Francesco Cecchini
Antonio Gramsci
“Come descrivere Gramsci fisicamente? Immaginiamo il corpo debole di un pigmeo, e sopra questo corpo la testa di Dantón” Sandro Pertini.
Nell’anniversario della morte di Antonio Gramsci, avvenuta a Roma il 27 aprile 1937 ripropongo questa nota,Gramsci e Maria Antonietta Macciocchi, che scrissi 3 anni fa e fu pubblicata da Pressenza.
“Scrivendo su Gramsci, o meglio per Gramsci lo faccio non da professore universitarIo, né da filosofo, né da teorico del marxismo, ma come militante che ha passato il suo tempo migliore nell’azione politica e in questo fa risiedere la ragione fondamentale del proprio impegno.”
Maria Antonietta Macciocchi.
Per Antonio Gramsci, un teorico e un politico, fare teoria è fare politica per trasformare la realtà: “L’uomo attivo di massa opera praticamente, ma non ha una chiara coscienza teorica di questo suo operare che pure è un conoscere il mondo in quanto lo trasforma.” Tutto il lavoro teorico e pratico di Gramsci è strettamente in relazione con la realtà, con lo scopo di cambiarla.
Maria Antonietta Macciocchi è d’accordo con questo principio gramsciano; per lei l’importante in uno studio come “Per Gramsci”, è il punto di vista rivoluzionario, rispetto alla realtà per sovvertirla. Per questo Maria Antonietta oltre a ringraziare per l’aiuto Valentino Gerratana Rossana, che cita nel corso dell’opera, lo fa anche con gli studenti dell’università di Vicennes che nel 1972 e 1973 hanno seguito il suo corso su Gramsci stimolandola ad approfondire il dibattito con il fondatore del Partito Comunista d’Italia in relazione con la pratica politica del loro tempo. Maria Antonietta Macciocchi legge Antonio Gramsci e lo racconta da comunista. Mette in risalto i concetti chiave della teoria e pratica gramsciana: la teoria del partito, gli intellettuale, il blocco storico, la questione meridionale. Costantemente ricorda che il filo rosso che lega e guida tutto il pensiero e l’azione di Gramsci è quello della strategia di una rivoluzione in occidente. Tra gli altri vi sono due momenti storici contemporanei, che racconta attraverso il filtro gramsciano:il maggio 1968 e la Cina di Mao. Maggio 1968. Maria Antonietta Macciocchi visse il maggio 1968, che, secondo lei, dimostra la tesi gramsciana secondo cui una rivoluzione come lotta ideologica, può essere vittoriosa anche mentre la borghesia resta al potere. La rivoluzione può essere fatta in due tempi, non solo con la presa del potere, ma anche prima, nella fase preparatoria. Se il 68 fallì fu perché gli intellettuali non erano stati capaci di fare da cerniera tra strati sociali , secondo l’insegnamento gramsciano, e inoltre vi era l’assenza di un partito rivoluzionario.
Maria Antonietta Macciocchi Per Gramsci