Anne Hidalgo, sullo sfondo Paris En Commun.
Francesco Cecchini
Il secondo turno delle elezioni comunali in Francia è stato il primo test elettorale post-Covid-19. Dopo il primo turno, il 15 marzo scorso, il voto ha avuto luogo in 4.820 comuni in cui i consigli comunali non sono stati eletti in pieno.
L’ astensione è stata record, ma la Francia è stata scossa da un’ ondata verde con sfumature di rosso.
La socialista Anne Hidalgo è stata rieletta sindaco di Parigi con quasi il 50% dei voti. Centrali nel suo programma, da Paris Oser a Pari En Comun, sono stati, tra gli altri, il tema ambientalista e la riappropiazione da parte dei cittadini degli spazi pubblici.
Nata nel 1959 a San Fernando in Andalusia, da dove la sua famiglia emigrò per sfuggire dal franchismo, è però ctresciuta ha studiato e iniziato a far politica nel Partito Socialista a Parigi. Parigi è la sua città. La guerra alle auto è diventata presto un tratto distintivo del mandato di Anne Hidalgo: gli spazi dedicati alle bici si sono moltiplicati su tutti i grandi assi di circolazione interna alla città, e parte del centro è stato pedonalizzato, in particolare la rive droite della Senna, chiuso alle macchine per quasi 4 chilometri, dal bassin de l’Arsenal fino al Louvre. Un’attenzione che ha anticipato un tema poi esploso durante la crisi del coronavirus: la vivibilità della città, l’attenzione agli spazi pubblici e il ricorso a una mobilità diversa, non basata sull’automobile ma sul circuito integrato tra metropolitane, autobus, scooter elettrici, monopattini e biciclette in sharing.
Anne Hidalgo e il suo programma sono stati appogiati da uno scheramento di sinistra, Europe Ecologie-Les Verts (EELV), il Partito Comunista Francese e da un paio di movimenti.
Alcuni pensano che Anne Hidalgo possa candidarsi alle presidenziali nel 2022 contro Emmanuel Macron, ma finora ha smentito questa possibilita affermando: “Paris me comble”, “Parigi mi riempie”. Ma non è detta l’ ultima parola sul fatto che Anne Hidalgo possa trasferirsi dal Hotel de Ville di Parigi a Palais de l’Élysée per sloggiare Macron.
A Lille, Martine Aubry del Partito Socialista, , sindaco dal 2001, ha sconfitto il 28 giugno per poco il candidato ambientalista Stéphane Baly
Europa Ecologie-Les Verts (EELV) non è più lo stesso partito dopo il secondo turno delle elezioni comunali del 28 giugno. Piccola struttura di quattro dipendenti, senza deputati all’Assemblea nazionale, EELV ha conquistato diverse grandi città, diventando così una delle forze maggiori dell’opposizione al presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Gli ambientalisti hanno vinto- da soli o alla guida di coalizioni – comuni come Lione, Bordeaux, Strasburgo, Poitiers, Besançon, Annecy o persino Colombes (Hauts-de-Seine).
A Marsiglia Michèle Rubirola e la sinistra sono in testa a Marsiglia, ma hanno vinto solo in quattro su otto circoscrizioni. La vittoria dell’ Unione della Sinistra resta da consolidare nell’ elezione del sindaco da parte del consiglio comunale. Michèle Rubirola ha dichiarato: “È una vittoria relativa per noi, ma una sconfitta per la destra.”
Per il Partito Comunista Francese invece non è andata bene. Ha perso diverse roccaforti storiche. Il secondo turno delle elezioni comunali ha visto il passaggio a destra o al Partito Socialista di diversi comuni nelle mani del PCF per diversi decenni. Ciò vale in particolare per Saint-Denis, Aubervilliers, Champigny-sur-Marne o Givors.
Jean-Luc Mélenchon, il cui partito, La France Insoumise, non ha brillato nelle urne, specie nel primo turno, vedi Parigi, si è coperto dietro l’ astensione, dichiarando: “la massa del popolo francese è in sciopero civico” ed evocando uno stato di “fredda insurrezione”. Comunque a Marsiglia La France Insoumise fa parte dello schiaramento di sinistra che sostiene la verde Michèle Rubirola.
Louis Aliot del Rassemblement National è diventato sindaco di Perpignan e la sua presidente, Marine Le Pen, s’ è congratulata per la grande vittoria. E’ innanzitutto una vittoria per la Francia avere un solo sindaco della formazione di estrema destra Rassemblement National. Una vittoria completa sarebbe non averne nessuno.
Dopo lo sberlone preso a Parigi dalla candidata di Emanuel Macron Agnés Buzyn, un misero 13.7%, Edouard Philippe eletto sindaco di Le Havre sconfiggendo il comunista Jean-Paul Lecoq è stato l’ unica vittoria di La République En Marche( LaRem). Ciò ha permesso a Macron non di dare le dimissioni, ma di rimaneggiare il governo.
Importante. Nessun ambientalista al governo. Lunedì 29 giugno, all’ indomani della spinta verde alle elezioni comunali, i dirigenti d’ Europe Ecologie-Les Verts hanno assicurato che nessun membro del partito sarebbe entrato nel governo nel rimpasto atteso questa settimana. L’ eurodeputato David Cormand, ha assicurato che “non ci sarà EELV al governo. Il centro di gravità dell’attuale maggioranza non è l’ecologia, non è il sociale “.
Conclusioni. Negli ultimi anni c’è stata un’evoluzione: le organizzazioni marxiste sono diventate consapevoli dell’ importanza questione ecologica.
L’ unità delle forze politiche socialiste, comuniste, ecologiste è fondamentale per vincere la destra, in Francia e altrove.
Ecosocialismo