Hồ Chí Minh City – Abbiamo già avuto modo in numerose occasioni di sottolineare l’ottima risposta data dal Vietnam all’emergenza sanitaria degli ultimi mesi. Al 28 maggio, infatti, il Paese dell’Asia sud-orientale conta solamente 327 casi di positività, e nessun decesso causato dal nuovo coronavirus. Nelle ultime settimane, il governo guidato dal Partito Comunista ha gradualmente riaperto le attività economiche e commerciali, le scuole e le attività sportive, con il Paese che è oramai tornato alla piena normalità, fatta eccezione per la possibilità di entrarne ed uscirne liberamente.

I successi ottenuti dal Vietnam, nonostante la sua vicinanza geografica ed i suoi legami economico-commerciali con la Cina, hanno fatto il giro del mondo, e sono stati adeguatamente elogiati da numerose testate. L’ultimo importante riconoscimento è arrivato per mezzo del quotidiano statunitense Politico: la prestigiosa testata con sede in Virginia ha pubblicato uno studio nel quale ha confrontato la performance di trenta Paesi, incoronando il governo vietnamita come il migliore nella risposta alla pandemia.

Gli autori dell’articolo in questione hanno preso in considerazione i risultati ottenuti sia nella salute pubblica che nella risposta economica dei vari Paesi, classificando inoltre le misure prese dai governi come leggere, moderate o severe. Tra le misure economiche prese in analisi, inoltre, figurano l’andamento del PIL ed i provvedimenti presi dai governi per arginare la disoccupazione, mentre dal punto di vista sanitario sono state considerate le statistiche ufficiali della John Hopkins University su numero di test effettuati, infezioni e morti.

Il Vietnam ha ottenuto il primato sotto entrambi i punti di vista, dimostrandosi come il Paese più capace di arginare l’emergenza sanitaria, riuscendo anche a dare una risposta adeguata dal punto di vista economico. Dal punto di vista della salute pubblica, il Paese asiatico guida la classifica con un leggero margine di vantaggio su Taiwan, mentre più distanti si trovano Nuova Zelanda, Corea del Sud, Islanda ed Australia. L’Italia, invece, si trova in terzultima posizione: peggio fanno solamente Regno Unito e Spagna.

Se invece si vuole stilare la classifica su base economica, il Vietnam ne esce meglio di BangladeshCina, Indonesia e Corea del Sud. Da notare come i Paesi asiatici, pur essendo stati i primi a subire la pandemia, monopolizzano la parte alta della classifica, visto che nelle prime nove posizioni troviamo anche Taiwan, Giappone, Arabia Saudita e Singapore. L’Italia, in questo caso, fa leggermente meglio, mettendosi alle spalle quattro Paesi: Spagna, Svezia, Argentina ed Iran.

Secondo il Fondo Monetario Internazionale (FMI), infatti, il PIL del Vietnam crescerà anche quest’anno del 2.7%, una cifra superiore rispetto agli altri Paesi della regione, e per il 2021 si prevede il ritorno ad una crescita in linea con quella del 2018 e del 2019, intorno al 7%. Il primo ministro vietnamita Nguyễn Xuân Phúc ha dichiarato che per il Paese sarà impossibile centrare l’obiettivo pianificato del 6.8% per l’anno in corso, ma il governo spera comunque di raggiungere una crescita del 4.5%. Ad ogni modo, anche le previsioni più pessimistiche, come quella del FMI, affermano che il Vietnam sarà quest’anno uno dei pochi Paesi (quasi tutti asiatici) in grado di mantenere il segno positivo nell’andamento dell’economia nazionale.

La classifica, inoltre, dimostra come i Paesi capaci di rispondere meglio alla pandemia non siano stati quelli che hanno preso misure severe (Argentina, Arabia Saudita e Singapore) o moderate (la maggioranza dei Paesi occidentali, Italia compresa), ma quelli che hanno preso misure considerate come “leggere”. La maggioranza dei Paesi asiatici, compresi Vietnam, Cina, Giappone, Corea del Sud e Taiwan, ha infatti applicato restrizioni meno severe, ma allo stesso tempo ha operato scelte oculate per combattere l’emergenza ed isolare celermente le aree più colpite, anziché bloccare in maniera indiscriminata l’intero Paese.

Un’inchiesta effettuata dall’agenzia britannica YouGov ha confermato questi dati prendendo in considerazione l’umore della popolazione. Secondo il sondaggio che ha preso in considerazione 27 Paesi, infatti, l’88% dei vietnamiti considera che la situazione sanitaria sia in miglioramento ed il 97% ha un’opinione positiva delle misure prese dal governo per combattere la pandemia. I vietnamiti dimostrano così di essere i più ottimisti insieme ai cinesi (89%) e agli abitanti di Taiwan (88%), mentre negli Sati Uniti solamente il 42% dei cittadini pensa che la situazione stia migliorando.

Tra i governi che godono della maggior fiducia, invece, quello vietnamita si classifica primo, con l’appoggio, come detto, del 97% della cittadinanza. Seguono la Malaysia (93%) e Taiwan (90%), mentre gli Stati Uniti si classificano ultimi. Inoltre, i vietnamiti affermano di avere una maggior fiducia nella copertura data dai media e dalla stampa sul coronavirus (89%), mentre questo dato non raggiunge il 50% in Francia, Regno Unito, Italia e Stati Uniti. Infine, i vietnamiti sono coloro che hanno maggior fiducia nella ripresa economica (80%), guidando questa classifica con un ampio margine sui cinesi (68%).

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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