Il presidente Iván Duque e l’ ELN

Francesco Cecchini

L’ ELN, Ejercito de Liberación Nacional, a fine marzo, dopo che in Colombia erano stati confermati più di 700 contagi e dieci decessi dovuti al Covid-19  decise una tregua unilaterale di un mese, dall’1 al 30 aprile. Un gesto di solidarietà nei confronti del popolo colombiano che sta soffrendo per le devastazioni dovute al coronavirus. L’ ELN raccoglieva così l’ appello del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, per un immediato cessate il fuoco in tutto il mondo.          Un recente rapporto, 65 pagine, dell’ Unità di Indagine e Denuncia della Giurisdizione Speciale per la Pace , che ha raccolto informazioni dal 25 marzo al 9 aprile di quest’anno per indagare sulla situazione in aree critiche  per la JEP durante la quarantena coronavirus,  ha confermato che l’ ELN sta rispettando la tregua unilaterale e non ha praticato nessuna azione armata.

Nella dichiarazione di tregua l’ ELN ha chiesto un incontro con i rappresentanti del capo dello Stato Iván Duque per discutere una possibile estensione del cessate il fuoco e riprendere i dialoghi di pace.

Iván Duque,  uomo dell’ex presidente Álvaro Uribe Vélez il nemico numero uno della pace, da quando è diventato presidente della Colombia, il 7 agosto 2018,  ha congelato i dialoghi di pace con l’ ELN. Basti pensare che poco dopo ha rifiutato l’offerta del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez di mediare con l’ ELN e della Spagna come sede dei negoziati di pace. Ha richiesto in continuazione la rinuncia a operazioni armate, cosa che l’ ELN sta ora facendo, e la concentrazione disarmata in un solo luogo. Una resa senza condizioni questa che l’ELN non accetta.

Comunque sembra ora che qualcosa si stia muovendo, pur con difficoltà. Il governo ha proposto per il dialogo di pace con l’ELN Francisco Galán e Felipe Torres, che l’ ELN ha respinto considerandoli al servizio del presidente Iván Duque e non promotori della pace..

Le ragioni sono state spiegate dal Comandante Pablo Beltrán dell’ELN in una recente intervista al quotidiano El Espectador.

El Espectador: perché l’  ELN non ha fiducia in loro?                                                                            

Pablo Beltrán: hanno smesso di essere pubblicamente dall’ ELN, l’ ELN non li ha rimossi, se ne sono andati, quindi se hanno smesso di essere dell’ ELN non vediamo bene che ora il governo li nomini come il loro interlocutore principale con l’ ELN….

…In questo, è anche necessario ricorrere al buon senso e se i due hanno dichiarato di non voler riconoscere l’ ELN, poiché il governo li mette in trattative con noi, questo non sarebbe un gesto amichevole.

Nel corso della lunga intervista il Comandante Pablo Beltrán ha ribadito anche la necessita che il cessate il fuoco da unilaterale diventi bilaterale e la completa disponibiltà dell’ ELN a rprendere il colloqui per raggiungere la Pace.

La conferenza è in video, ma il testo si può leggere nel sito dell’ELN. Il link è il seguente:

https://eln-voces.net/hay-posibilidad-de-dialogo-entre-el-gobierno-y-el-eln/

Va ribadito che il popolo colombiano vuole la pace. Quando il 21 novembre scorso iniziarono le mobilitazioni di massa a Bogotá e in tutta la Colombia contro il divario sociale, la corruzione e la politica economica del governo di Iván Duque, si manifestò anche per la pace. E in Colombia non vi sarà un vera pace senza un accordo definitivo con l’ ELN.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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