Nella giornata di lunedì, il presidente cinese Xi Jinping ha pronunciato parole importanti riguardanti la lotta contro il nuovo coronavirus. In collegamento video con l’Assemblea Mondiale della Sanità, organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il leader del Paese asiatico ha annunciato l’impegno della Cina a fornire ulteriori aiuti internazionali ai Paesi in difficoltà, ma ha promesso soprattutto che la Cina metterà il proprio vaccino a disposizione dell’intera comunità internazionale.
“La Cina fornirà due miliardi di dollari nei prossimi due anni per sostenere la risposta alla pandemia di COVID-19 e lo sviluppo economico e sociale nei Paesi colpiti, in particolare nei Paesi in via di sviluppo”, ha dichiarato Xi Jinping. La Repubblica Popolare, inoltre, istituirà un meccanismo di cooperazione con trenta ospedali africani e sosterrà la costruzione del quartier generale dei Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie in Africa, al fine di aiutare il continente a prevenire e controllare le malattie epidemiche. L’Uganda ed il Sudan del Sud sono solamente gli ultimi Paesi che in questi giorni hanno avuto accesso al sostegno cinese.
Ma la dichiarazione più importante tra quelle pronunciate dal presidente cinese è stata un’altra: “Lo sviluppo e la distribuzione di vaccini per il COVID-19, quando disponibili, saranno resi un bene pubblico globale“. La Cina è infatti il Paese che per primo ha iniziato la sperimentazione di vaccini contro il nuovo coronavirus, ed al momento sono quattro i vaccini cinesi in fase di sperimentazione, contro i due degli Stati Uniti, fatto che smentisce le accuse di spionaggio rivolte a Pechino dalla Casa Bianca. Xi Jinping ha aggiunto che ciò renderà il vaccino di produzione cinese accessibile anche ai Paesi più poveri.
Il tono delle parole di Xi Jinping contrasta con quello che invece si sta verificando in occidente, dove le multinazionali ed i governi stanno dando vita ad una gara per accaparrarsi il vaccino, con la conseguenza di escludere il resto dei contendenti in caso di “vittoria” in questa folle corsa. Ad esempio, il Regno Unito disporrà dei primi trenta milioni di vaccini prodotti, nel caso in cui le sperimentazioni dell’Università di Oxford dovessero avere esito positivo, mentre Paul Hudson, amministratore delegato della Sanofi, ha dichiarato che gli Stati Uniti beneficeranno per primi del vaccino prodotto dalla multinazionale farmaceutica francese.
Hudson ha successivamente ritrattato, almeno in parte, le proprie dichiarazioni, ma ha involontariamente messo in luce la logica con la quale verranno distribuiti i vaccini prodotti in occidente: quella del mercato e del profitto, ben diversa da quella del bisogno, che dovrebbe essere prioritaria nel caso di un diritto umano fondamentale come quello alla salute. Il tutto dopo che gli Stati Uniti avevano tentato di abbordare la tedesca Curevac, altra azienda che si stava impegnando nella ricerca sul vaccino. In quel caso, fu direttamente il governo di Berlino ad intervenire contro i soprusi di Washington.
Mentre continua ad essere oggetto del tiro al bersaglio dei media e dei politici occidentali, la Cina sembra essere in grado di garantire i bisogni della popolazione mondiale anche di fronte alla forza quasi inarrestabile del mercato. Continuando nel proprio discorso, Xi Jinping ha affermato anche che la Repubblica Popolare proporrà ai membri del G20 di sospendere il pagamento del debitio estero per i Paesi più poveri. Il presidente cinese ha dichiarato che la Cina “sostiene la costruzione di una comunità con un futuro condiviso per l’umanità” e che il Paese è pronto a garantire non solo la vita e la salute dei propri cittadini, ma anche la salute pubblica globale.
Sottolineando che “nulla al mondo è più prezioso della vita delle persone“, Xi ha esortato tutti i Paesi membri della comunità internazionale a mettere le persone al primo posto e fare tutto il possibile per il controllo e il trattamento di COVID-19. Ancora una volta, le affermazioni del presidente cinese contrastano con il clima di disaccordo e competizione che si respira tra i Paesi occidentali, compresi quelli dell’Unione Europea, che nel corso della pandemia è diventata terreno di scontro dei contrastanti interessi degli stati membri.
Per il momento, dunque, non ci resta che sperare che le ricerche cinesi per il vaccino diano esito positivo al più presto. Il governo cinese, del resto, possiede mezzi di cui non dispongono i governi occidentali, e, se necessario, potrebbe richiedere una produzione massiccia di dosi vaccinali alle aziende pubbliche e private, come già fatto per la produzione di mascherine e respiratori, sottraendo la produzione di questi beni fondamentali alle logiche del mercato. Al contrario, le multinazionali farmaceutiche occidentali brevetterebbero immediatamente il proprio vaccino, rendendolo inaccessibile alla gran parte della popolazione mondiale.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog