Riceviamo e pubblichiamo

Celano (CS): Convergenza Socialista rigetta le varie ingerenze imperialiste e neocoloniali per il saccheggio della Siria

Appello per una Siria libera, laica e socialista

Maddalena Celano, responsabile esteri di Convergenza Socialista

La guerra civile siriana è durata dieci anni e ha provocato circa mezzo milione di morti. La brutale guerra civile ha lacerato il tessuto sociale siriano, creando il più grande sfollamento della popolazione, dopo la seconda guerra mondiale, con oltre 12 milioni di persone costrette a lasciare le proprie case. La famiglia Assad governa da quasi cinque decenni ed ha quasi spazzato via i ribelli secolari, mentre gli jihadisti guidano l’attuale opposizione armata.

La maggior parte dei siriani sta scivolando sempre più nella profonda povertà. Oltre l’80% dei siriani viveva al di sotto della soglia di povertà nel 2015, secondo i dati più recenti disponibili. Ma le Nazioni Unite affermano che la situazione è peggiorata. Il prodotto interno lordo è crollato da 60 miliardi di dollari l’anno, prima del conflitto, a circa 15 miliardi di dollari nel 2016. La coscrizione militare, l’esilio, gli infortuni e la morte hanno decimato la forza lavoro, lasciando le aziende in cerca di personale. Le imprese sono ostacolate anche dalla carenza di energia e acqua. Le sanzioni internazionali hanno quasi congelato il commercio con il mondo esterno.

Da quando è salita al potere, nel 1971, la famiglia Assad ha stretto varie alleanze con le élite siriane. Sotto Hafez al-Assad e il suo partito Ba’ath, la Siria era socialista. I suoi partigiani scelti erano principalmente militari della sua setta minoritaria alawita, una setta con una visione piuttosto laica e “progressiva” (potremmo definirla così) dell’Islam. Bashar, suo figlio, non sarebbe mai dovuto essere presidente. Ma la prematura morte del fratello maggiore, Bashar Bassel, in un incidente d’auto, spinse il timido oculista formatosi a Londra ad entrare in politica. Bashar e sua moglie Asma, un ex banchiera britannico-siriana, tornarono a Damasco dove Hafez fu sottoposto ad addestramento militare. Quando Bashar prese le chiavi del palazzo presidenziale di Damasco, nel 2000, iniziò a effettuare numerosi cambiamenti, aumentando i suoi appelli ai governi occidentali. Lanciò un programma liberale per aprire l’economia, approvando oltre 1.000 leggi e decreti, tra il 2000 e il 2011. Gli investimenti confluirono nei servizi e nel settore immobiliare, mettendo da parte la produzione tradizionale, mentre il prodotto interno lordo annuale raddoppiò, tra il 2005 e il 2010. Attualmente, le principali riserve petrolifere della Siria si trovano nel territorio orientale. Il gruppo jihadista ISIL ha controllato i pozzi petroliferi dal 2014 al 2016 pompando fino a 40.000 barili al giorno. Hanno venduto il petrolio a clienti siriani e iracheni. Oggi i giacimenti petroliferi sono controllati da forze curde appoggiate dagli USA che cercano di ritagliarsi una regione semi-autonoma, nel nord-est della Siria. Ma le uniche raffinerie sono nella Siria controllata dal governo, che richiedono ovviamente un accordo governativo per la loro utilizzazione.

Convergenza Socialista sostiene e ripropone l’appello inviato al Presidente della
Repubblica, Ministro degli Esteri e Commissioni degli Esteri di Camera e Senato.

Comitato di solidarietà con la Siria (*)

AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA,

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI,

AL MINISTRO E SOTTOSEGRETARI DEGLI AFFARI ESTERI,
AI MEMBRI DELLE COMMISSIONI ESTERI DI CAMERA E SENATO


ABOLIRE LE SANZIONI CHE UCCIDONO IN SIRIA E IN ALTRI PAESI


Il 25 marzo un gruppo di paesi che rappresentano un terzo dell’umanità (Cina, Russia, Cuba, Siria, Venezuela, Iran, Nicaragua, Repubblica Popolare Democratica di Corea) hanno rivolto al Segretario Generale dell’ONU Guterres un appello per la fine delle sanzioni, inflitte in genere per scopi meramente geo-politici a ben 35 paesi, che impediscono una vita sicura e dignitosa e minacciano la vita stessa delle persone specie dopo lo scatenarsi della pandemia COVID-19.


Il Presidente della Commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, facendo riferimento all’iniziativa all’ONU dei sette paesi citati, ha giustamente invitato con una pubblica dichiarazione l’Unione Europea ad aderire all’iniziativa di annullamento delle sanzioni.


Particolarmente grave appare la situazione in un paese come la Siria, già devastato da 9 anni di una guerra feroce imposta da gruppi terroristi e fondamentalisti foraggiati da potenze straniere, quali Turchia, Arabia Saudita e altre monarchie arabe reazionarie, Stati Uniti ed altri paesi della NATO.

Le tragiche conseguenze delle sanzioni, specie dopo che si è scatenata la minaccia della Pandemia, sono illustrate anche in un’intervista al medico di Aleppo Nabil Antaki (https://oraprosiria.blogspot.com/2020/03/in-siria-possiamo-contare-solo-sulla.html che termina con un appello contro le sanzioni che tormentano la popolazione della Siria (e di altri paesi, come Iran, Cuba, Venezuela, Russia, ecc.).

È difficile perfino fare donazioni e azioni di beneficenza, per i poveri nei paesi sotto sanzioni. Proprio nel momento in cui parte questo appello apprendiamo dell’ennesima richiesta da parte dell’UE di inasprire le sanzioni alla Siria anziché favorire il processo di normalizzazione, sostenere il paese nello sforzo sanitario e agevolare la sconfitta definitiva dei terroristi.

Cuore di questa nuova, impietosa escalation è il rapporto First Report by The OPCW Investigation and Identification Team realizzato dall’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche che sulla base di argomenti insostenibili (si veda qui: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-armi_chimiche_e_siria_tutto_quello_che_devi_sapere_sul_nuovo_rapporto_bufala_dellopcw/6119_34162/ ) accusa il governo di Damasco di avere, nel 2017, utilizzato gas tossici in tre bombardamenti su aree occupate da “ribelli”.


Un gruppo di associazioni e persone riunite nel Comitato di solidarietà con la Siria si associa all’invito del Sen. Petrocelli, del dott. Antaki, e degli otto paesi firmatari della lettera al Segretario dell’ONU, chiedendo l’immediato annullamento delle ingiuste sanzioni che arrecano danni incalcolabili alla popolazione della Siria ed a quelle di molti altri paesi.


(*) A nome del Comitato di Solidarietà con la Siria

Di AFV

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