La Repubblica di Kiribati è uno stato arcipelagico composto da 33 isole, di cui ventuno abitate, con una popolazione di appena 110.000 persone. La maggioranza di queste isole facevano parte della colonia britannica delle isole Gilbert, fino all’indipendenza raggiunta il 12 luglio del 1979.
Il 14 ed il 21 aprile, i cittadini gilbertesi sono stati chiamati alle urne per rinnovare la composizione del parlamento, composto da 46 seggi, di cui 44 eletti direttamente, ai quali si aggiungono il presidente del parlamento ed un deputato scelto dal Consiglio degli Anziani di Rabi, un’isola che gode di un particolare status di condominio tra Figi e Kiribati a causa della presenza della comunità proveniente dall’isola di Banaba, appartenente a Kiribati. Sebbene la pubblicazione dei risultati definitivi delle elezioni sia arrivata piuttosto tardi, il 22 maggio la prima seduta della nuova legislatura ha aiutato a fare chiarezza sui nomi degli eletti.
Le urne hanno premiato la nuova formazione Kiribati First (Kiribati Moa, KIM), fondata da Banuera Berina nel 2019. Berina, che sarà anche candidato alle elezioni presidenziali di giugno, aveva in quell’occasione abbandonato il Tobwaan Kiribati Party (TKP), il partito della maggioranza e del presidente Taneti Maamu, a causa del dissenso sulle posizioni prese nei confronti di Taiwan. Maamu aveva infatti deciso di revocare il riconoscimento di Taiwan da parte di Kiribati, al fine di migliorare le relazioni con la Repubblica Popolare Cinese, considerando i buoni rapporti con la Cina come una garanzia per lo sviluppo futuro del Paese.
Tornando alle elezioni di aprile, il partito di Berina è riuscito ad eleggere 24 parlamentari, raggiungendo una teorica maggioranza assoluta. Il TKP di Maamu, invece, si è fermato a solamente dodici seggi, un netto calo se si considera che, prima della scissione, ne contava ben 33. Infine, il Partito dei Pilastri della Verità (Boutokaan te koaua, BTK) dell’ex presidente Anote Tong ha eletto cinque deputati, mentre un solo parlamentare è stato eletto come indipdendente.
Ne mese di maggio, alcuni deputati del KIM e del BTK hanno dato vita alla nascita del Boutokaan Kiribati Moa (BKM), con l’intenzione di propiziare la fusione tra le due liste. Il nuovo BKM, la cui presidenza è stata assegnata a Tessie Lambourne, non sembra però aver completamente raggiunto l’obiettivo, e la situazione del parlamento di Kiribati resta ancora frammentaria ed incerta. Sicuramente, questa sorta di alleanza ufficiosa ha portato all’elezione di Tangariki Reete (BTK) alla presidenza del parlamento, in sostituzione di Tebuai Uaai (TKP).
Tuttavia, la prima votazione del 26 maggio ha mostrato un quadro ancora diverso, con il parlamento che si è spaccato esattamente in due parti uguali: 22 deputati hanno votato in favore della nuova maggioranza guidata dalla nascente formazione BKM ed altrettanti che invece hanno votato contro. Il BKM, naturalmente, può contare sul presidente del parlamento, ottenendo così una momentanea maggioranza di un solo seggio, in attesa della nomina da parte del Consiglio degli Anziani di Rabi.
Di fatto, la principale questione politica che divide i due gruppi resta quella riguardante le relazioni con Taiwan: la nuova maggioranza potrebbe decidere di ristabilirle, mentre l’opposizione è decisamente filocinese e ritiene che avere buoni rapporti con Pechino sia fondamentale per il futuro del piccolo stato arcipelagico. Le elezioni presidenziali di giugno saranno fondamentali da questo punto di vista, quando si svolgerà lo scontro diretto tra il presidente in carica, il filocinese Taneti Maamu, e lo sfidante Banuera Berina.
CLICCA QUI PER LA PAGINA FACEBOOK
Giulio Chinappi – World Politics Blog