L’India acquisterà petrolio venezuelano, secondo un accordo di scambio, nel mezzo delle sanzioni statunitensi che hanno creato in Venezuela una crisi delle raffinerie.
La Reliance Industries Limited (RIL), un conglomerato di società indiane con sede a Bombay, ha annunciato che caricherà questa settimana la sua prima spedizione di greggio venezuelano in cambio di una imbarcazione cisterna di diesel in virtù di un accordo di scambio, secondo quanto riportato ieri dall’agenzia Reuters.
La società multinazionale indiana di conglomerati dovrebbe ricevere un carico di 1,9 milioni di barili questa settimana nel principale porto di esportazione petrolifera del Venezuela.
La Reliance ha dichiarato quindi che, in cambio del petrolio venezuelano, consegnerà gasolio alla società statale Petróleos de Venezuela (PDVSA).
Le raffinerie venezuelane hanno difficoltà a raffinare il petrolio e a trasformarlo in carburante a causa dell’embargo che non permette l’acquisto dei pezzi di ricambio per la manutenzione e dei reagenti chimici.
A questo si aggiungono i sabotaggi, proprio pochi giorni fa la raffineria el Cardón nello stato Falcón ha subito un incendio doloso.
La società indiana ha affermato che l’accordo di scambio di combustibile con petrolio con PDVSA continuerà nonostante le sanzioni economiche imposte nel 2019 dagli Stati Uniti contro Caracas per produrre crisi ecomica, affamamento del suo popolo e ridurre le entrate petrolifere al governo del presidente Nicolás Maduro, contro il quale mantiene una dura campagna di pressione mirata al suo rovesciamento.
Il Venezuela ha un accordo simile per il petrolio con la società italiana Eni e la spagnola Repsol, che dovrebbero prendere il greggio venezuelano in cambio del gasolio fornito nell’ambito degli accordi di regolamento del debito.
Da quando Washington ha riconosciuto il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela (gennaio 2019), l’inquilino della Casa Bianca Donald Trump ha imposto sanzioni contro diverse entità legate all’esecutivo del legittimo presidente del paese bolivariano, Nicolás Maduro, e limitato il petrolio venezuelano e il commercio dell’oro, inoltre si è appropriato della società petrolifera statale venezuelana CITGO con sede negli USA e di tutti i suoi beni mobili (conti correnti) ed immobili (3 raffinerie e 5.000 distributori di benzina) per un valore di 20.000 milioni di dollari.
Gli embarghi statunitensi contro Caracas hanno anche influenzato le importazioni di cibo, medicine e attrezzature mediche, mettendo a rischio la vita di migliaia di venezuelani, soprattutto ora, a causa della pandemia globale del nuovo coronavirus. In questo senso, Caracas ha promesso a giugno di intraprendere un’azione legale contro Washington dinanzi al Tribunale penale internazionale (ICC) per le sanzioni imposte alla nazione caraibica.
Rete Solidarietà rivoluzione bolivariana
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