Questo giovedì, in sessione straordinaria del consiglio dei Ministri, è stata approvata la strategia socioeconomica per l’impulso dell’economia e la lotta alla crisi mondiale provocata dalla COVID-19.
Nell’appuntamento, il presidente di Cuba, Miguel Diaz-Canel Bermudez, ha realizzato un importante intervento, che è stato trasmesso nel programma Mensa Redonda.
Trattando il tema della comunicazione, ha detto che “dalla prospettiva dei nemici della Rivoluzione, ogni tema è un settore di fuoco”. “Prendono il tema delle code per il pollo e criticano il livello di vita della popolazione, prendono il tema delle carenze ed attaccano la gestione del Governo”, ha detto il presidente cubano. “In definitiva –ha continuato–, attaccano tutto quello che si fa e promuovono azioni per screditare le autorità”.
In temi di diritto e società –ha aggiunto il mandatario–, non desistono nella ricerca dei punti di fallimento dell’unità nazionale. Per ciò ingrandiscono i possibili dissensi in temi sensibili come il matrimonio ugualitario, il razzismo, la violenza contro la donna o la protezione animale, per menzionare solo alcuni esempi. Invece, anche il Governo cubano lavora in questi debiti di secoli che solo la Rivoluzione nel potere ha affrontato con progresso.
Diaz-Canel ha insistito sull’importanza di comprendere che, quanto più fronti riescono ad aprire e mentre minore sarà la capacità delle nostre istituzioni politiche e sociali per risolvere le questioni in sospeso, i risultati dei nemici storici della Rivoluzione saranno molto maggiori. Non è possibile dimenticare che gli obiettivi principali dietro tutte le campagne che organizzano sono gli stessi: insultare il sistema politico, visualizzare sempre le cose negative e dimostrare che la nostra società vive nel caos.
“C’è molto denaro investito ed anche laboratori ideologici. I nuovi modelli mediatici hanno dimostrato effettività in quanto alle loro capacità per manipolare e disarmare ideologicamente i popoli nella nostra regione e nel mondo”, ha messo in allerta.
Pertanto, urge progettare perfino una strategia di comunicazione che utilizzi molti degli strumenti usati contro di noi, e che possa crearne dei nuovi più vicini alla nostra realtà.
Ad ogni modo, non ci sono dubbi che la maniera più effettiva di comunicare è fare le cose, e farle bene. “Cuba, come pochi paesi con lo stesso sviluppo, ha la possibilità di farlo bene. Esistono le istituzioni e le infrastrutture necessarie per generare questa strategia, ed abbiamo il capitale umano preparato per ottenerla”, ha assicurato il mandatario.
In funzione di quello detto anteriormente, ha insistito sulla necessità di aggiornare i modi di comunicare. “Non possiamo continuare ad essere ancorati alle forme anteriori dell’era digitale e non possiamo burocratizzare i processi ideologici. La comunicazione sociale è arrivata alle istituzioni del paese, ma dobbiamo essere più attivi e capaci di anticipare le manipolazioni mediatiche”, ha detto.
Inoltre, il presidente cubano ha fatto riferimento alle speculazioni che, durante gli ultimi giorni, sono cresciute intorno ad alcuni misure complesse che non beneficiano allo stesso modo tutti i settori. Però, purtroppo, sono necessarie per risolvere i problemi economici della nazione.
“Immediatamente hanno cominciato a seminare dubbi ed alimentare la sfiducia. Il nemico, col suo sistema di mass media ed i suoi mercenari di turno, lavora per seminare disperazione e scoraggiamento. Bisogna vedere come si agitano ed assumono i ruoli di vittime o di pensatori molto preoccupati per il popolo e per i lavoratori, mentre la maggioranza di loro sarebbe incapace del più piccolo sacrificio per la nazione, ed inoltre non parlano mai della vera causa, o la maggiore causa dei nostri problemi, che il bloqueo, che non sono capaci di ripudiare o condannare.
“Tirano fuori dal contesto alcune frasi per ridicolizzare gli sforzi, parlano di apartheid economico… si può parlare di apartheid economico in un paese dove il Governo si preoccupa tutti i giorni per fare arrivare la maggior parte delle cose a tutti, allo stesso modo?”.
da Cubadebate
traduzione di Ida Garberi