Carcere ai veri criminali. Giustizia e verità sul massacro di Curuguaty.
Francesco Cecchini
Sul massacro di Curuguaty si sono scritti libri, saggi e articoli, si sono fatti docufilm. Si è detto e fatto vedere tutto.
Il link con un dossier, del 2014, ma ancora valido a spiegare l’ accaduto, è il seguente:
http://www.annalisamelandri.it/2014/05/dossier-curuguaty-paraguay-a-cura-di-francesco-cecchini/
Comunque dopo otto anni non è ancora stata fatta giusitizia e riparazione per le vittime di quel massacro e per i campesinos, che innocenti sono stati ingiustamente accusati e imprigionati.
Lo scorso 12 giugno in varie manifestazioni si sono ricordati gli 11 campesinos e i sei poliziotti caduti il 15 giugno 2012 a Marina Kue
Famigliari delle vittime li ricordano a Marina Cue.
Gli eventi sono stati ridotti a causa della pandemia da coronavirus, ma è stato denunciato nuovamente e con forza l’ intervento armato dei propietari terrieri per rimuovere il presidente di allora Fernando Lugo, affossare la democrazia e impedire la riforma agraria.
Importante la dichiarazione rilasciata, per l’ occasione, dalla attivista Guillermina Kanonnikoff, in relazione a coloro che hanno subito la prigione: “Sono stati ingiustamente condannati a molti anni di prigione, hanno riguadagnato la loro libertà e anche se ciò rappresenta una vittoria, il caso non è finito. Il processo in sé non è ancora terminato, abbiamo 37 accusati, anche i morti sono stati accusati, denunciati in contumacia. Secondo quanto riferito, è stata aperta un’ indagine per valutare le condizioni in cui morirono gli 11 contadini, ma un dito non è stato mai mosso. Alla Corte Federale Suprema abbiamo un processo di incostituzionalità avviato dal giudice Martínez Prieto, che non ha mai ricevuto risposta. Quelli rilasciati non sono stati nemmeno compensati e ci deve essere un risarcimento, che non si è mai verificato
Come hanno osservato gli osservatori internazionali che furono presenti al processo, in quella data, 12 giugno 2012, 324 poliziotti, addestrati dalla CIA e dall’ esercito degli Stati Uniti, armati pesantemente di fucili, bombe a gas, elmetti, scudi, cavalli e persino elicotteri circondarono 60 lavoratori senza terra, la metà di loro donne, bambini e anziani. I militari agirono per difendere la proprietà rivendicata dalla società Campos Morombi di Blas Riquelme, uomo d’affari e potente politico legato alla dittatura di Alfredo Stroessner, 954-1989. L’ azione dei cecchini iniziò il massacro.
Tra l’ altro Jalil Rachid, responsabile della condanna e della prigione di campesinos innocenti, un anno fa è stato riconfermato Pubblico Ministero per Curuguaty.
Fuori Rachid! Appello contro Jalil Rachid
Testo della mozione Change.org contro Rachid.
In un atto nullo e arbitrario, la Corte suprema ha ratificato Jalil Amín Rachid come procuratore di Curuguaty, dopo averlo licenziato e nominato Alfonso Mascareño in carica: Jalil Rachid è la principale persona responsabile del vergognoso processo giudiziario condotto contro le contadine. e i sopravvissuti contadini del massacro impunito di Curuguaty, un’ indagine che rinchiuse gli innocenti per coprire i colpevoli e che si concluse con la totale nullità del processo e il rilascio di tutte le donne e gli uomini contadini ingiustamente bloccati. Il ritorno di questo personaggio a Curuguaty è una provocazione violenta per l’ intera società, in particolare per la popolazione di Canindeyú e una grave battuta d’arresto che piange ancora una volta le famiglie delle vittime del massacro che sono ancora in attesa di giustizia.
Conclusione. La vicenda del Massacro di Curuguaty è ancora aperta, leggere la dichiarazione di Guillermina Kanonnikoff e il fatto preoccupante che Jalil Amín Rachid è ancora il pubblico ministero. Per evitare ricadute e ottenere giustizia definitiva e compensazione per le vittime è anche importante informazione e mobilitazione a livello internazionale.