Google ha chiuso l’account di alcuni principali media cubani, tra questi il Granma (organo del partito comunista al governo), Mesa Redonda (la principale trasmissione informativa in diretta del portale Cuba Debate), Cubavisión International, Juventud Rebelde.
Tale chiusura ha incluso la scomparsa dei canali YouTube, Google Analytics e Google Play.
È necessario sottolineare che un tale evento si verifica in un momento di altissimo interesse informativo a Cuba poiché nello stesso giorno, in quegli spazi informativi si discuteva della presentazione del vaccino cubano “Soberana 01”, terzo al mondo in ordine temporale dopo quelli russo e cinese e primo del continente americano.
Dal canale in diretta “Mesa Redonda” fanno sapere che solo negli ultimi mesi gli utenti erano raddoppiati, grazie all’alto livello delle informazioni fornite che aggiornavano in diretta sulle misure del governo contro il Covid-19.
Tra gli utenti, una grossa percentuale si collegava dagli Stati Uniti, in particolare dalla Florida.
Il pretesto addotto, è che violerebbero, in base all’embargo, “le leggi sull’esportazione” degli Stati Uniti. Nelle parole degli amministratori di Google, violare queste regole significa che: “una persona scarica software dai nostri server al di fuori degli Stati Uniti. Il trasferimento delle app da Google Play a paesi sottoposti a embargo potrebbe essere vietato. Di conseguenza, Google blocca i download ed i profili in questi paesi.”
Al di là di queste motivazioni, questi eventi si sono verificati lo stesso giorno e per lo stesso motivo contro importanti canali di comunicazione cubani e con contenuti di alto valore politico e sociale che spesso smascherano gli attacchi mediatici contro Cuba.
È pertanto evidente che il blocco nordamericano si estende a tutte le aree, economica, commerciale, finanziaria e naturalmente, al cyberspazio.
Rete solidarietà rivoluzione bolivariana