Sono passati quasi cinque mesi dalle elezioni dell’8 febbraio, e finalmente l’Irlanda può dire di avere un nuovo governo. Un esecutivo nato attraverso una serie di compromessi e figlio dell’obiettivo di evitare un’ascesa al potere di Sinn Féin, il partito della sinistra nazionalista che per la prima volta era riuscito ad ottenere il primo posto tra le preferenze degli elettori.
Avversari storici, pur essendo entrambi di centro-destra, Fianna Fáil e Fine Gael hanno rapidamente capito che avrebbero dovuto mettere da parte l’antica rivalità pur di evitare un governo guidato da Mary Lou McDonald, la leader di Sinn Féin. Il premier uscente, Leo Varadkar (Fine Gael) ed il numero uno di Fianna Fáil, Micheál Martin, hanno trovato un accordo che prevede la rotazione dei due alla guida dell’esecutivo, ma restava da trovare un terzo partner all’interno della coalizione, al fine di raggiungere la maggioranza in parlamento.
Il 14 aprile, Varadkar e Martin hanno ufficialmente annunciato il raggiungimento dell’accordo per la formazione del governo, ed hanno iniziato a sondare il campo fra le altre forze politiche, naturalmente escludendo Sinn Féin. Le contrattazioni hanno coinvolto il piccolo Aontú, che dispone di un solo seggio, i Social Democrats (Daonlathaigh Shóisialta) e soprattutto The Green Party – An Comhaontas Glas.
Proprio gli ecologisti di Eamon Ryan sono alla fine stati scelti come terzo partner della coalizione di governo, forti dei dodici seggi conquistati, sufficienti per raggiungere la maggioranza parlamentare. I verdi hanno infatti ottenuto un grande incremento di consensi alle ultime elezioni, eleggendo dieci deputati in più rispetto alla precedente legislatura. Ryan, oltretutto, ha subito annunciato che in caso di partecipazione al governo di coalizione avrebbe rinunciato al suo turno nella rotazione alla guida del governo, ma ha formultato alcune richieste di provvedimenti da prendere in difesa dell’ambiente, come la riduzione delle emissioni di gas serra del 7% annuo.
Il 15 giugno, i tre partiti hanno pubblicato un programma di governo, confermando la rotazione tra Varadkar e Martin nel ruolo di primo ministro. Il 26 giugno, le forze coinvolte hanno organizzato delle consultazioni interne per approvare il programma di governo, che ha ottenuto l’80% dei pareri favorevoli tra i delegati di Fine Gael, il 74% tra quelli di Fianna Fáil ed il 76% tra le fila degli ecologisti.
Nella giornata successiva, il parlamento ha votato la fiducia, con 93 voti favorevoli e 63 contrari, al nuovo governo guidato da Micheál Martin, che tra due anni e mezzo, nel dicembre del 2022, passerà il testimone a Leo Varadkar. Il cinquantanovenne di Cork ricopre per la prima volta la carica di taoiseach, dopo essere stato il titolare di diversi ministeri tra il 1997 ed il 2011, compreso il Ministero degli Esteri (2008-2011). Nel 2004, come ministro della sanità, si rese promotore della legge che vieta di fumare nei luoghi di lavoro.
Nel suo discorso al Dáil Éireann, la camera bassa del parlamento della Repubblica d’Irlanda, Martin ha affermato che l’attenzione del suo esecutivo si concentrerà sulla ripresa sociale, economica e culturale dal coronavirus.
La leader del Sinn Féin, Mary Lou McDonald, che ora sarà a capo dell’opposizione, ha invece accusato Fianna Fáil e Fine Gael di aver cospirato per escludere il suo partito dal governo. McDonald ha definito l’accordo per la formazione del nuovo governo come un “matrimonio di compromesso”. Pearse Doherty, altro esponente della formazione di sinistra, ha aggiunto: “Le persone sanno cosa vuol dire avere Fianna Fáil e Fine Gael al potere insieme. In un momento in cui l’Irlanda ha bisogno di ambizione e grandi idee, abbiamo un programma per il governo che non rè in grado di offrire alloggi a prezzi accessibili, di aumentare la capacità dei nostri servizi sanitari, di riportare le persone al lavoro e di permettere loro di sopravvivere, di prendersi cura dei bambini, di affermare il diritto della pensione a sessantacinque anni né di pianificare l’unità irlandese”.
Martin ha presentato la squadra del nuovo governo sabato sera, distribuendo le cariche tra i tre partiti della nuova maggioranza. In attesa di tornare ad occupare il ruolo di premier, Leo Varadkar è stato nominato tánaiste (vicepremier) nonché ministro per le imprese, il commercio e l’occupazione. Il leader ecologista Eamon Ryan ha invece ottenuto il titolo di ministro dei trasporti, dell’energia e dell’azione per il clima.
LA SQUADRA DEL GOVERNO MARTIN
Primo ministro – Micheál Martin (Fianna Fáil)
Vice primo ministro e ministro per le imprese, il commercio e l’occupazione – Leo Varadkar (Fine Gael)
Ministro dei trasporti, dell’energia e dell’azione per il clima – Eamon Ryan (Green Party)
Ministro delle finanze – Paschal Donohoe (Fine Gael)
Ministro della sanità – Stephen Donnelly (Fianna Fáil)
Ministro degli affari esteri e della difesa – Simon Coveney (Fine Gael)
Ministro della giustizia – Helen McEntee Fine Gael)
Ministro dell’istruzione – Norma Foley (Fianna Fáil)
Ministro dell’agricoltura – Barry Cowen (Fianna Fáil)
Ministro dell’edilizia abitativa – Darragh O’Brien (Fianna Fáil)
Ministro delle spese pubbliche – Michael McGrath (Fianna Fáil)
Ministro degli affari rurali e della protezione sociale – Heather Humphreys (Fine Gael)
Ministro dell’istruzione superiore – Simon Harris (Fine Gael)
Ministro delle comunicazioni e della cultura – Catherine Martin (Green Party)
Ministro dell’infanzia, della disabilità e dell’uguaglianza – Roderic O’Gorman (Green Party)
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Giulio Chinappi – World Politics Blog