Le élite hanno commesso un grave errore a scommettere su Bolsonaro. Stanno facendo ora un altro errore nel pensare che possa essere facilmente messo da parte.

Si vocifera che il generale Braga Netto sia il nuovo “presidente facente funzione” del Brasile.
In primo luogo, questa posizione non esiste legalmente. Viviamo in un sistema presidenziale, e il potere dell’esecutivo è nelle mani del Presidente e del Vice Presidente, che sono eletti. In secondo luogo, un “presidente ad interim” sovverte ciò che è rimasto delle istituzioni, sigilla un autoritarismo neo-militare in Brasile, e consolida il metodo delle “approssimazioni successive”, che sembra essere tutto ciò che i militari imparano in Accademia.

Non c’era bisogno di un dottorato per sapere che il nefasto e inetto Bolsonaro non avrebbe avuto alcuna possibilità di governare il paese. Le élite hanno scommesso che sarebbe stato guidato da una forte triade composta da Guedes, Moro e Mourão (o Heleno). Tutto il resto non era importante e poteva essere lasciato a Bolsonaro per offrire posizioni ai pagliacci, la cui unica funzione è quella di intrattenere.

Questo era il piano fin dall’inizio. Si scopre che i creatori di questo piano hanno dimenticato che Bolsonaro era stato espulso dall’esercito proprio perché era incapace di obbedire alle regole e di adempiere minimamente alle funzioni che gli erano state date. Gli anni come deputato, invece di dargli un certo senso della realtà, servirono solo a convincerlo che era intelligente, astuto e in grado di guidare il paese per ripulirlo dal comunismo. Fondamentalmente, si convinse che era un nuovo e migliorato Mussolini, anche se non sapeva nulla del leader italiano.

Né hanno capito, coloro che hanno sostenuto il rovesciamento del Brasile, che Guedes era conosciuto nel mondo economico per esser debole in quella materia e per avere gravi problemi etici. Moro è sempre stato un incapace in legge, e avrebbe potuto fare quel danno che ha fatto alle istituzioni brasiliane solo perché la nostra magistratura ha circa 19.000 giudici, che sono consacrati all’infallibilità e all’onnipotenza da una miserabile gara pubblica. Possono fermare il paese e le aziende, arrestare o rilasciare a loro piacimento, soprattutto se hanno amici e complici nei ranghi più alti. Questo è stato il ruolo di TRF4 [in portoghese]. Moro non aveva alcuna legittimità tecnica nel Lava Jato [in italiano]. L’operazione è stata un esempio di violenza istituzionale politicamente orchestrata che sarà studiata per anni e [per contrastarla] verranno sviluppati da essa modelli di contenimento e punizione.

C’è un problema serio con la presenza di una “ala militare” nel governo. L’Esercito non è un’istituzione che coltiva alcuna traccia di democrazia. Al contrario, si tratta di un’istituzione autoritaria, brutale, elitaria e – lo sappiamo ora – totalmente malformata in termini cognitivi. Ogni generale è il frutto maturo di quell’istituzione, e quando un generale dice che “il Negro è un mascalzone” o si riferisce all’ “indolente Indiano” vediamo che l’istituzione non è stata in grado di insegnare nemmeno la quantità minima di civiltà a coloro che dovrebbero essere lo specchio vivente del lavoro di quella istituzione. Dobbiamo riformulare tutta la formazione del nostro esercito, o subiremo colpi di Stato nei secoli a venire. La “linea della Sorbona” delle attuali forze armate fu rimossa da Bolsonaro con la caduta del generale Santos Cruz. Probabilmente era il generale con la più grande capacità cognitiva e comprensione sociale di tutti coloro che infestano il potere esecutivo. L’uscita di Santos Cruz ha rappresentato un agguato verso la caserma, un tocco di disciplina militare per comandare la popolazione.

Ora, in una misura che era già stata richiesta dai media e dai settori ricchi del Brasile, Bolsonaro sarebbe stato rimosso dal potere senza pompa o circostanza. Il generale Braga Netto, che era al comando quando il musicista nero Evaldo Dos Santos Rosa e la sua famiglia furono fucilati a Rio de Janeiro, avrebbe preso il potere in Brasile “durante la crisi”. I giornali internazionali hanno riportato di un “colpo di Stato” in Brasile, mentre le autorità di altri paesi sono già state informate della “protezione” di Bolsonaro e di chi ora dà effettivamente gli ordini.

Coloro che pensano che questa sia una soluzione stanno di nuovo commettendo gravi errori.

Il primo errore è credere che Mourão, Heleno e gli altri accetteranno questo colpo di Stato e si conformeranno. La Presidenza brasiliana, che appare come una specie di “Regina d’Inghilterra”, è una risorsa molto ambita e, con il capitano fuori dalla linea di comando efficace, vedremo lo stesso odio che Costa e Silva provarono per Castelo Branco al suo ritorno nel paese nel 1964. Dall’esterno, l’esercito sembra un’istituzione disciplinata e solida. All’interno, è un manicomio, con pettegolezzi, tradimenti, malvagità e dispute politiche basse e sporche. La differenza è che tutti si vestono quasi allo stesso modo, e non denunciano le assurdità di cui sono vittime o di cui fanno parte.

Il secondo errore è quello di credere che il processo democratico sia solo un meccanismo per scegliere chi sarà Presidente. Se la democrazia è proprio questo, Bolsonaro può essere tenuto come un burattino, salutando le persone e offendendo sui social, lasciando le decisioni del paese agli “adulti”. Si scopre che la democrazia non è solo questo. C’è un distico in ogni democrazia: rappresentanza e partecipazione. E il primo punto qui è la chiave. Chi ha votato per il capitano fascista lo ha fatto perché si sentiva RAPPRESENTATO da lui. E questa sensazione è così forte che anche l’esercito sarà schiacciato dai fascisti in una relazione complessa, che è già stata mappata nella storia. La prima opposizione a Hitler e Mussolini proveniva dagli eserciti tedesco e italiano. Il fascismo rovesciò l’esercito con la facilità con cui pose fine al diritto liberale e moderato in quei paesi. Il Partito Social Democratico Brasiliano ha cessato di esistere. Il fascismo ha assorbito l’elettorato di Aécio, Serra e Alckmin. Farà lo stesso con i soldati di cartapesta verde oliva. È solo questione di tempo.

È anche necessario considerare elementi destabilizzanti come gli evangelici Neo-pentecostali e la furia dei ciarlatani per il potere. Sarà difficile ospitare Malafai, Felicianos e altri nella loro crociata per il potere. E anche se Olavo de Carvalho improvvisamente “muore” (com’era consuetudine nelle dittature) c’è un senso di “partecipazione attiva” al Fascismo Brasiliano che avrebbe ancora bisogno di essere domato dallo stesso Bolsonaro per consolidare il regime. Senza il leader, questi “radicali liberi” non possono essere contenuti.

Abbastanza presto, il “capitano” sarà “invitato a ritirarsi” dal governo, un termine ben noto nelle caserme; bestie armate e in uniforme che cercano di apparire lucidate e istruite abbastanza da essere accettate dalle élite benestanti. Bolsonaro, cresimato da una pugnalata controversa, avrà un posto nel pantheon degli eroi della patria e “cadrà verso l’alto” in un nuovo piano di potere in Brasile. Il punto è che un fascista santificato è ancora più forte, e chi sta pensando a questo come soluzione non capisce di creare un mostro ancora più pericoloso.

Tutto ciò sta succedendo nel bel mezzo della pandemia di coronavirus, della fame e della violenza urbana che sorgeranno a causa della disorganizzazione economica globale, e in un momento in cui abbiamo una leadership mondiale perversa. In passato, i paesi potenti e ricchi sono diventati “leader benevoli” che cercavano di proteggere l’ordine, la vita e i contratti capitalistici che avrebbero permesso loro di mantenere il dominio per i decenni a venire. Fu così con l’Inghilterra nel diciannovesimo secolo e con gli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ora, Trump non è assolutamente in grado di comprendere il ruolo degli Stati Uniti nel mondo e si è già messo sulla strada della guerra con il Venezuela e, in un atto di pirateria moderna, ha rubato attrezzature e forniture destinate a Francia, Germania e Brasile. La “America First” di Trump è reale, ed è un peccato che Bolsonaro abbia salutato la bandiera americana e abbia messo il Brasile a quattro zampe per gli Stati Uniti.

Ora, a differenza del 1964, è Bolsonaro – e non l’esercito – che è alleato degli Stati Uniti. Un colpo di Stato contro il fascista deve tener conto dell’opposizione americana ad esso.

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Articolo di Fernando Horta pubblicato su Brasil Wire il 4 aprile 2020
Traduzione in italiano di Pappagone per SakerItalia

[le note in questo formato sono del traduttore]

http://sakeritalia.it/america-latina/la-democrazia-brasiliana-e-morta/

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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