‘Il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non può essere infranto’, questo è quanto afferma il Secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America

La conquista del West non è stato un fatto epico come hanno tentato di inculcarci con la cinematografia di Hollywood e non solo. Un intero popolo è stato annientato con la violenza. Consentire ai civili di armarsi era funzionale alla realizzazione di quell’obiettivo. Esigenza confermata con la Guerra d’Indipendenza. I Padri costituenti, quindi, non potevano non inserire nella Costituzione il principio della legittimità del possesso di armi.

Quello che sorprende è come sia stato possibile che in oltre due secoli di storia nel popolo americano non sia nata l’esigenza di un cambiamento. Ancora oggi la maggioranza dei cittadini continua a ritenere necessario il mantenimento di quel principio sancito nel 1787. Cambiare opinione è difficile. Poche multinazionali e decine di migliaia di venditori al dettaglio impediscono ogni tentativo di limitare per legge la vendita di armi e di conseguenza di ridurre la produzione di armi. Secondo un ‘report del Congressional Research Service negli Usa circolano 357 milioni di armi da fuoco contro una popolazione di 318,9 milioni di persone’. Sul suolo del Paese a stelle e strisce circolano più armi che persone. Non solo, ‘il 42% di civili armati del mondo’ è di nazionalità americana.

Per comprare armi basta essere maggiorenni e presentare un documento di identità, ‘il venditore si limiterà a registrare i dati ed associali all’arma’. Chiunque può farsi un arsenale. Nonostante le rigorose misure di repressione previste dall’ordinamento giudiziario, gli Stati Uniti sono il Paese occidentale dove maggiore è il numero di vittime causato da armi da fuoco. Non solo, maggiore è anche il numero di suicidi e l’uccisione di civili attribuita alla polizia. E non è un caso che le sparatorie di massa, cioè quelle con un numero di vittime pari o superiore a 4, siano quasi giornaliere.

Gli Usa sono una superpotenza economica e militare e si ritengono una grande Democrazia, ma, nonostante ciò, restano uno dei Paesi dove i diritti civili non sono pienamente affermati. Non rappresentano cioè un valore primario. Prima viene la libertà di fare profitti, poi, dopo, tutto il resto. Il diritto alla salute, ad una retribuzione dignitosa, all’uguaglianza tra bianchi e neri e, persino, il diritto alla vita sono secondari rispetto al ‘business’ delle armi. La cultura di un Paese si misura con la sua capacità a garantire i diritti civili e sociali ai suoi cittadini, ed in questo gli Usa hanno molto da imparare da altri popoli, e non solo da quello europeo.

Fonte focus.it

REDNEWS

Di Giovanni Pulvino (REDNEWS)

Insegno Scienze giuridiche ed economiche dal 1993. Dopo tanti anni di supplenze sono passato di ruolo nel novembre del 2015. In quel periodo il portale web di Tiscali dava agli utenti la possibilità di esprimersi tramite le ‘Socialnews’. Ed è cosi che nel luglio del 2012 ho iniziato a scrivere articoli raccontando le vicende dei precari storici della scuola. Per un anno ho collaborato anche con ComUnità del portale Unità.it. Successivamente, per integrare e proseguire quell’esperienza durata oltre 3 anni, ho creato REDNEWS (28 giugno 2015), un ‘blog di cronaca, informazioni e opinioni dal profondo Sud’. Il mio scopo era ed è quello di dare voce a chi è escluso dalla società, in particolare i disoccupati, i precari, i pensionati al minimo. Nello stesso tempo intendo esprimere il punto di vista di chi vive nel Meridione, terra che è regolarmente esclusa oltreché dal benessere economico anche dai circuiti d’informazione nazionali. La linea editoriale del blog può essere riassunta con le parole scritte nel IV secolo a.C. dal poeta e drammaturgo greco Sofocle: ‘L’opera umana più bella è di essere utile al prossimo’.

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