A Sassuolo chi prova empatia nei confronti di qualche sventurato e decide di tendergli una mano dandogli qualche moneta si vedrà multato per 56 €. Queste folcloristiche iniziative, non dovrebbe essere necessario puntualizzarlo, non portano alcun reale cambiamento alla società, dato che il problema viene solo nascosto e non risolto; governanti attenti e consapevoli saprebbero che da tempo l’accattonaggio non è più il rifugio di qualche individuo rimasto escluso dal sociale per qualche evento personale, ma è uno dei tanti volti dello sfruttamento, spesso legato alla tratta di esseri umani. 56 euro, in questa cornice, somigliano molto più a 30 denari che a un atto di governo cittadino.
Quando i riferimenti valoriali delle persone sono abomini come il “decoro urbano”, succede anche questo. L’ideale diventa che se una società recinta, cancella allontanando dagli occhi povertà, bruttezza, disagio questo equivale ad aver risolto questi problemi. È una versione edulcorata, ma nemmeno poi tanto, di mors tua vita mea; serve a rassicurare chi si trova al di qua del recinto che non potrà trovarsi al di là.
La povertà, la vecchiaia, la morte, anche la morte sociale – cioè la non appartenenza – fanno paura. La paura ha portato una parte dell’elettorato a credere che proprio coloro che più utilizzano parole di odio evocatrici di disastri sociali potessero essere quelli che li avrebbero protetti e salvati, senza chiedere loro in cambio di assumersi la responsabilità quotidiana del mettere in atto la nostra democrazia.
Non può dunque stupire che l’idea di inserire nel regolamento di polizia urbana il reato di compassione provenga da una giunta leghista, partito che da sempre evita di dare reali soluzioni, ma si limita a ottenere il potere facendo leva sulle paure delle persone.
Come Rifondazione ci riserviamo di verificare i presupposti legali di questo provvedimento vessatorio percorrendo ogni strada per farlo ritirare.
Judith Pinnock
Segretaria di Rifondazione Comunista Federazione di Modena