Da oggi alcune aziende nel Veneto riprenderanno l’attività e molte si stanno preparando alla riapertura mandando comunicazione ai prefetti. La Fiom denuncia questa situazione in quanto si tratta di una vera e propria eluzione del decreto di palazzo Chigi sulle attività non necessarie.
“Aziende che pur non avendo attività previste dai Codice Ateco, definiti dal Governo con Cgil, Cisi Uil lo scorso 25 marzo, inviano la comunicazione di ripresa dell’attività al Prefetto godendo del silenzio assenso previsto nel DCPM ed in molti casi senza aver coinvolto le organizzazioni sindacali aziendali, come previsto dal Protocollo anticontagio del 14 marzo condiviso dagli stessi imprenditori”, si legge in una nota.
Sui tavoli delle prefetture sono arrivate più di 14.000 comunicazioni di proroga, di cui moltissime di queste metalmeccaniche, significa, centinaia di migliaia di lavoratori comandati al lavoro già da lunedì 6 aprile.
“Siamo di fronte ad un evidente aggiramento del decreto di sospensione delle attività, in assoluto spregio della salute pubblica.
In molti interventi sui giornali e sui social, importanti industriali, esponenti di Confindustria, della politica veneta e non solo, nelle ultime settimane hanno reiterato attacchi al decreto, al governo e alle organizzazioni sindacali per le misure anti-contagio adottate e le conseguenti sospensioni di produzione”.
“La condizione primaria è che nessuna persona sia esposta a rischi”, continua la nota sindacale; perciò nelle aziende che non rispettano i codici Ateco e le misure anti-contagio previste dal Procollo del 14 marzo, FIM-FIOM-UILM del Veneto danno pieno mandato alle strutture territoriali di organizzare le iniziative di mobilitazione che riterranno opportune e di richiedere incontri con i Prefetti e con le Associazioni Industriali.