Rodrigo Londoño Timochenko, leader del partito FARC
Francesco Cecchini
Il partito FARC, Forza Alternativa Rivoluzionaria del Comune, fu fondato dal 28 al 31 agosto 2017 a Bogotà da ex guerriglieri delle FARC-EP, miliziani e membri del Partito comunista clandestino colombiano e fu presentato il 1 settembre a Plaza Bolívar. Nel suo discorso Rodrigo Londoño lanciò la proposta di un governo nazionale di transizione per il periodo 2018-2022.
Di fronte al partito FARC vi erano innanzitutto quattro obiettivi.
– Costruire un grande patto politico nazionale che elimini le armi dalla politica e permetta una riconciliazione tra coloro che hanno vissuto la guerra in Colombia.
– Lavorare per l’istituzione di un governo che permetta di attuare l’accordo e completare la pace in Colombia.
– Portare a termine il dialogo con l’Esercito di Liberazione Nazionale per ottenere un accordo di pace.
– Porre fine alle bande paramilitari per garantire che la guerra non si ripeta.
Dopo quasi tre anni il bilancio politico del partito FARC non è positivo. Ha giocato pesantemente a sfavore Iván Duque, uomo di Alvaro Uribe nemico numero uno della pace, che governa la Colombia dal 7 agosto 2018. Iván Duque ha sabotato e sta sabotando la Pace in Colombia.
Significativo che ex guerriglieri delle FARC-EP abbiano, un anno fa circa, abbandonato il partito FARC e ripreso le armi. Le FARC-EP Nueva Marquetalia, il loro nuovo nome, sono presenti in 138 municipi, hanno in pochi mesi hanno radoppiato le forze e, sembra, siano 4600 guerriglieri, 2.600 con le armi e 2000 nelle reti clandestine d’ appoggio.
Ma i problemi non sono finiti. Il partito FARC sta vivendo una crisi che potrebbe degenerare in un’ altra divisione e nella formazione di una diversa organizzazione. Nel caso del partito FARC ciò sta implicando instabilità e minaccia di divisione. Con sette voti a favore e cinque contrari, i membri del Consiglio Politico hanno preso la decisione di rimuovere Fabián Ramírez, Benedicto González, Andrés París e Pablo Atrato. Rodrigo Londoño, il leader del partito, si è limitato a dire “Sono state prese alcune decisioni disciplinari”.
Degli espulsi, è stato detto che sono vicini a FARC-EP Nueva Marquetalia, ma le loro azioni politiche sono nella legge. In merito uno degli espulsi, Benedicto González, ha affermato: “Non possono chiederci di odiare i compagni che sono tornati alla lotta armata. Un’altra cosa è giustificare le loro azioni armate, che non giustifichiamo.”
La storia del partito FARC non è esattamente quella dell’ unanimità e l’ emergenza del coronavirus ha ulteriormente aggravato la situazione. A causa dell’ impossibilità di tenere il Congresso che era programmato in aprile, sono state rinviate le discussioni in sospeso, aumentando ulteriormente le tensioni. In discussione è il cambio di nome, la revisione degli statuti e persino vi è la proposta di alcuni settori di sostituire Rodrigo Londoño come leader del partito. Una vera e propria resa dei conti, insomma.
Tutto ciò sta dispiacendo non solo a militanti e simpatizzanti del partito FARC, ma anche a tutti coloro che in Colombia o nel mondo hanno a cuore la pace in quel paese, che rischia di essere uccisa dai continui assassinii di leader sociali ed ex guerriglieri, dalla presenza dei paramilitari, dagli ostacoli alla realizzazione dell’ Accordo di Pace e richiede unità e non divisioni.
Colombia vuole la pace