicazione dei sindacati Si Cobas e Adl Cobas è quella di chiudere tutte le aziende non essenziali in questo momento per prevenire il contagio il più possibile, ma a salario pieno. L’USB ha indetto un pacchetto di 36 ore di sciopero per i metalmeccanici e 48 ore per la logistica con lo stesso obiettivo.
La classe operaia si sta, in maniera ancora confusa e disomogenea, muovendo sotto la spinta della rabbia di chi sa di essere il soggetto che produce tutta la ricchezza del paese ma anche quella che si ritrova sempre in prima linea in situazioni di emergenza, quella che subisce i contraccolpi più pesanti ma che ha meno voce e possibilità di farsi sentire nella società. Questa settimana sarà cruciale per il proseguo delle mobilitazioni e delle proteste.
In un momento di crisi la reazione degli operai e delle operaie ha mostrato sicuramente una certa mancanza di coordinamento dovuta soprattutto alle posizioni opportuniste e attendiste (quando non compromesse con la linea padronale) della triplice confederale, ma ha anche mostrato quanto “potere contrattuale” reale abbiano ancora i lavoratori nei confronti di aziende e governo, quanta forza ancora riescono ad esprimere a difesa di se stessi e, specie di fronte a un’emergenza come quella della crisi sanitaria, di tutte le masse popolari schiacciate dai capitalisti.
Driver GLS Modena si astengono dal lavoro
Oggi, di fronte a questa prima ondata di astensioni dal lavoro, la parola d’ordine deve essere quella di estendere e generalizzare la lotta contro i padroni che non si fanno problemi nel mettere a rischio la vita di migliaia, potenzialmente decine e centinaia di migliaia di persone, coperti da burocrazie sindacali e governo, pur di non fermare le produzioni non essenziali per continuare a fare profitto.
A questa barbarie rispondiamo: la nostra vita vale più dei loro profitti!
Gli operai non sono carne da macello!