Iván Duque e Álvaro Uribe
Francesco Cecchini
Il COVID-19, oltre il mondo e tutta l’ America Latina ha invaso anche la Colombia, dove lo scorso 6 marzo c’è stato il primo caso. In un rapporto Il Ministero della sanità e della protezione sociale pubblicato il 21 marzo ha informato che la Colombia è passata da 196 infetti sabato mattina a 210 nella notte dello stesso giorno. Il dipartimento più colpito, compresa la sua capitale Bogotá, è Cundinamarca con 96. Valle del Cauca e Antioquia sono le regioni che seguono l’elenco con 26 e 25, rispettivamente. La negligenza per anni del sistema sanitario pubblico e in molte aree l’ assenza di qualsiasi assistenza medica ora fa pagare un alto prezzo.
L’ inquietante progresso del coronavirus nel paese ha prodotto un effetto politico inaspettato. Il senatore di sinistra, Colombia Humana, Gustavo Petro è d’accordo con il suo principale avversario, l’ex presidente Álvaro Uribe del Centro Democratico sulle misure da prendere.
La situazione è stata raccontato da Francesca Caprini della ONG Yaku, che da anni opera un quel paese, in un articolo di Tiziano Grottolo pubblicato dal quotidiano Il Dolomiti. “In Colombia si sono registrati un centinaio di contagi ma preoccupano le condizioni precarie dei 12 milioni di abitanti ammassati nella capitale. Si sono verificate tutte le fasi che avete visto in Italia, solo che qui è successo tutto molto più velocemente. Lescalation ha avuto tempi velocissimi, da un giorno allaltro sono state chiuse scuole, musei, uffici, gran parte dei voli sono stati cancellati. Oltre al virus però spaventa anche la sospensione dei diritti democratici.”
Il link con l’articolo è il seguente:
https://www.ildolomiti.it/societa/2020/coronavirus-ci-hanno-tenuto-per-ore-ammassati-gli-uni-sugli-altri-un-volo-fermato-perche-eravamo-italiane-lodissea-per-rientrare-in-trentino-dalla-colombia
Il popolo colombiano oltre del coronavirus deve liberarsi del presidente Iván Duque e del senatore ed ex presidente Álvaro Uribe, i principali nemici della pace in Colombia, campioni in attività di corruzione ed altro.
Álvaro Uribe è indagato in decine di processi. Solo tra il 2002 e il 2010, anni in cui è stato presidente colombiano, sono state presentate 186 accuse contro di lui per varie illegalità. Inoltre vi sono anche quelli collezionati negli anni 90 quando era governatore ad Antiochia. Corruzione, legami con il paramilitarismo, interessi nel traffico di stupefacenti, omicidi selettivi, omicidi di massa e persino spionaggio elettorale, sono le indagini alle quali è stato o è sottoposto.
Uno delle indagini più famose è stata sulle uccisioni nelle città di El Aro, La Granja e San Roque, oltre all’assassinio di un avvocato. Il fatto è stato attribuito al gruppo paramilitare di Autodefensas Unidas de Colombia, con sede ad Antioquia, in un momento in cui Uribe era il governatore del dipartimento. Nel 2008 diversi ex paramilitari hanno dichiarato che Uribe Vélez partecipò alla pianificazione e organizzazione dei fatti. Inoltre, l’ ex comandante paramilitare Salvatore Mancuso testimoniò che Uribe era a conoscenza del massacro. Aggiunse inoltre che il segretario del governo Uribe era con il gruppo armato illegale e durante i fatti l’esercito colombiano li ha aiutati su richiesta dell’allora governatore, il tutto secondo la Commissione Colombiana dei Giuristi. Nonostante questi elementi, l’inchiesta non ha avuto successo, per perdita delle prove e persino per l’omicidio di un possibile testimone, un ex paramilitare di nome Francisco Villalba.
In questi giorni, ci sono due processi contro Uribe che focalizzano l’ attenzione dell’opinione pubblica: il caso di tangenti a ex prigionieri paramilitari in modo che non lo leghino al paramilitarismo; e quello relativo all’acquisto di voti a favore di Duque, noto come “Ñeñepolítica”. Il primo è quello che è stato, nella fase delle indagini da dicembre 2019, qualcosa di senza precedenti nella storia dell’ ex presidente. Tuttavia, analizzando l’elenco dei procedimenti da svolgere indicato dalla Corte suprema per il miglior chiarimento delle indagini, c’è ancora tempo sufficiente per raggiungere una risoluzione al riguardo. Per quanto riguarda la sua partecipazione alla presunta frode elettorale a favore del presidente Iván Duque, la Corte suprema non ha esitato ad avviare una nuova indagine, che parla della forza che le registrazioni rivelate hanno come materiale probatorio.
Uribe, NarcoÑeñe e Duque