di Amy Goodman
Questa intervista a Keeanga-Yamahtta Taylor, docente di Studi Afroamericani all’Università di Princeton ed autrice del libro “From #BlackLivesMatter to Black Liberation”, è tratta da un programma televisivo andato in onda su Democracy Now “The Quarantine Report” condotto da Amy Goodman e Nermeen Shaikh da New York.
Nella più grande rivolta dagli anni Sessanta, che sta coinvolgendo la nazione intera, i manifestanti hanno portato alla paralisi di varie città negli Stati Uniti nel fine settimana dopo l’uccisione da parte della polizia di George Floyd, un afroamericano di 46 anni di Minneapolis. «Non si tratta solo di eventi passati che si ripetono», ha affermato l’accademica Keeanga-Yamahtta Taylor. «Queste sono le conseguenze del fallimento di questo governo e dell’establishment politico nell’affrontare queste crisi».
AMY GOODMAN
George Floyd è morto una settimana fa, il 25 maggio, Memorial Day, [il giorno nel quale negli Stati Uniti d’America si commemorano i soldati americani caduti di tutte le guerre, rendendo loro omaggio, normalmente nell’ultimo lunedì di maggio, ogni anno, ndt]. Dopo essere stato arrestato dall’agente della polizia di Minneapolis Derek Chauvin, che ha tenuto il ginocchio premuto contro il suo collo per quasi nove minuti, Floyd continuava ad ansimare «non respiro» e poi ha smesso di muoversi.
Venerdì Chauvin è stato accusato di omicidio preterintenzionale. Gli altri tre agenti coinvolti sono stati licenziati insieme a Chauvin, ma non arrestati. Il governatore del Minnesota Tim Walz ha annunciato che il procuratore generale Keith Ellison sarà a capo delle indagini e di eventuali procedimenti giudiziari relativi all’omicidio di George Floyd. A Minneapolis, all’incrocio dove Floyd è stato ucciso, la gente ha creato un memoriale, dichiarandolo spazio sacro.
Nel frattempo, le proteste sono continuate per tutto il fine settimana in tutta la nazione. La polizia ha risposto violentemente alle numerose proteste, arrestando oltre 4.000 persone e attaccando i manifestanti con gas lacrimogeni e proiettili di gomma nelle città di tutto il paese.
Automobili ed edifici della polizia sono stati dati alle fiamme, mentre migliaia di persone sfidavano il coronavirus e la polizia, sempre più violenta, per manifestare. Nella sola New York le autorità hanno riferito che 47 veicoli della polizia sono stati danneggiati. Almeno 40 città hanno imposto il coprifuoco. La Guardia Nazionale è stata schierata in Minnesota, California, Illinois, Florida e in altri stati. I dipartimenti di polizia sono sempre più criticati per l’uso eccessivo della forza contro manifestanti e, in almeno 50 incidenti diversi, per aver aggredito giornalisti.
Le proteste hanno luogo in un momento in cui la nazione si trova ad affrontare la più grande crisi sanitaria pubblica da generazioni e il più alto tasso di disoccupazione dai tempi della Grande Depressione.
Durante le proteste di venerdì, il presidente Trump è stato trasferito nel bunker sotterraneo della Casa Bianca. Sabato Trump ha usato Twitter per minacciare l’uso di “cani feroci” e “armi pericolose”. Ha anche twittato che avrebbe dichiarato gli Antifa organizzazione terroristica, anche se esperti di diritto affermano che il presidente non ha la facoltà di annoverare un gruppo domestico tra le organizzazioni terroristiche e avvertono che una tale mossa violerebbe il Primo Emendamento.
La rabbia per la morte di Floyd segue una serie di proteste che hanno portato il mese scorso all’arresto di due, poi tre uomini bianchi, accusati di aver preso parte alla sparatoria di febbraio in Georgia in cui ha perso la vita il corridore nero Ahmaud Arbery e la morte di Breonna Taylor che è stata uccisa a Louisville a marzo, quando la polizia ha aperto il fuoco nella sua casa – sulla sua morte sta al momento indagando l’FBI.
Le manifestazioni si sono svolte per lo più all’aperto, le persone indossano mascherine, dunque non è chiaro se causeranno un aumento dei contagi da coronavirus. Molti dei manifestanti arrestati, però, sono stati portati in carceri che sono dei veri e propri epicentri di contagio.
Per approfondire abbiamo con noi Keeanga-Yamahtta Taylor, che insegna Studi Afroamericani all’Università di Princeton. Un suo recente articolo per il “New York Times” si intitola Of Course There Are Protests. The State Is Failing Black People (Certo che ci sono proteste. Lo Stato per i neri è assente). È anche autrice di Race for Profit: How Banks and the Real Estate Industry Undermined Black Homeownership e From #BlackLivesMatter to Black Liberation.
Ci puoi parlare della rivolta di massa che sta coinvolgendo il paese intero e della reazione della polizia, oltre che dei fatti orrendi del 25 maggio che hanno scatenato tutto questo, l’uccisione di George Floyd?
KEEANGA-YAMAHTTA TAYLOR
Innanzitutto, grazie Amy per avermi invitata a partecipare a questo dibattito. Io credo che in parte ciò a cui stiamo assistendo sia anni e anni di rabbia repressa. Molti hanno fatto riferimento agli anni ‘60, a Ferguson nel 2014, ma credo sia importante dire che non si tratta solo di eventi passati che si ripetono.
Si tratta delle conseguenze del fallimento di questo governo e della classe dirigente politica e economica, di questo paese, della loro incapacità a risolvere queste crisi, che quindi si aggravano e si accumulano nel tempo. Stiamo assistendo all’esplosione di questo.
Immagina quanto devi essere arrabbiato, disperato, furioso per uscire a protestare in condizioni che sono quelle di una pandemia storica che ha già ucciso oltre 103.000 americani, che ha avuto un impatto sproporzionatamente orrendo nelle comunità nere. Credo siano morti 23.000 o 24.000 neri. Per dirla in modo più semplice, negli Stati Uniti un afroamericano su 2.000 è morto a causa della Covid-19.
Quindi immaginate quanto è dura per persone che decidono di uscire in queste condizioni. E quindi, penso che l’aumento della violenza da parte della polizia, l’uso continuo della violenza da parte della polizia, gli abusi della polizia, l’efferatezza e l’omicidio hanno costretto le persone a sopportare quelle condizioni, perché è ovvio che o non c’è nulla che il nostro governo può fare a riguardo oppure il governo è complice e sceglie di non fare nulla.
E penso che dobbiamo aggiungere a questo la crisi che va al di là della violenza da parte della polizia che c’è in questo paese, perché tutti sappiamo che i video di pestaggi, abusi, omicidi non sono mai cambiati. Così, il movimento che è nato dalla rivolta di Ferguson, che è diventato Black Lives Matter, le condizioni che hanno portato a quella rivolta, non sono mai cambiate.
E penso che a reinnescare quella rivolta sia stato certamente il linciaggio pubblico di George Floyd una settimana fa a Minneapolis, ma anche le condizioni, il contesto più ampio in cui tutto questo si riversa. E a causa di questo contesto più ampio di disoccupazione di massa, di morte causata dalla pandemia, non si tratta solo – ecco, io non credo si tratti solo di proteste scatenate da o contro la violenza della polizia.
E vediamo moltissime – centinaia, se non migliaia, di giovani bianchi in queste rivolte, che rendono queste rivolte multirazziali, davvero. E penso che questo sia importante. Alcune persone hanno descritto la partecipazione dei bianchi come quella di agitatori esterni, o comunque so che ci sono racconti di suprematisti bianchi infiltrati in alcune delle manifestazioni. E penso che queste siano cose a cui dobbiamo prestare attenzione, tenerne conto e cercare di capire.
Ma penso che in generale non possiamo ignorare la partecipazione dei giovani bianchi, perché dobbiamo renderci conto che quello che è successo nell’ultimo decennio ha devastato anche le loro di vite. E su questo c’è stata forse una discussione con la generazione dei loro genitori, quando si è discusso delle «morti per disperazione». Ecco, sappiamo che l’aspettativa di vita dei bianchi, uomini e donne, si è invertita – qualcosa che, tra l’altro, non accade di solito nei paesi sviluppati. E questa cosa è causata dalla dipendenza da oppiacei, dall’alcolismo e dal suicidio. E così, questa generazione, la cui vita – ecco, se appartenete alla generazione di persone che ha finito la scuola, la vostra vita è stata un susseguirsi di guerre all’inizio del XXI secolo, poi c’è stata la recessione e ora una pandemia mortale.
Io credo che stiamo assistendo alla convergenza tra una ribellione di classe e il razzismo, con il terrorismo razziale al centro. Per molti versi siamo in un territorio inesplorato degli Stati Uniti.
Intervista pubblicata su Democracy Now. Traduzione in italiano di Emma Catherine Gainsforth per DINAMOpress.
Immagine di copertina e prima immagine nell’articolo: Sigal, corteo a Minneapolis dopo l’omicidio di George Floyd. Pubblicato su: Sigal Photos
Seconda immagine nell’articolo: Eleonora Privitera. Ccorteo di Black Lives Matter a Brooklyn di Sabato 31 Maggio.