di James Risen

Una formula di saggezza dell’antica Roma ha guidato per 2.000 anni il trattamento delle epidemie da parte di dirigenti sanitari avveduti: “Cito, longe, tarde”.

E’ latino per: “Via in fretta. Via lontano. Ritorno lento”.

Di fronte a una malattia letale, molto contagiosa per la quale non esistono cure note, il presidente Donald Trump ha ignorato tale consiglio intramontabile.

Invece, come un demagogo medievale, Trump sta vomitando ciarlatanerie e odio da quattordicesimo secolo, quando europei nel panico affrontavano la Peste Nera si attaccavano al corpo di polli vivi, bevevano pozioni tinte di mercurio e arsenico e incolpavano i mongoli e gli ebrei quando nulla di tutto ciò funzionava.

Grandi catastrofi mettono a nudo la verità riguardo ai nostri leader. La gestione criminalmente negligente e caotica da parte di Trump della pandemia del Covid-19 ha rivelato, una volta per tutte, che l’uomo è un corrotto psicopatico narcisista.

Le sue farfuglianti e incoerenti conferenze stampa, in cui attacca in ogni direzione, continuano a dimostrare che ha urgente bisogno di cure psichiatriche. Esibisce le tendenze egocentriche di un bambino piccolo.

Ma una legione di complici circonda Trump e impedisce ogni intervento, persino nel mezzo della peggiore crisi di sanità pubblica del secolo. I membri della sua famiglia, come Jared Kushner e Ivanka Trump, appaiono perfettamente felici di continuare a sorridere mentre godono  la condizione privilegiata che, più di recente, ha consentito loro di ignorare le linee guida circa il rimanere a casa per recarsi in un villaggio turistico di Trump nel New Jersey a trascorrervi la Pasqua.

Naturalmente alcuni dei più importanti complici di Trump sono i giornalisti accreditati alla Casa Bianca che giornalmente fanno da coro greco. Invece di ignorare le sue bugie e le sue dichiarazioni scandalose, coprono doverosamente le sue conferenze stampa e i suo tweet sul Covid-19 che fossero le serie, coerenti dichiarazioni di un vero leader nazionale. Nel processo si rendono complici della campagna di disinformazione di Trump, che potrebbe causare migliaia di morti aggiuntivi e non necessari.

I maggiori professionisti della medicina del governo, timorosi di perdere il loro posto o di un comportamento ancora peggiore di Trump sono diventati anche loro complici cruciali, costretti a fingere che la gestione da parte di Trump della crisi del Covid-19 sia stata sensata. La dottoressa Deborah Birx, la coordinatrice della Casa Bianca sul coronavirus, ha assunto un ruolo di maggior spicco nelle riunioni dopo aver calorosamente elogiato il presidente, mentre il dottor Anthony Fauci, il direttore dell’Istituto Nazionale per le Allergie e le Malattie Infettive, è stato meno visibile diventando sempre più disposto a contraddire le affermazioni  più pericolose di Trump. Sabato la Birx ha accompagnato Trump nel sequestrare l’aggiornamento quotidiano per protestare contro Democratici, la stampa e la Cina.

Il risultato è che la Casa Bianca è bloccata una realtà alternativa surreale in cui giornalisti e governo continuano a fare il loro lavoro come se il presidente non fosse matto come un cavallo.

Ma a causa del Covid-19 il resto della nazione ora riconosce quello che avrebbe dovuto essere evidente sin da quando Trump ha assunto la carica: la sua prima reazione a ogni crisi consiste nell’insistere sulla completa autorità, abbandonando contemporaneamente ogni responsabilità. Nonostante la sua inerzia e la sua incompetenza non cederà il controllo sulle risorse governative a quelli che sanno come usarle.

In totale assenza di una dirigenza o indirizzo nazionali, i governatori hanno dovuto assumere la responsabilità, inducendo Trump a scagliarsi contro di loro. In questo assomiglia al folle capitano della marina statunitense interpretato da Humphrey Bogart nel film del 1954 “L’ammutinamento del Caine”, che è così paralizzato dalla paura durante una tempesta che gli ufficiali inferiori devono prendere il controllo della nave. Dopo che essersi diretti in acque più calme egli li accusa di ammutinamento.

Trump ha attaccato governatori di stati duramente colpiti per aver imposto rigorose ordinanze di rimanere a casa per rallentare la diffusione del virus. E’ intimorito da come l’impatto economico del Covid-19 possa influenzare le sue possibilità di rielezione a novembre e vuole che l’economia riparta ancor prima che la malattia sia contenuta o che una qualche cura sia disponibile.

Questo ha determinato, prevedibilmente, contenute proteste contro le misure di quarantena a livello statale, inscenate da segmenti estremisti, a mo’ di zombie della base di Trump. Trump ha avallato tali dimostrazioni, che sono state evidenziate da gruppi finanziati da ricchi industriali di destra ansiosi che gli statunitensi tornino al lavoro anche se farlo li ucciderà.

Ancora una volta la stampa ha fatto il lavoro di Trump esagerando il significato delle proteste. In realtà Trump ha a lungo fatto leva sul sostegno di tali gruppi marginali antigovernativi per controllare la narrazione dei media.

Questi estremisti sostenitori di Trump credono fermamente che il governo aiuti solo le persone di colore e pandemia del Covid-19, che ha sproporzionatamente danneggiato la comunità afroamericana, ha intensificato e accelerato convinzioni razziste controrivoluzionarie. Questi  estremisti trumpiani in stile White Walker considerano le misure per rallentare il contagio del Covid-19 un eccesso governativo mirato a proteggere chi vive nella grandi città – in altre parole, secondo loro, afroamericani, liberali ed élite urbane – e non loro. I fallimenti di Trump nel far fronte alla crisi sembrano unicamente rafforzare la loro idea che egli sia dalla loro parte.

Proprio come una grande catastrofe rivela la verità su un leader, rivela anche la verità su società e nazioni. Dal 2016 la domanda centrale negli Stati Uniti è stata se il paese poteva sopravvivere a Trump. Sinora il Covid-19 ha mostrato che la risposta è sì. Gli statunitensi hanno appoggiato in misura schiacciante gli sforzi a livello statale di contenere il virus e hanno volenterosamente sacrificato i loro agi e mezzi di sussistenza per aiutare i malati e i professionisti della medicina a combattere la malattia.

Per la maggior parte, dirigenti statali e locali si sono comportati da adulti, ignorando Trump e le sue minacce forgiando contemporaneamente le proprie soluzioni ad hoc. Anche se alcuni governatori Repubblicani del sud stanno perseguendo con impazienza una strategia pro-Trump di riapertura prematura dei loro stati, non tutti i governatori hanno reagito secondo schieramenti di parte. Il governatore Repubblicano del Maryland, Larry Hogan, ha emesso rigide ordinanze di rimanere a casa, così come altri Repubblicani, quali Mike DeWine dell’Ohio e Brad Little dell’Idaho.

Hogan si è spinto più in là di altri , collaborando strettamente con il governatore Democratico della Virginia e con il sindaco Democratico di Washington, D.C., per cercare di ideare una strategia regionale per combattere la pandemia. Ha anche cominciato a elaborare una propria politica estera: lunedì Hogan ha annunciato che il Maryland ha acquistato dalla Corea del Sud 500.000 kit di test per il Covid-19 estremamente necessari.

Hogan e sua moglie, un’immigrata coreana, ha concluso l’accordo con l’aiuto dell’ambasciatore sudcoreano negli Stati Uniti. Il successo unilaterale di Hogan nel contrastare la grave scarsità di test ha imbarazzato Trump e dunque, naturalmente, Trump ha attaccato Hogan, accusando lunedì sera che il governatore “doveva informarsi un po’” circa i test in Maryland. Martedì Hogan ha reagito dichiarando nel programma “The View” della ABC che Trump “è sembrato un po’ confuso ieri nella sua conferenza stampa. Non ho idea di che cosa lo abbia scatenato”.

Con la crisi del Covid-19 Trump sta esibendo molti degli stessi tratti che hanno condotto alla sua messa in stato di accusa solo quattro mesi fa, quando ha cercato di esercitare illegalmente pressioni su dirigenti ucraini perché intervenissero a suo personale vantaggio nell’elezione presidenziale del 2020. Trump ha abusato del suo potere trattenendo dall’Ucraina aiuti cruciali in un tentativo di costringere gli ucraini a diffondere menzogne riguardo al candidato presidenziale Democratico Joe Biden.

Ora sta abusando di nuovo del suo potere minacciando di trattenere risorse e aiuti estremamente necessari da governatori se non si attengono alle sue avventate pretese di cancellare le loro misure di quarantena.

E’ strano ricordare che gli Stati Uniti hanno avuto una possibilità di rimuovere Trump dal potere solo settimane prima che l’intera forza del Covid-19 colpisse gli Stati Uniti. Il processo del Senato per lo stato d’accusa è finito con l’assoluzione di Trump il 5 febbraio, solo un mese prima che l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarasse l’esistenza di una pandemia globale.

La mancata condanna di Trump da parte del Senato per reati incriminabili e la sua mancata rimozione dalla carica stanno ora tornando come un boomerang a perseguitare la nazione. Siamo lasciati con un presidente la sua stessa compagnia ha twittato un video suggerendo che ubriacarsi di vodka è un modo per sconfiggere il Covid-19

“Ho scoperto una specie di cura per questo”, ha detto nel video il golfista professionista John Daley. “Bevo una sola bevanda alcolica al giorno – capita che sia una bottiglia – una buona vecchia Belvedere. Sapete, solo una al giorno. Sapete, un goccio alla volta in una piccola Diet Coke di McDonald. Sapete, lava giù benissimo. Mai avuto postumi. Ed è in quel modo che si uccide il coronavirus, credo”.

da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/covid-19-highlights-trumps-malignant-narcissism/

Originale: The Intercept

Traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2020 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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