Sebbene degli uffici diplomatici fossero stati aperti già nel gennaio 1995, fu solamente l’11 luglio dello stesso anno che il presidente Bill Clinton annunciò ufficialmente la regolarizzazione delle relazioni tra gli Stati Uniti d’America e la Repubblica Socialista del Vietnam, vent’anni dopo la fine della sanguinosa guerra vinta dal popolo vietnamita contro gli imperialisti statunitensi ed il governo fantoccio del Vietnam del Sud.

La mossa di Clinton arrivò dopo che il governo vietnamita, sin dalla fine del conflitto, aveva chiesto a Washington la normalizzazione delle relazioni diplomatiche. Tuttavia, nonostante la promessa iniziale di Richard Nixon, i successivi inquilini della Casa Bianca non si impegnarono mai in questo senso, almeno fino al 1995. L’unico segnale concreto positivo venne nel 1977, quando gli Stati Uniti non si opposero all’ingresso del Vietnam nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Nel dicembre del 1978, come se non bastasse, le relazioni tra i due Paesi erano peggiorate in seguito allo scoppio della guerra tra Vietnam e Cambogia, con gli Stati Uniti che segretamente sostenevano il regime di Pol Pot in funzione antisovietica, mentre il governo di Hà Nội restava fortemente legato a Mosca, e contribuì in maniera determinante proprio alla fine del regime di Pol Pot. Per tutto questo periodo, inoltre, gli Stati Uniti continuarono anche ad applicare un duro embargo economico ai danni del Vietnam, voluto dal presidente Gerald Ford, pregiudicando lo sviluppo del Paese asiatico.

Sotto la presidenza Clinton, acquisirono maggiore influenza alcuni politici che avevano combattuto in Vietnam, come John Kerry tra i democratici e John McCain tra i repubblicani. Kerry e McCain portarono alla ribalta la necessità di migliorare i rapporti con il Vietnam per poter indagare sulla presenza di prigionieri di guerra e recuperare informazioni sui dispersi statunitensi nel corso del conflitto. I due senatori incontrarono più volte Clinton per convincerlo ad eliminare l’embargo contro il Vietnam, dimostrando che il Paese socialista aveva già fatto molto per aiutare gli Stati Uniti nel recupero delle spoglie dei caduti in guerra, nonostante le sanzioni economiche. Inoltre, la fine della guerra fredda con la scomparsa dell’Unione Sovietica resero del tutto ingiustificato il permanere dell’embargo contro il Vietnam.

Nel settembre 1990, il ministro degli esteri vietnamita Nguyễn Cơ Thạch incontrò il suo omologo James Baker a New York, segnando il primo incontro ufficiale ad alto livello tra i due governi dalla firma degli accordi di pace di Parigi, nel 1973. Nel luglio del 1991, il Vietnam permise l’apertura di un ufficio ad Hà Nội per l’identificazione dei prigionieri di guerra e dei dispersi in azione, al fine di smentire le accuse statunitensi sull’esistenza di prigionieri di guerra non dichiarati. Nel mese di novembre, la Casa Bianca permise per la prima volta ai turisti statunitensi di recarsi nel Paese asiatico. Nel 1993, in seguito ad un’ulteriore apertura da parte di George H. W. Bush, la Vietnam America Trade and Investment Consulting Co. divenne la prima impresa statunitense ad aprire un ufficio in Vietnam.

Nel gennaio del 1994, il Senato degli Stati Uniti votò una risoluzione per l’eliminazione dell’embargo, proposta congiuntamente da Kerry e McCain, che raggiunse la maggioranza grazie al voto dei repubblicani che appoggiavano McCain. Il 3 febbraio, con una decisione storica, Clinton rese ufficiale la fine del blocco economico e, come abbiamo anticipato, le relazioni tra i due Paesi vennero normalizzate l’11 luglio del 1995. Nel 1997, il parlamentare Pete Peterson divenne il primo ambasciatore degli Stati Uniti ad Hà Nội. Ad oggi, gli Stati Uniti sono presenti in Vietnam con l’ambasciata di Hà Nội ed il consolato di Hồ Chí Minh City, mentre il Vietnam possiede un’ambasciata a Washington e tre consolati, a San Francisco, New York e Houston.

Veterano di guerra ed allora primo ministro del Vietnam, Võ Văn Kiệt accolse la decisione di Clinton di normalizzare le relazioni diplomatiche tra i due Paesi con grande favore. Il capo del governo ha sottolineato in quell’occasione che la decisione di Clinton era in linea con le tendenze internazionali, dando un contributo positivo alla causa della pace, della stabilità e dello sviluppo nel sud-est asiatico, nonché al mondo in generale.

Nel 2000, ancora Bill Clinton divenne il primo presidente degli Stati Uniti a visitare il Vietnam. Da allora, i due Paesi hanno fatto grandi passi nei rapporti economici e commerciali, divenendo partner di primaria importanza in molti settori. Nel novembre del 2003, la fregata missilistica USS Vandegrift entrò simbolicamente nel porto di Hồ Chí Minh City, segnando il primo attracco pacifico di una nave della marina statunitense in Vietnam. Nel giugno del 2005, il primo ministro Phan Văn Khải è divenuto il primo capo del governo della Repubblica Socialista del Vietnam ad entrare alla Casa Bianca, dove ha incontrato George W. Bush.

Durante la presidenza di Barack Obama, gli incontri tra i massimi rappresentanti dei due Paesi si sono volti con maggiore frequenza. Il 25 luglio 2013, il presidente vietnamita Trương Tấn Sang ha incontrato il suo omologo statunitense, ed i due capi di stato hanno stipulato un accordo di partenariato globale tra il Vietnam e gli Stati Uniti. Nel luglio 2015, il segretario generale del Partito Comunista, Nguyễn Phú Trọng (oggi presidente), si è recato in visita alla Casa Bianca, mentre nel maggio del 2016 è stato Obama a visitare il Vietnam, ricevuto dal compianto presidente Trần Đại Quang (in foto): in quell’occasione, Obama ha annunciato la fine dell’embargo sulle armi, l’ultima limitazione ai rapporti tra i due Paesi, ancora in vigore da oltre trent’anni.

Nel novembre del 2017, è stato il nuovo presidente statunitense, Donald Trump, a visitare il Paese asiatico in occasione del vertice della cooperazione economica dell’Asia del Pacifico (APEC), organizzato a Đà Nẵng. Nel febbraio del 2019, come noto, il Vietnam ha ospitato lo storico incontro tra Trump ed il leader nordcoreano Kim Jong-Un.

Alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche, ha fatto seguito anche un crescente rapporto di partenariato commerciale ed economico tra i due Paesi. Nel 1994, alla vigilia della svolta di Clinton, gli scambi tra Vietnam e Stati Uniti erano pari a soli 450 milioni di dollari, mentre oggi la cifra supera i 77 miliardi (dati del 2019). Gli Stati Uniti rappresentano attualmente il primo mercato di sbocco per le merci vietnamite, superando l’Unione Europea e la Cina. Nel settore turistico, sono oltre 400.000 gli statunitensi che visitano il Vietnam ogni anno, mentre migliaia di giovani partecipano agli scambi studenteschi tra i due Paesi.

Se il Vietnam ha permesso agli Stati Uniti di ritrovare ed identificare le spoglie di circa 770 soldati statunitensi risultati dispersi nel corso della guerra, il governo di Washington ha di recente deciso di assumersi le proprie responsabilità per l’utilizzo di armi chimiche illegali nel corso del conflitto, come gli agenti arcobaleno, il più temuto dei quali era l’agente arancio. Gli Stati Uniti si sono infatti impegnati a sostenere il Vietnam nella bonifica delle aree colpite dalle armi chimiche e nell’individuazione ed il disinnesco degli ordigni inesplosi.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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