Silvia Romano è finalmente libera. La giovane cooperante milanese, andata in Africa per aiutare “a casa loro” i bambini del continente più martoriato e che è stata rapita – e poi venduta, come un pacco, tra bande di criminali e jihadisti – è finalmente libera dopo un anno e mezzo. E’ la prima bella notizia per questo Paese, dopo due mesi di angosce e bollettini quotidiani di morti e nuovi malati, di paure per il presente e per il futuro: la prima notizia oggettivamente bella. E “qualcuno” non riesce a festeggiare neanche ora.Il titolo di Libero

libero

Le pagine social dei “soliti noti” ribollono di commenti agghiaccianti: si va dalla macabra ironia sulla “vacanza al caldo” all’invito a “starsene a casa sua”. Come fosse una colpa aiutare chi sta male, come fosse un crimine che una donna –una ragazza- decida di rischiare in prima persona per fare del bene. E un refrain martellante, che trasuda dai commenti su quelle pagine, la domanda sarcastica di chi si sente astuto, sgamato, esperto del mondo e delle sue cose: “Quanto ci è costata la sua libertà?”

libero

Quando la domanda vera –da rivolgere incessantemente a questi uomini e a queste donne dell’odio in rete-  è una e una soltanto: che cosa vi è successo? C’è una festa di tutti, e voi ve ne sentite esclusi. C’è una cosa che è solo e soltanto bella, e voi invece la preferireste brutta. C’è la libertà di una ragazza che provoca emozione, e voi provate solo un istintivo e feroce risentimento. Che cosa vi è successo? Di questo pianeta, anche voi ne siete parte. E dopo due mesi passati ad angosciarvi, come tutti, per la diffusione e gli effetti e l’aumento e il calo del contagio, dovrebbe essere così palesemente chiaro: che c’è una sola razza, quella umana, e anche voi ne fate parte fino in fondo.

Il punto è che da troppi anni l’odio viene distillato, prodotto, diffuso, inoculato: e la rabbia –spesso anche legittima- è stata dirottata verso la paura, verso l’astio per il nostro simile, verso l’idea che dando libero sfogo alla parte peggiore di noi stessi, poi, staremo meglio. E invece non funziona, non funziona proprio per niente; quei giornali e quei politici che diffondono odio ad arte, da anni, tutti i giorni, con tutti gli strumenti possibili, non vi stanno soltanto mentendo: vi rovinano la vita. Non vi rendono solo persone peggiori di come potreste essere: vi rendono persone più tristi di come dovreste sentirvi. Perché Silvia Romano è stata finalmente liberata: e questa è una notizia che rende solamente felici.

E se poi il punto per qualcuno è in fin dei conti davvero solo quello, “quanto ci è costata?”, allora la risposta sarà semplice: ci è costata meno, molto meno, incommensurabilmente meno di 49 milioni. 

Edmond Dantès

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

2 pensiero su “C’è costata meno di 49 milioni”
  1. Ancora con la storia dei 49 mln. Che c’entra con questo caso? Non hai altri argomenti? Con 4 mln si poteva aiutare qualche povero vecchietto/a terremotato dentro le casette di legno anche fatiscenti. Ma aiutare qualche italiano povero, noo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy: