Dovrebbe risultare ai più che gli Stati sono diventati strumenti per far cassa per le multinazionali e per le banche mentre perdono le competenze relative alla guida di un Paese con una propria capacità di programmazione e di spesa, data l’evanescenza sempre più marcata di autonomia politica; e così dovrebbe essere evidente (ma pare che non lo sia) che i governanti, presunti leaders, sono in effetti semplici megafoni di poteri esterni, quali la grande finanza, gli apparati militari, lobbies di grandi faccendieri, centrali massoniche internazionali, luoghi dove effettivamente si concepiscono le strategie di crescita e di dominio a livello planetario dell’imperialismo rampante, dell’ideologia neoliberista…
Villa Pamphili come Versailles. Come a celebrare i fasti del potere senza pudore, quel pudore che aveva caratterizzato la svendita dell’Italia nel Britannia, con la regia di Draghi, di Prodi e di altri noti profeti e paladini delle privatizzazioni, dello smantellamento dei salari, delle pensioni, dello stato sociale. Ora tutto il malaffare viene esibito con arroganza e senza ostacoli. Nella consapevolezza dell’inesistenza di un’opposizione che possa realmente fare male alle oligarchie del denaro e delle armi.
A Versailles non erano presenti solo nobiltà e clero. C’era anche il terzo stato. Se oggi per terzo stato intendiamo donne e uomini che lavorano nei campi, nelle fabbriche, negli uffici, nelle scuole, nella logistica, i pensionati, i lavoratori precari, questi non ci sono, se non alcune rappresentanze non ostili alla devastazione sociale prossima ventura…
Ma in compenso il gran Gotha della politica e della finanza del blocco tedesco attento a vigilare sul buon comportamento dei “governanti” italiani con Ursula Von der Leyen per la Commissione europea, Christine Lagarde per la Banca centrale, e, per non farci mancare niente, presente anche la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva. Una regalità tutta al femminile che, a sua volta deve dare conto alla sovrana d’Europa Angela Merkel.
Una discussione su temi fondanti la “ripresa”, in un Paese sovrano, si sarebbe dovuta svolgere in Parlamento, allargato anche a rappresentanti regionali. Ma il Bel Paese oramai è solo uno “spetro” di nazione. E’ sufficiente che vi siano solo degli esecutori servili che sappiano tuttavia tutelare i potentati locali che necessitano per i loro profitti di un dominio extraterritoriale.
E’ in questo contesto che media, intelletti da talk show, impazziscono di gioia, cogliendo la grande occasione fornita dalla peste pandemica, per inneggiare, come tanti Casaleggio-Grillo, allo smart working che libererà le strade dal traffico delle auto, delle moto… e non assieperà le persone in edifici, obbligando a ravvicinamenti inquinanti e contagiosi e rassicurando finalmente il lavoratore ad un lavoro domiciliare vicino ai suoi cari.
Indubbiamente lo smart working (lavoro agile) potrebbe essere di grande giovamento per uomini e donne, potrebbe creare condizioni di minor stress e di risparmio di lavoro inutile…
Ma c’è un problema. Non siamo in una società governata da lavoratori, da gente “minuta”. Siamo in una società dominata in modo autoritario da una classe egemone assatanata che sprofonda nei suoi privilegi, mentre la gran massa deve solo obbedire ai suoi diktat che, diversamente dal vecchio nazifascismo, sono elargiti mediate manipolazioni cognitive sia manifeste sia subliminali che inducono ( l’esperienza Covid è stato un magnifico esperimento di subornazione) i soggetti ad accettare le mostruosità dell’imperialismo (vedi guerre, violenze poliziesche, licenziamenti, sgomberi) come giuste azioni di governance) e ad introiettare le massime morali che ci tolgono dalla fatica del conflitto, dalla paure delle malattie, in cambio dell’obbedienza, dell’indifferenza, di un’egoità tutta centrata su se stessi e sulla famiglia.
In semplici parole, lo smart working ci farà lavorare di più, e in modo particolare nel contratto precario sarà occasione di allungamento pretestuoso del lavoro contro il quale nulla si potrà fare, dato che non vi sarà una comunità di persone che, a contatto stretto, potrà discutere, confrontarsi e, soprattutto lottare assieme contro un padronato visibile…raggiungibile…già oggi con le delocalizzazioni e con l’invenzione dell’Unione Europea e dei suoi precetti che sembrano arrivare da un Olimpo divino …si ha di fatto una difficoltà estrema nella lotta sindacale, portata avanti radicalmente e con continuità, nella situazione attuale, solo da sindacati di base…se non eccezionalmente da combattivi sindacalisti confederali…
In altra sede, tratterò dell’aberrante educazione a distanza che tutto può essere, indottrinamento, addestramento, manipolazione, subornazione…tutto può essere tranne che educazione, concetto molto complesso, di difficile comprensione, soprattutto per le menti servili fagocitate dalla cultura borghese di stampo neoliberista ( un secolo di studi e di esperienze: Montessori, Piaget, don Milani, Freinet, Freire, Ausubel, Bruner…mandato al macero)…Educazione a distanza: un ossimoro.
E’ in questo contesto di vuoto politico delle masse, di grave lacerazione della solidità politica degli stati, disposti tra di loro, in una gerarchia di tipo feudale, che entra prepotentemente in scena il gigante Microsoft, azienda di punta del settore informatico, creata (si dice) da Bill Gates e da Paul Allen, con una capitalizzazione azionaria di quasi mille miliardi, per recare un suo contributo per fronteggiare la crisi da Covid, fornendo strumenti per la ricerca di un lavoro per chi ha avuto difficoltà. Saranno approntati percorsi di apprendimento con corredo di certificazioni e di esami finali cui (pare) si potrà accedere con costi minimi. I software saranno venduti a governi, ad Istituzioni che gravitano intorno al mondo della scuola e del lavoro.
Microsoft aspira così a diventare una scuola globale di addestramento e naturalmente di indottrinamento del pensiero neoliberista e a implementare un’ “istruzione”planetaria in assenza e in sostituzione di una politica pubblica nella scuola e nel lavoro. Software già pronti, virus creato in laboratorio nel 2016 ( non quello attualmente in circolazione), previsioni pandemiche catastrofiche (60 milioni di morti). Non credo che sia azzardata un’ipotesi complottista con un tale ammasso di fatti che appaiono interconnessi. Plausibile pensare male su Big Pharma e sul vaccino obbligatorio difeso con tanto accanimento, come unico rimedio contro il Covid in un manifesto firmato da noti epidemiologi quali George Clooney, Sharon Stone, Bono, Prodi, Lech Walesa, Michael Gorbaciov…
pubblicato anche su L’Interferenza
Non fa una piega. Grazie.