Inizialmente previste per il 10 maggio, le elezioni presidenziali polacche sono state rinviate fino al 28 giugno, con il ballottaggio da tenersi il 12 luglio, a causa della pandemia da nuovo coronavirus. Il rinvio era stato avversato fino all’ultimo momento dal partito di governo, Diritto e Giustizia (in polacco Prawo i Sprawiedliwość, PiS), visto che tutti i sondaggi davano il presidente in carica, Andrzej Duda, come favorito per la riconferma. Alla fine, però, il primo ministro Mateusz Morawiecki aveva dovuto cedere alle pressioni provenienti sia dall’opposizione che dai propri partner di governo del partito Accordo (Porozumienie), condotto dal vicepremier Jarosław Gowin.

A maggio, tutti i sondaggi sembravano effettivamente prevedere una schiacciante vittoria di Duda al primo turno, visto che il capo di stato in carica pareva destinato a superare la soglia del 50% dei consensi. Al contrario, sembrava in declino la candidatura di Małgorzata Kidawa-Błońska, degli europeisti di Piattaforma Civica (Platforma Obywatelska, PO), il partito dal quale proviene anche l’ex presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk.

Il rinvio della tornata elettorale ha permesso alle opposizioni di riorganizzarsi, mettendo in luce le problematiche emerse nel corso della gestione della pandemia da parte di PiS. Piattaforma Civica, inoltre, ha preso la lungimirante decisione di sostituire Małgorzata Kidawa-Błońska, già sconfitta dal premier Morawiecki in occasione delle legislative, con il quarantottenne Rafał Trzaskowski, attuale sindaco di Varsavia ed ex ministro dell’amministrazione e della digitalizzazione.

Questa mossa ha rilanciato la posizione di Piattaforma Civica, permettendo a Trzaskowski andare al ballottaggio contro Duda. Il capo di stato in carica ha infatti ottenuto il 43.6% dei consensi, un risultato assai rilevante ma significativamente inferiore alla soglia del 50%, mentre lo sfidante ha raggiunto il 30.3%, scavalcando il giornalista Szymon Hołownia, noto volto televisivo ed attivista per i diritti umani, candidato da indipendente (13.87%).

Tra gli altri candidati, Krzystof Bozak ha ottenuto il 6.78% per il partito di estrema destra Confederazione Libertà e Indipendenza (Konfederacja Wolność i Niepodległość), davanti al centrista Władysław Kosiniak-Kamysz, ex ministro del lavoro (2011-2015) ed attuale leader del Partito Popolare Polacco (Polskie Stronnictwo Ludowe, PSL), fermo al 2.36%. Deludente anche il risultato ottenuto da Robert Biedroń, europarlamentare e leader del partito Primavera (Wiosna), inserito nella coalizione della Sinistra (Levica), sostenuta anche dal Partito Comunista Polacco (Komunistyczna Partia Polski, KPP), che non è andato oltre il 2.22% (alle legislative dello scorso anno la lista di sinistra aveva ottenuto il 12.5%).

Notevole il dato sull’affluenza alle urne, che ha raggiunto il 64.4% degli aventi diritto nonostante la pandemia da nuovo coronavirus e le misure di distanziamento sociale prese per permettere il regolare svolgimento delle operazioni di voto. Il dato sull’affluenza alle urne, così come i deludenti risultati ottenuti da candidati come Kosiniak-Kamysz e Biedroń sono spiegabili anche con la forte polarizzazione della politica polacca, per cui queste elezioni sono state vissute da molti come una sfida all’ultimo sangue tra PiS ed il principale partito dell’opposizione, Piattaforma Civica. Per quanto riguarda il fallimento della candidatura di sinistra di Biedroń, l’elettorato tradizionale del partito Lewica ha optato in parte per Trzaskowski, scegliendo il candidato di Piattaforma Civica in funzione anti-Duda, ed in parte per l’homo novus Hołownia, che infatti ha conseguito un risultato notevole per un candidato indipendente.

La sfida del ballottaggio tra Duda e Trzaskowski, entrambi esponenti di diverse anime del centro-destra, potrebbe dunque essere decisa da due fattori fondamentali: l’affluenza alle urne e le indicazioni di voto provenienti dai candidati sconfitti. In particolare, sia il presidente in carica che il suo sfidante stanno cercando di corteggiare gli elettori di Krzystof Bozak. “Su molte questioni riguardanti la Polonia, come dovrebbe essere rappresentata la Polonia, come dovrebbero essere gestiti gli interessi polacchi, non molto ci ha separato e non molto ci separa; per molti aspetti, la pensiamo in modo simile“, ha dichiarato Duda, sottolineando la comunanza nelle posizioni conservatrici ed euroscettiche. Da europeista e liberista, invece, Trzaskowski si è rivolto a Bozak affermando che “quando si tratta di libertà economica, per molti aspetti abbiamo le stesse opinioni”, mentre l’estrema destra di Bozak ha spesso criticato le misure economiche prese dal PiS come “assistenzialiste” o addirittura “socialiste”.

Il risultato delle elezioni presidenziali non contribuirà dunque a spostare la Polonia nello spettro politico, trattandosi di una sfida tutta interna alla destra, ma potrebbe modificare la posizione del Paese nei confronti delle istituzioni europee. Inoltre, una sconfitta di Duda rappresenterebbe una pesante battuta d’arresto al potere del PiS, il cui vero leader resta Jarosław Kaczyński, ex primo ministro e presidente del partito sin dal 2003. Secondo alcuni analisti, invece, una sconfitta del capo di stato in carica potrebbe addirittura portare alla caduta del governo di Mateusz Morawiecki ed alle conseguenti elezioni anticipate. La vicenda del rinvio delle presidenziali ha già messo le tensioni esistenti all’interno della maggioranza, ed una eventuale sconfitta potrebbe portare Jarosław Gowin a ritirare il sostegno del proprio partito all’esecutivo.

Infine, l’eventuale ascesa di Trzaskowski alla presidenza della Polonia renderebbe automaticamente vacante una carica meno importante ma certamente molto ambita, come quella di sindaco della capitale.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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