Un poster di Campagna per la Verità che indica sei criminali colpevoli di  falsi positivi.

Francesco Cecchini

Lo scorso febbraio il 13 ° tribunale civile di Bogotá ha ordinato al Movimento di Vittime di Crimini di Stato, MOVICE,  che è parte della Campagna per la Verità di rimuovere un poster, che si  riferisce a militari coinvolti in esecuzioni extragiudiziali dalle reti sociali. Il MOVICE, però, si rifiutò dicendo che non era alla sua portata l’ eliminazione vista la diffusione in vari ambienti dell’ immagine.

I falsi positi, falsos positivos,  sono consistiti in Colombia nell’assassinare per opera dell’esercito, persone innocenti e farle passare per guerriglieri delle FARC-EP, Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia – Esercito del Popolo, o dell’ELN, Esercito di Liberazione Nazionale, per ottenere riconoscimenti e premi dai superiori e ricompense dal governo nazionale. I falsos positivos sono per lo più avvenuti durante i due governi di Álvaro Uribe Vélez,  ora nemico numero uno della pace, dal 7 agosto 2002 al 7 agosto 2010.  I criminali responsabili di tutto ciò ciò non sono in prigione.

UNA STORIA SIGNIFICATIVA DI FALSI POSITIVI

Luis Jhon Castro Ramírez, noto come El Mono o Zarco quando era nell’ ELN, Esercito di Liberazione Nazionale, diventò nel 1994 reclutatore del battaglione dell’ esercito  Jaime Rooke ed è stato recentemente accusato delle esecuzioni extragiudiziali di 14 persone, avvenute nel 2008 .

Luis Jhon Castro Ramírez è in stato di fermo in Spagna, ma l’ estradizione non è ancora avvenuta a causa della crisi del corona virus  Secondo le indagini, Ramírez il 28 febbraio 2008,  ha ingannato sei persone con una falsa promessa di denaro per trasferirsi da Cali in una zona rurale di Ibagué, Tolima. Questo posto è stato scelto  dalla Seconda Sezione di Intelligence del Battaglione Jaime Rooke, guidato dal tenente Cristian Camilo Niño, per simulare un combattimento e ottenere falsi positivi. E’ questo il primo di tre episodi di assassinio di civili fatti passre per guerriglieri nei quali Ramírez è implicato e vi sono anche in merito sue testimonianze/confessioni rilasciate in anni passati.

In una sentenza del 5 settembre 2015, il Consiglio di Stato ha ordinato all’esercito di dare un riconoscimento pubblico e di scusarsi con le famiglie delle sei vittime di quel caso, che è stato anche ammesso dalla Commissione Interamericana per i diritti umani (IACHR) in Luglio 2015. In quella sentenza, è stato anche fatto riferimento a un’altra dichiarazione resa da Castro Ramírez nel 2010, che specificava come le persone che aveva reclutato fossero state uccise. Con le testimonianze di Castro Ramírez, la Procura ha accusato diversi militari coinvolti in questi eventi. Tuttavia, non era stato in grado di perseguire Ramirez perché era fuggito. Apparentemente lasciò il paese attraverso il Venezuela e arrivò in Spagna con un altro nome.

In merito a tutto questo Ómar Laiton, del Collettivo degli avvocati della Opción Jurídica, che rappresenta una delle 14 vittime dei tre eventi del 2008 ha dichiarato: “Abbiamo notato che le risposte della JEP, Jurisdicción Especial para la Paz, in caso di esecuzioni extragiudiziali a Tolima non hanno ricevuto priorità. Né i militari hanno avuto un impegno chiaro, concreto e programmato per la verità e la riparazione delle vittime. Inoltre molti pubblici ministeri non possono prendere decisioni sostanziali nel mezzo delle indagini di cui sono attualmente responsabili, dal momento che l’ufficio del procuratore generale lo ha ordinato in circolari”

Manifestazione di famigliari di falsos positivos

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

Un pensiero su “COLOMBIA, FALSI POSITIVI CRIMINI DI STATO ANCORA IMPUNITI.”
  1. Ogni commento è inutile , torna alla mente Norimberga e le fughe all estero delle ss naziste. Non si può non essere toccati davanti al dolore dei famigliari di queste vittime .

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