di Daryl G. Kimball

Settantacinque anni fa, il 16 luglio, gli Stati Uniti condussero la loro prima esplosione sperimentale di armi nucleari nel deserto del Nuovo Messico. Solo tre settimane dopo bombardieri B-29 dell’aviazione statunitense attuarono attacchi a sorpresa con bombe atomiche sulle città di Hiroshima e Nagasaki, uccidendo almeno 214.000 persone entro la fine del 1945 e ferendo migliaia incalcolabili di altre morte negli anni successivi.

Da allora il mondo ha subito una costosa e mortale corsa alle armi nucleari alimentata da più di 2.056 esplosioni nucleari sperimentali da parte di almeno otto stati, più della metà delle quali (1.030) attuate dagli Stati Uniti.

Oggi, in conseguenza di anni di sostenute pressioni e campagne dei cittadini, della dirigenza del Congress e di svolte scientifiche e diplomatiche, la sperimentazione nucleare è un tabù.

Gli Stati Uniti non conducono esperimenti nucleari dal 1992, quando una maggioranza trasversale congressuale impose una moratoria di nove mesi ai test. Nel 1996 gli Stati Uniti furono i primi a firmare il Trattato Generale su Bando agli Esperimenti (CTBT) che vieta in modo verificabile tutte le esplosioni nucleari di qualsiasi potenza.

Oggi il CTBT ha 184 firmatari e un sostegno quasi universale. Ma non è entrato in vigore formalmente a causa della mancata ratifica del patto da parte di Stati Uniti, Cina e sei altri stati contrari.

Porta semiaperta agli esperimenti

In conseguenza la porta per gli esperimenti nucleari rimane semiaperta e oggi alcuni dirigenti della Casa Bianca e membri del caucus da dottor Stranamore del Senato stanno minacciando di spalancarla.

Secondo un articolo del 22 maggio del The Washington Post alti funzionari della sicurezza hanno discusso, nel corso di una riunione interagenzie del 15 maggio,  l’opzione di un’esplosione nucleare dimostrativa.

Un alto dirigente ha dichiarato al Post che un “test rapido” degli Stati Uniti potrebbe dimostrarsi utile da un punto di vista negoziale mentre l’amministrazione Trump cera di premere su Russia e Cina per coinvolgerle in un dialogo su un nuovo accordo sul controllo delle armi.

A peggiorare le cose, in un voto partitico lo scorso mese, il Comitato del Senato sulle Forze Armate ha approvato una modifica proposta dal senatore Tom Cotton (Repubblicano, Arkansas) di autorizza 10 milioni di dollari specificamente per un esperimento nucleare se così ordinato dal presidente Donald Trump.

Il senatore USA Tom Cotton, a sinistra, in visita nel 2015 al sito dei missili tattici Patriot nella base dell’aviazione di Osan, Corea – Foto William Leisure – Wikimedia Commons

Un simile esperimento potrebbe esse condotto sotterraneamente nel giro di solo pochi mesi presso l’ex sito sperimentale del Nevada, fuori da Las Vegas.

L’idea di un simile esperimento nucleare dimostrativo è più che avventata. In realtà il primo esperimento nucleare statunitense da 28 anni non farebbe nulla per tenere a freno gli arsenali nucleari russi e cinesi o per migliorare il contesto dei negoziati.

Susciterebbe, piuttosto, tensioni e probabilmente innescherebbe un’epidemia di esperimenti nucleari da parte di altri attori nucleari, determinando una corsa globale a tutto campo alle armi da cui tutti uscirebbero perdenti.

Scatenamento di altri paesi dotati di armi nucleari

Altri paesi dotati di armi nucleari, quali Russia, Cina, India, Pakistan e Corea del Nord avrebbero da guadagnare molto più degli Stati Uniti da esperimenti nucleari. Nel corso degli ultimi 25 anni i laboratori statunitensi di armi nucleari hanno speso miliardi per mantenere l’arsenale statunitense senza esperimenti di esplosioni nucleari.

Altre potenze nucleari coglierebbero indubbiamente l’occasione offerta da un’esplosione nucleare statunitense per dedicarsi a molteplici esperimenti esplosivi propri, il che potrebbe aiutarli a perfezionare tipi di testate nuovi e più pericolosi.

Mosse degli Stati Uniti per prepararsi o per riprendere esperimenti nucleari farebbero a pezzi la loro reputazione già lacera di leader della non-proliferazione e renderebbero una presa in giro l’iniziativa del Dipartimento di Stato per un dialogo multilaterale per creare un migliore ambiente di progresso sul disarmo nucleare. Gli Stati Uniti, come stato nucleare canaglia, si unirebbero alla Corea del Nord che è il solo paese ad aver condotto esperimenti nucleari in questo secolo.

Estremo settentrionale dello Yucca Flat presso il sito sperimentale del Nevada dove è stata condotta condotta la maggior parte degli esperimenti nucleari (National Nuclear Security Administration Nevada Site Office – Wikimedia Commons=

Come ha detto il 28 maggio il dottor Lassina Zerbo, segretario dell’Organizzazione del Bando Generale agli Esperimenti: “Iniziative o attività di qualsiasi paese che violino la norma internazionale contro gli esperimenti nucleari, come sostenuta dal CTBT, costituirebbero una grave sfida al regime della non-proliferazione e del disarmo, nonché alla pace e alla sicurezza globali più in generale”.

Discorsi di rinnovare gli esperimenti nucleari statunitensi disonorano le vittime dell’era nucleare. Tra esse vi sono inclusi i morti e i malati direttamente provocati dalla ricaduta radioattiva degli esperimenti condotti negli Stati Uniti, nelle isole del Pacifico, in Australia, Cina, Africa del Nord, Russia e Kazakistan, dove l’Unione Sovietica ha condotto 468 dei suoi 715 esperimenti nucleari.

Tragicamente, i residenti sottovento colpiti dal primo esperimento nucleare statunitense, nome in codice “Trinity”, sono tuttora non inclusi nel programma della Legge USA sul Risarcimento per gli Effetti Radioattivi, che scadrà nel 2022.

Il Congresso deve intervenire per sbattere la porta all’idea di riprendere esperimenti nucleari, specialmente se il suo scopo consiste nel minacciare altri paesi. Mentre il Congresso definisce le proposte annuale di legge sull’autorizzazione alla difesa e sugli stanziamenti energetici, può e deve imporre un divieto di usare fondi per esperimenti nucleari e mettere in atto salvaguardie che prevedano voti di difesa della Camera e del Senato contro qualsiasi proposta di esperimenti nel futuro.

Infine, il Senato può e deve anche riconsiderare e ratificare lo stesso CTBT. Da firmatari, gli Stati Uniti sono legalmente vincolati a rispettare il divieto di esperimenti del CTBT, ma si sono anche negati i benefici che deriveranno dalla ratifica e dall’entrata in vigore del trattato.

Esplosioni sperimentali di armi nucleari sono vestigia pericolose di un’era del passato. Non dobbiamo tornare indietro.

Daryl G. Kimball è direttore esecutivo dell’Associazione per il Controllo delle Armi (ACA) e editore della rivista mensile dell’organizzazione, “Arms Control Today”.

Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Originale: Inter Press Service.

Fonte: https://consortiumnews.com/2020/07/03/nuclear-testing-never-again/

Traduzione di Giuseppe Volpe

Traduzione © 2019 ZNET Italy – Licenza Creative Commons CC BY-NC-SA 3.

Di L.M.

Appassionato sin da giovanissimo di geopolitica, è attivo nei movimenti studenteschi degli anni novanta. Militante del Prc, ha ricoperto cariche amministrative nel comune di Casteldelci e nella C.M. Alta Valmarecchia. Nel 2011 crea il blog Ancora fischia il vento.

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