Una indegna falsificazione storica è andata in onda ieri in prima serata su RAI 3 in occasione del 25 aprile. Massimo Gramellini nel corso dell’intervista a Walter Veltroni ha affermato che “i fratelli Cervi non erano comunisti”.
Non so se indigna di più l’ignoranza del giornalista o il comportamento di un ex-dirigente del PCI come Veltroni che non ha sentito il dovere di far notare all’intervistatore che l’affermazione non corrispondeva alla realtà storica.
E’ giusto sostenere che l’antifascismo e la democrazia dovrebbero essere patrimonio comune e che alla Resistenza parteciparono tutte le forze antifasciste. Ma cancellare il fatto che i comunisti furono la componente maggioritaria dell’antifascismo e dello stesso movimento resistenziale significa offendere decine di migliaia di martiri.
Quello di Gramellini non è neanche revisionismo storico ma pura falsificazione di cui dovrebbe scusarsi pubblicamente.
Anche se non si è fatta mai visita al Museo Cervi basterebbe andare in rete per sapere che Aldo divenne comunista in carcere all’inizio degli anni ’30 perchè le carceri erano piene di comunisti. E quando fu scarcerato fondò una cellula clandestina del partito comunista. Durante la guerra fu impiantata una tipografia clandestina dell’Unità vicino a casa Cervi.
Siamo abituati a polemizzare con le dichiarazioni della destra contro la Resistenza ma indigna assai di più che alla riscrittura della storia contribuiscano gli esponenti del centrosinistra e gli ex-comunisti. D’altronde il PD ha votato l’orrenda risoluzione insieme alle destre al parlamento europeo che equipara il comunismo al nazismo.
Forse dalla trasmissione è stato cancellato il collegamento previsto con Adelmo Cervi, il figlio di Aldo, perchè avrebbe altrimenti raccontato che il padre era diventato comunista fin dagli anni ’30. Invece di fare disinformazione storica si poteva dare voce a chi da anni fa un lavoro prezioso sulla memoria nelle scuole e con l’ANPI. Tra l’altro Adelmo Cervi è autore di un libro assai bello e assai più a tema dell’ennesima pubblicazione di Veltroni.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea