Credo che sia molto difficile credere ad un incidente, anche se Mark Esper, capo del Pentagono, categoricamente, ritiene che lo sia (se non altro per contraddire Trump), anche se i social e la stampa mainstream sono in lotta preventiva contro una qualsiasi ipotesi di complotto, sebbene tutti i più importanti accadimenti del secolo siano stati opera di complotti: è l’analisi storica rigorosa che ce lo racconta. Si pensi, solo per riflettere su eventi più vicini ai nostri giorni, alle stragi di Bologna, di Brescia, di Milano, si pensi al Golfo di Tonchino, ai cadaveri manipolati di Bucarest, alle fosse comuni di Gheddafi e di Milosevic, alle armi di distruzione di massa di Saddam, alle armi biologiche e ai prigionieri uccisi a migliaia da Assad…tralasciando, per non allungare il brodo, la destituzione di Lula Da Silva, il colpo di stato in Bolivia, in Honduras…i continui attentati in Costarica…
Credo che sia abbastanza ridicolo pensare che dei fuochi d’artificio, andando a colpire del nitrato di ammonio abbiano creato la tragedia di Beirut, con la complicità di un supposto deposito di armi degli Hezbollah. “Un incidente”, dunque, in un’area, quella vicino e medio orientale, dove gli atti di terrorismo di Al-Qaeda, affiliati et similia, i bombardamenti e i rastrellamenti dell’Occidente e di Israele sono all’ordine dl giorno in Siria, in Yemen, in Iraq, come, del resto, in Palestina, in Afghanistan (dove sono impegnati più di mille militi italiani). Può essere ma non è credibile, soprattutto se si tiene conto degli elementi raccolti da “Simplicissimus”, “I mortaretti di Beirut” 5/8/20.
Nella fotografia n.2 appare un qualcosa che potrebbe essere identificato come missile o come drone. Naturalmente esiste la possibilità di un montaggio fatto ad arte per “inventare” un complotto, per aggiungere in tal modo caos al caos. La fotografia n,1, tuttavia, mediante l’analisi del pixel dell’immagine che è stata prodotta dalla ben nota “Veterana today” evidenzia che non si tratta di un fotomontaggio.
Potrebbe essere una bomba nucleare tattica come risulterebbe dalle parole del governatore di Beirut? “Quello che è successo è molto simile a quello che è avvenuto a Hiroshima e a Nagasaki”.
L’articolo “I mortaretti di Beirut” risponde, sempre come credibile ipotesi, alle gravi preoccupazioni del Governatore. “Abbiamo la firma della radiazione dell’esplosione ricevuta da una fonte in Sicilia ( sede di Radmon.org a Pedara) , in possesso dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica nella quale si mostra l’improvviso aumento di radiazioni nel mediterraneo orientale1).
La subitanea presenza di Macron a Beirut, la proposta di internazionalizzazione del porto, l’offerta di ingenti aiuti da parte dello stesso Macron e da Trump alla popolazione libanese fanno pensare alla volontà imperiale di prendere spazio nella governance immediata se non del Libano, certo di Beirut, depotenziando la presenza nefasta per l’Occidente degli Hezbollah.
La Siria non è stata domata. Neanche l’Iraq, neanche lo Yemen. Il possibile controllo della città e del suo porto costituirebbero un ulteriore balzo in avanti per farla finita con i rivali mediorientali.
I timori dell’Occidente imperiale sono cresciuti enormemente in questi ultimi tempi, non solo a causa della spericolata intraprendenza del Sultano di Istanbul nel Mediterraneo, ma anche e soprattutto per l’abile sagacia diplomatica dei due Paesi che l’Occidente considera non più concorrenti ma irriducibili nemici: la Russia e la Cina.
La Russia che ha già installato due basi militari sulle coste siriane, si è accordata con l’Iran per l’uso dello spazio aereo e dei porti in cambio di missili terra-aria(SS400) che potrebbero risultare molto utili in un eventuale conflitto con lo stato sionista. La Cina, dal canto suo, si è offerta per l’installazione sulle coste libanesi di impianti di gassificazione e di centrali elettriche che richiedono la costruzione di due porti adeguatamente attrezzati ed equipaggiati, porti che darebbero accesso al Mediterraneo all’Impero celeste e alla Via della seta. Non solo. Accordo commerciale-economico di 400 miliardi di dollari (energia, infrastrutture) con l’Iran, che permetterebbe non solo l’accesso ai porti del golfo per le navi da guerra cinesi, ma anche la costruzione all’interno di basi militari 2)che renderebbero l’Iran un Paese difficilmente attaccabile dallo stato sionista.
La strage di Beirut, che solo ipocrisia e dabbenaggine possono far pensare ad un incidente (del resto mai, come in questi molto tristi tempi, il Potere ha saputo far uso così magnificamente di fake news), ha avvicinato di qualche secondo il pianeta al conflitto nucleare mondiale.
Covid e riscaldamento globale occupano la mente di grandi preoccupazioni. Sembra invece che il conflitto tra le grandi potenze, l’aumento “abnorme” delle spese militari, le devastazioni belliche contemporanee che comportano morte, malattie, devastazione mentale, povertà non facciano notizia, siano eventi da raccontare solo, come nel caso della tragedia libanese, sembra che oltrepassino il livello della crudeltà umana.
Si parla di “sorti umane e progressive” Mi viene da pensare al capolavoro di Robert Musil “L’uomo senza qualità”3. Si festeggia il genetliaco di Francesco Giuseppe, l’Impero austro-ungarico. Gli intellettuali modernisti auspicano la fine dei vecchi modi di lotta e brindano ai fasti del nuovo secolo che sarà caratterizzato dal trionfo della scienza e della tecnologia, della solidarietà tra le nazioni, della pace planetaria. E’ l’anno 1914.
NOTE
1) I mortaretti di Beirut” in “Simplicissimus 5/8/20
2) Ziad Abdelsamad in “Il libano nell’occhio…” in Transform!Italia 5/8/20
3) Robert Musil “L’uomo senza qualità” Torino 1972