Si è conclusa due giorni fa con la partenza dall’aeroporto di L’Avana di quattro aerei inviati dalla Gran Bretagna la vicenda dei 1.062 passeggeri e membri dell’equipaggio della nave da crociera MS Braemar della compagnia britannica Fred Olsen Cruise Lines, che ha ottenuto l’autorizzazione ieri di attraccare nel porto di Mariel a Cuba, dopo il rifiuto di poterlo fare la settimana scorsa a Barbados e nelle Bahamas. Via Twitter, il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodríguez, ha confermato che “si conclude il ritorno in Gran Bretagna dei passeggeri della nave da crociera Ms Braemar.
Alla richiesta dei attracco aveva prontamente risposto il ministro degli Esteri cubano con questa dichiarazione: ” Questo è il momento della solidarietà, della tutela della salute come diritto umano essenziale, della cooperazione internazionale per affrontare insieme le nuove sfide, principi fondanti della nostra visione umanista della Rivoluzione e del nostro popolo”.

Parte integrante nella riduzione del numero di decessi in Cina è attribuibile a un farmaco antivirale cubano, Interferone Alpha 2b. Il farmaco, secondo lo specialista cubano di biotecnologie Dr. Luis Herrera Martinez, “previene l’aggravamento e le complicanze nei pazienti, che fanno raggiungere quella fase che alla fine può portare alla morte”. È stato prodotto in Cina dal 2003 in collaborazione con l’industria farmaceutica cubana di proprietà statale. Gli interferoni stanno “segnalando” le proteine, spiega la dott.ssa Helen Yaffe dell’Università di Glasgow, esperta di Cuba. Queste proteine sono prodotte e rilasciate dall’organismo in risposta alle infezioni e avvisano le cellule vicine di aumentare le loro difese antivirali. Non è una cura o un vaccino per COVID-19, ma piuttosto un antivirale che rinforza il sistema immunitario umano. Cuba lo ha usato per combattere i focolai della febbre dengue, un evento comune sull’isola afflitta dalle zanzare. Il governo di Castro fu costretto a sviluppare una forte industria farmaceutica a causa del costante embargo statunitense.

Sarpoma Sefa-Boakye, un medico ghanese-americano che ha studiato gratuitamente a L’Avana e che ora pratica in California ha affermato a MintPress: “Non si sente parlare dei contributi sanitari di Cuba negli Stati Uniti”, affermando che ci sono più medici cubani in Africa che Medici africani e che l’isola caraibica forma più africani in medicina di tutta l’Africa. Ha sentito parlare per la prima volta della possibilità di borse di studio per gli americani mentre studiava in Ghana. Rileva che Cuba è ben posizionata per combattere il coronavirus a causa della sua cultura di quarantena per i virus e della sua esperienza nella lotta contro la Dengue.

http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2020/3/21/53402-la-gran-bretagna-chiede-a-cuba-di-far-attraccare-una-nave/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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