Ultimi risultati
“E’ stata un’ottima nottata” ha affermato Joe Biden, dalla sua residenza a Wilmington, nel Delaware. Le primarie di martedì, strette nella morsa della minaccia coronavirus, lo hanno visto trionfare ovunque, com’era prevedibile ed ampiamente annunciato nei sondaggi. La campagna di Biden ha vissuto una notte di conferme, le quali lo lanciano sempre più verso la nomination democratica per la gara presidenziale con Donald Trump.
Martedì 17 si è votato in 3 Stati: Arizona, Florida e Illinois. Si sarebbe dovuto andare ai seggi anche in Ohio ma l’appuntamento è stato rimandato a data da destinarsi causa coronavirus. In Florida Biden ha stravinto, guadagnandosi il 62% delle preferenze; in Illinois ha dominato sfiorando il 60% mentre in Arizona si è dovuto accontentare, per così dire, del 42%. In nessuna delle tre circoscrizioni, Bernie Sanders, l’unico vero sfidante rimasto, ha rappresentato un avversario degno di nota. Nonostante la vittoria, ottenuta dal senatore del Vermont, nel territorio delle Marianne Settentrionali, un distretto politicamente aggregato a Washington che assegna 6 delegati, la sua campagna pare aver già imboccato il Viale del Tramonto. Resta ora da vedere se Sanders accetterà di buon grado la sconfitta, appoggiando Biden come ha affermato avrebbe fatto nel corso dell’ultimo dibattito a Phoenix, o se si comporterà come Gloria Swanson nell’omonimo film, rifiutandosi di accettare il verdetto del tempo. Ci auguriamo di no, tale comportamento sarebbe solo nocivo alla campagna del Partito Democratico, che appare già molto complicata.
Incertezza sul futuro
A questo punto, forte di 1093 delegati contro gli 802 del suo sfidante, Biden non attende altro che la certezza matematica di essere nominato. Gli occorrono però ben 1991 delegati per avere la maggioranza alla convention, per cui la strada è ancora lunga per l’ex vicepresidente. Ora poi, si è fatta anche impervia. Naturalmente, infatti, le misure per contrastare la diffusione del virus stanno ostacolando queste primarie. Come si è già detto, l’Ohio ha rimandato all’ultimo la sua tornata elettorale, per timore di diffondere il contagio, lo stesso ha fatto la Georgia, Stato nel quale si sarebbe dovuto votare martedì prossimo, il 24 marzo. Una simile decisione è stata presa dalla Louisiana; nello Stato di New Orleans si sarebbe dovuto andare alle urne il 4 aprile. Non lo si farà prima di giugno.
Le date nelle quali proseguiranno le primarie, dunque, appaiono al momento incerte, per cause di forza maggiore. Si auspica che si possa continuare a votare senza troppe complicazioni, magari a seguito di un affievolimento del patogeno; per come stanno le cose, è abbastanza chiaro chi sarà il candidato dem alle elezioni di novembre, è però meno chiaro quando si potrà avere l’ufficialità della sua nomina.