L’Istat ha confermato quanto da noi sostenuto sin dalla seconda settimana di marzo come Rifondazione Comunista – i soli mentre tanti cercavano viceversa di minimizzare – e cioè che i numeri della strage a Bergamo sono più del doppio rispetto a quelli ufficiali. Numeri anch’essi sottostimati in quanti riferiti solo al mese di marzo e non al mese di febbraio. Più che numeri persone che sono morte a casa, alla mercè del coronavirus, senza tampone, con gli ospedali impossibilitati a reggere l’afflusso gigantesco di pazienti, mentre nelle Rsa si consumava un’altra strage. Numeri giganteschi che non possono passare sotto silenzio.
“Come abbiamo più volte sostenuto il numero di morti spropositato è il frutto, tra le altre cose, della mancata chiusura dell’Ospedale dei Alzano dopo i casi del 23 febbraio nonché della mancata attuazione della zona rossa, a partire dalla Valseriana, pure in presenza dell’allarme lanciato dall’Istituto superiore della Sanità“ – sostengono Francesco Macario, segretario provinciale Prc-Se di Bergamo e Ezio Locatelli, già consigliere regionale e deputato, attualmente della direzione nazionale Prc-Se.
Ed ancora: “Ci sono responsabilità politiche che non possono essere sottaciute o derubricate a errori iniziali di valutazione del rischio derivante per la salute pubblica. Le istituzioni preposte a intervenire per la salvaguardia della salute pubblica hanno anteposto l’economia, gli affari, la produzione a tutti i costi alla necessità di proteggere innanzitutto le persone costrette a spostarsi per andare a lavorare e di proteggere il personale medico, gli operatori sanitari, i pazienti negli ospedali, nei luoghi di cura, nelle case di riposo. Una strategia dissennata che ha favorito a dismisura l’aumento del numero dei morti.”
Nel tentativo di alzare cortine fumogene su responsabilità varie c’è chi ha chiesto nei giorni scorsi di istituire una commissione d’inchiesta parlamentare per accertare le responsabilità. Facce di bronzo. Sono gli stessi che fino a qualche settimana fa dicevano che bisognava tenere aperto tutte le attività per non danneggiare l’economia e che si dichiaravano contrari all’istituzione di una zona rossa nella bergamasca. Un’operazione di depistaggio belle e buona.
“In questo momento – concludono Macario e Locatelli – tutti siamo impegnati a uscire dall’emergenza sanitaria ma non per questo dimentichiamo. In questa vicenda drammatica chiediamo sin da ora che siano accertate anche da parte della Magistratura le responsabilità omissive, penali di chi ha favorito il contagio o non ha ottemperato al proprio compito di salvaguardia della salute pubblica”.
Bergamo, 2 aprile 2020
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