“Allarmi son padroni. Subire o rompere il nuovo patto sociale all’ombra della UE?”. Il Domenicale di Controlacrisi, a cura di Federico Gisuti
Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, interviene direttamente e lo fa senza peli sulla lingua con alcune indicazioni sul che fare da qui ai prossimi mesi. In estrema sintesi cosa propone il Governatore?
- Utilizzo pragmatico dei fondi europei
- ripensare il modello fiscale, magari per ridurre la tassazione alle aziende
- favorire l’impresa
- superare le inerzie del passato
Il pil puo’ crollare del 13%, la crisi sociale investirà le famiglie con un numero di poveri e senza reddito\lavoro in continuo aumento, sono queste le preoccupazione del sistema finanziario che rivendica voce in capitolo sull’utilizzo dei soldi europei, al pari di quanto fanno i padroni che rivendicano per loro perfino i soldi della cassa integrazione.
Tra potere economico e finanziario, tra lobby politiche e interessi speculativi la classe lavoratrice corre il rischio di subire l’ennesima sconfitta, questa volta con ripercussioni ancora piu’ gravi dell’ultimo ventennio.
Il recovery fund è ancora tutto da capire, i media hanno fatto a gara a spiegarci i contenuti di un provvedimento ancora in fieri e a conferma della natura profetica del giornalismo italiano ma fin da ora si capisce che il Mes è uscito dalla porta per rientrare dalla finestra.
Parte dei soldi comunitari dovrà essere restituita in varie forme, ad esempio aumentando il finanziamento statale alla Ue o adottando politiche in campo economico e fiscale organiche ai dettami di Maastricht.
Il rapporto tra aiuti europei e politiche organiche ad un disegno organico e funzionale alla Ue è sempre piu’ evidente, da qui il silenzio dei sindacati ormai complici non solo delle politiche di austerità ma anche delle manovre economiche verso le quali si pongono in termini dialoganti.
La posta in gioco è elevata, si tratta di comprendere cosa sia il patto sociale all’ombra della Ue, intanto sta andando in porto una operazione ideologica rilevante come quella intenta a dimostrare che l’alleanza continentale abbia rimosso le asperità di alcuni paesi nordici accordando all’Italia aiuti concreti e “a fondo perduto” (inesattezza costruita ad arte).
In un colpo solo si rafforza il legame italiano alle politiche di austerità mettendo in un angolo i cosiddetti euroscettici Salvini e Meloni, costretti a rivendicare la bontà di una intesa descritta come male assoluto fino a poche ore prima.
Il Governatore ci dice che l’Italia ha bisogno della Ue,”una risorsa fomidabile per i cittadini”, ora si tratta di capire e di spiegare i contenuti del Recovery Fund, la merce di scambio offerta dall’Italia, le ripercussioni sulle politiche economiche e sociali dei prossimi mesi. E una volta acquisita la necessaria conoscenza dei fatti passare all’azione per scongiurare sistemi fiscali, decisioni in materia di lavoro e spesa pubblica ad uso e consumo dei poteri forti. E’ un passaggio obbligato per chiunque oggi voglia fare opposizione nella società o semplicemente pensa di ergersi a tutela degli interessi delle classi meno abbienti