La Organizzazione Panamericana della Salute (PAHO) ha chiesto al governo venezuelano di studiare approfonditamente il modello applicato per la prevenzione del coronavirus, al fine di poterlo replicare in altri paesi e regioni.
Lo ha riferito la vicepresidente del Paese caraibico, Delcy Rodríguez, durante l’incontro tra i membri della Commissione Presidenziale per la prevenzione dal COVID-19 e i rappresentanti dell’ONU e della PAHO.
La Rodríguez ha indicato che gli specialisti hanno sottolineato la prontezza con cui il governo venezuelano ha intrapreso azioni per proteggere il popolo e contenere lo scoppio del coronavirus.
“Ogni giorno che è rinviato può significare la catastrofe per un paese, la curva di crescita del contagio in Venezuela è piatta perché le misure di controllo sono state prese in tempo”, ha detto la vicepresidente, citata dal quotidiano Últimas Noticias.
La Rodriguez ha anche affermato che il Venezuela è il paese dell’America Latina che ha applicato il maggior numero di test tampone e del sangue per un totale di oltre 470.000, tutti totalmente gratuiti.
“La PAHO lavora a stretto contatto con il Ministero della Salute e possono avere accesso alle informazioni sui risultati dei test applicati nel paese”, ha spiegato.
Un altro argomento importante discusso durante l’incontro sono state le strategie per affrontare la seconda fase del metodo, che consisterà nella applicazione a tutti i cittadini della effettuazione del test.
Al momento il Venezuela si è dimostrato un esempio attraverso la protezione della propria popolazione e con i risultati raggiunti: 350 infettati di cui il 46% già recuperati e solamente 10 decessi su circa 30 milioni di abitanti.
All’incontro hanno partecipato anche il coordinatore delle Nazioni Unite, Peter Grohmann, il rappresentante del PAHO / OMS in Venezuela, il dott. Gerardo De Cosio e il ministro degli esteri venezuelano, Jorge Arreaza.
Rete solidarietà rivoluzione bolivariana