Un social network è stato citato in tribunale e rischia una pesante sanzione per aver ‘rubato’ i dati biometrici dei propri utenti senza autorizzazione. Tutti starete subito pensando al social cinese TikTok, sotto accusa negli Stati Uniti e vittima di ban da parte del presidente Trump.
Ebbene, la risposta è no.TcsEmotion
Il social incriminato è Instagram, il quale appartiene alla famiglia di Facebook.
Quindi nessun complotto cinese per rubare i dati dei cittadini occidentali, come paventa la narrazione dominante ispirata dalle paranoie dal sapore maccartista provenienti dalla Casa Bianca.
Il quotidiano britannico Daily Mail racconta che una nuova azione legale collettiva ha accusato Facebook di aver raccolto illegalmente dati biometrici sulla sua piattaforma sussidiaria Instagram con uno strumento di tagging delle foto che presumibilmente memorizza i dati di riconoscimento facciale.
Il social è accusato di di raccogliere, archiviare e trarre profitto dai dati biometrici di oltre 100 milioni di utenti di Instagram, a loro insaputa o consenso.
In una dichiarazione rilasciata a DailyMail.com, un portavoce di Facebook ha affermato che le affermazioni sono false e che Instagram non utilizza i servizi di riconoscimento facciale offerti su Facebook.
«Questa causa è priva di fondamento. Instagram non utilizza la tecnologia di riconoscimento facciale», ha dichiarato Stephanie Otway.
La politica sui dati di Instagram afferma: «Se introduciamo la tecnologia di riconoscimento facciale nella tua esperienza Instagram, te lo faremo sapere prima e avrai il controllo sull’utilizzo o meno di questa tecnologia per te».
Il mese scorso, la società proprietaria del social network si è offerta di pagare 650 milioni di dollari per risolvere una causa in cui è stata accusata di aver raccolto illegalmente dati biometrici attraverso uno strumento di tagging delle foto fornito agli utenti di Facebook.
La nuova causa accusa Facebook di raccogliere e archiviare in modo simile le informazioni sul viso degli utenti di Instagram.
Una volta che Facebook acquisisce i dati biometrici protetti dei suoi utenti Instagram, li usa per rafforzare le sue capacità di riconoscimento facciale su tutti i suoi prodotti, inclusa l’applicazione Facebook, e condivide queste informazioni tra varie entità.
L’attività svolta da Facebook avviene senza fornire nessuno degli avvisi o delle divulgazioni richieste dalla legge dell’Illinois, denunciano i i querelanti nella loro denuncia.
Solo all’inizio di quest’anno Facebook ha iniziato a informare gli utenti di Instagram che stava raccogliendo i dati biometrici, secondo la denuncia.
Vale la pena notare che sono proprio gli stessi social network occidentali ad applicare pratiche e strategie illegali volte a ‘rubare’ i dati degli utenti. Facendo emergere così tutta la strumentalità dell’ultima crociata lanciata contro i social cinesi accusati di praticare spionaggio e rubare informazioni agli utenti.
Ancora una volta i fatti mostrano di avere la testa dura e si incaricano di smontare la propaganda imperiale.