Anguilla è un territorio britannico d’oltremare situato nel Mar dei Caraibi, e composto da un’isola principale e da quattro isole minori. Abitato da circa 14.000 persone, il piccolo arcipelago venne colonizzato dai britannici a partire dal 1650. All’inizio del XIX secolo, Anguilla venne incorporata in un unico territorio sotto la corona britannica insieme a Saint Kitts & Nevis. Nel 1967 e nel 1969, due ribellioni da parte della popolazione locale portarono alla nascita dell’effimera Repubblica di Anguilla, guidata da Ronald Webster. L’indipendenza, però, durò poco, ed i britannici riuscirono presto a ristabilire la propria supremazia. Anguilla venne da allora considerata come una dipendenza separata da Saint Kitts & Nevis, che invece ottennero l’indipendenza nel 1983.
Dalla riforma costituzionale del 2019, Anguilla si è dotata di un vero e proprio primo ministro, mentre in precedenza il leader dell’esecutivo locale era denominato semplicemente capo dei ministri. Il primo a fregiarsi della carica di premier è stato Victor Banks, dell’Anguilla United Front, il partito liberal-conservatore che aveva vinto le elezioni del 2015.
Lo scorso 29 giugno, i cittadini di Anguilla sono stati nuovamente chiamati alle urne per decidere la composizione del nuovo parlamento locale, composto da appena undici seggi. In precedenza, alcuni avevano proposto di rinviare la tornata elettorale a settembre per via della pandemia da nuovo coronavirus, ma, con soli tre casi positivi registrati, tale provvedimento non è mai entrato in vigore.
Il verdetto delle urne ha inflitto una pesante sconfitta proprio a Victor Banks, il cui partito ha ottenuto solamente quattro seggi, due in meno della precedente legislatura, perdendo la maggioranza dell’emiciclo di The Valley, la capitale dell’arcipelago. Inoltre, lo stesso Banks non ha ottenuto la conferma del proprio seggio in parlamento. Al contrario, ad emergere vincitore è stato l’Anguilla Progressive Movement, la forza di centro nata lo scorso anno dalle ceneri dell’Anguilla United Movement, che ha conquistato i rimanenti sette scranni.
Questo risultato ha permesso ad Ellis Webster di conquistare la carica di primo ministro. Il neoeletto Webster ha dichiarato di voler incontrare segretari permanenti nei vari ministeri per scoprire in che condizioni si trova l’isola su diverse questioni. L’assistenza sanitaria, le energie rinnovabili e la pesca sono sono le tre questioni che il premier intende affrontare nel prossimo futuro.
In campagna elettorale, Webster aveva promesso importanti investimenti per migliorare il sistema sanitario dell’arcipelago, rendendolo più accessibile e meno costoso per i cittadini. Il vincitore delle elezioni ha anche affermato di voler attrarre investimenti esteri per sfruttare le energie rinnovabili, come l’eolico ed il solare, che di certo non mancano nella regione caraibica. Infine, Webster ha affermato di voler investire ulteriormente nella pesca, il settore economico più florido per Anguilla, venendo egli stesso da un villaggio di pescatori, Island Harbour.
In ultimo, Ellis Webster ha affrontato anche il tema della riapertura delle frontiere: “Dobbiamo assicurarci di poter far tornare i turisti e che gli anguilliani all’estero possano tornare”, ha dichiarato, ricordando che, insieme alla pesca, proprio il settore turistico rappresenta l’altra colonna portante dell’economia anguillana.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog