La conferenza stampa del 18 maggio del presidente Macron e della cancelliera tedesca Merkel giunge un po’ come un fulmine a ciel sereno, ravvivando il dibattito sulle scelte in sede Ue per far fronte alla crisi.
A fine aprile era stata divulgata la notizia che i tempi si andavano allungando per il Recovery Fund, slittando la presentazione della Commissione UE di una proposta articolata da inizio a metà maggio. Dopo il pacchetto da 540 miliardi che in realtà era sostanzialmente fuffa, e con premesse abbastanza scoraggianti verso questo Fondo di profilo ancora incerto, pareva che non ci fosse molto da sperare.
Agli umori piuttosto cupi dell’opinione pubblica, specie di estrazione progressista-europeista, è giunto in soccorso il vecchio asse franco-tedesco, che nella conferenza stampa per bocca dei suoi massimi vertici ha assicurato solidarietà e condivisione degli oneri per la crisi economica che è stata innescata dalla pandemia Covid-19. Ridando spazio alle speranze degli inguaribili ottimisti, si è fatta spazio la voce che i paesi più bisognosi riceveranno 500 miliardi a fondo perduto (non prestiti!) da tale Fondo. In merito a tale punto davvero qualificante si è vista una certa confusione, data la mancanza di fonti dirette affidabili. Un comunicato sul sito del Governo tedesco – ripreso dalla ambasciata francese in UK – è disponibile per chiarire i dubbi. E non depone in favore degli auspici di solidarietà, in quanto vi si legge che:
- Il fondo di 500 mld sarà integrato nel bilancio Ue del Piano Finanziario Pluriennale per “resilienza, convergenza e competitività delle economie europee, incrementando gli investimenti, in particolare nel digitale e nella transizione verde, promuovendo la ricerca e l’innovazione.” (“It will enhance the resilience, convergence and competitiveness of the European economies, and increase investments in particular in the digital and green transitions and strengthening research and innovation”).
- Il Fondo verrà finanziato dalla Commissione chiedendo soldi in prestito al mercato degli investitori; viene definito “ una riserva straordinaria complementare, integrata nel medesimo processo deliberativo, con un volume e una scadenza chiaramente specificati e legato a un piano di rimborso vincolante” (“clearly specified volume and expiry and linked to a binding repayment plan beyond the current MFF on the EU budget”). Quindi evidentemente si tratta di prestiti e non di elargizioni a fondo perduto. Si dovrà stanziare una cifra per le garanzie, si dovranno emettere titoli, ecc. Ma il termine vincolante fa pensare ad impegni di garanzie a carico dei beneficiari.
- Il Fondo “sarà basato su un chiaro impegno degli Stati membri a seguire politiche economiche sane e un’ambiziosa agenda di riforme”. Per chi ha familiarità con le neolingua delle istituzioni Ue il significato non è troppo oscuro. Le riforme sono le consuete misure che rendono il paese più “competitivo”: precarizzazione del mercato del lavoro, snellimento dell’apparato con il licenziamento di dipendenti pubblici, quali sono stati imposti alla Grecia e per di più l’agenda dev’essere “ambiziosa”…
In conclusione, è certo una dichiarazione senza valore giuridico e potrà essere cancellata o stravolta nei prossimi mesi ma chi si illudeva di vedere nell’ultima uscita franco-tedesca chissà quale apertura e solidarietà dovrà stupirsi della divergenza fra le affermazioni apparenti e ciò che si mette per iscritto. Impressione che presumibilmente sarà rafforzata dalla lettura integrale del punto 2 del comunicato che traduciamo di seguito. La speranza è un fattore potenze di dinamiche sociali, ma quando è cieca sovente porta a sbattere.
Ecco la traduzione dei passi del comunicato originale leggibile qui e qui, in merito al Recovery Fund.
Istituire un ambizioso Fondo per la ripresa (Recovery fund) a livello Ue per la solidarietà e la crescita
Per supportare una ripresa sostenibile che ripristini e rilanci la crescita nella Ue, Germania e Francia sostengono un ambizioso, temporaneo e mirato Fondo per la Ripresa nella cornice del nuovo Piano Finanziario Pluriennale, promuovendo l’applicazione di tale bilancio dai prossimi anni. Data la natura eccezionale della sfida della pandemia Covid-19 per le economie europee, Francia e Germania propongono di permettere alla Commissione di finanziare tale sostegno per la ripresa chiedendo fondi in prestito ai mercati per conto della Ue sotto le disposizioni di una base legale pienamente conforme ai trattati Ue, alla cornice giuridica di bilancio e dei diritti dei Parlamenti nazionali.
- Il Fondo per la Ripresa di 500 mld di euro sarà devoluto per le spese di bilancio per i settori e zone più colpite sula base dei programmi di bilancio Ue ed in linea con le priorità europee. Esso potenzierà la resilienza, convergenza e competitività delle economie europee, incrementando gli investimenti, in particolare nel digitale e nella transizione verde, promuovendo la ricerca e l’innovazione.
- Il finanziamento del Fondo per la Ripresa verrà focalizzato sulle sfide della crisi pandemica e della fase successiva. Sarà una riserva straordinaria complementare, integrata nel medesimo processo deliberativo, con un volume e una scadenza chiaramente specificati e legato a un piano di rimborso vincolante al di là dell’attuale bilancio del budget europeo.
- Un rapido accordo sul Piano Finanziario Pluriennale e sul Fondo di Ripresa come pacchetto unitario è necessario per affrontare la maggiori sfide Ue. La negoziazione verrà condotta sulla base dei progressi conseguiti da febbraio. Ci sforzeremo di rendere gli impegni di bilancio in merito al contrasto della crisi effettivi il prima possibile.
- Questo sostegno alla ripresa completa gli impegni delle autorità nazionali ed il pacchetto di misure concordate dall’eurogruppo, e sarà basato su un chiaro impegno degli Stati membri a seguire politiche economiche sane e un’ambiziosa agenda di riforme.
- Migliorare la cornice giuridica per una tassazione equa in Ue resta una priorità, particolarmente introducendo una tassazione minima effettiva e una equa tassazione delleconomia digitale nella Unione, idealmente basata sulle conclusioni condivise del processo in sede OCSE, e stabilendo una Tassa Comune di Base Aziendale.