Le mascherine trasparenti per i docenti sono l’ultima ‘brillante idea’ degli esperti per il rientro a scuola, ma anche questa misura di prevenzione, come tutte le altre, sarà solo un palliativo che non impedirà i focolai di Covid-19
Le stanno pensando tutte. I banchi monoposto innanzitutto. Tutti li aspettano come se fossero la soluzione del problema. Lo scopo è quello di garantire il distanziamento di un metro. Questa misura non eviterà i contatti. La distanza deve essere calcolata tra sedia e banco, e non tra banco e banco, altrimenti il metro sarà solo virtuale. Non solo, ma qualcuno pensa veramente che i ragazzi staranno 5 o 6 ore nella stessa aula evitando i contatti fisici?
Obbligo di mettere le mascherine nei corridoi e durante l’intervallo. Come dovrà comportarsi un docente o un collaboratore Ata se un ragazzo non metterà la mascherina? Farà un richiamo verbale? Farà un rapporto disciplinare? Chiamerà i genitori? Lo denuncerà alle forze dell’ordine?
Se un alunno manifesterà i sintomi influenzali verrà isolato? Si chiameranno i genitori? L’ambulanza? Il medico competente? Come ritornerà a casa? Di chi sarà la responsabilità civile e penale di eventuali contagi?
I ragazzi una volta fuori dalla scuola torneranno ad affollare i bar, i mezzi di trasporto e poi torneranno a casa, da genitori e nonni, chi garantirà loro che non contrarranno il virus? Chi glielo andrà a dire a papà e mamma che il figlio è stato contagiato a scuola?
Ora spuntano le mascherine trasparenti per i docenti. Ci mancavano solo queste per farla completa. Sembrano delle ‘bautte’ di Carnevale, quelle che si usano a Venezia, quelle dei ‘mostri’. Lo scopo è quello di non coprire la bocca per permettere ai non udenti di leggere le labbra. Il fine è meritorio, ma farne un uso generalizzato fa un pò impressione. Ricordano quelle pubblicità che spesso ci sono in Rete e che riguardano la cura dei denti e dell’alitosi.
I contagi non si potranno evitare. Le misure previste sono solo palliativi che non impediranno il propagarsi del Covid-19. Tutti lo sanno o lo pensano, ma non si deve dire. I responsabili al ministero della Salute, di certo, sono consapevoli dei rischi che si stanno correndo. Il rientro a scuola è comunque un azzardo. L’ipotesi migliore è che ci siano pochi focolai. In tempi di guerra si parla di effetti collaterali, la differenza, non irrilevante, è che siamo in tempo di pace. Il profitto, prima di tutto, poi la salute.
I lavoratori della scuola possono solo sperare nella ‘Provvidenza’, ma occorre essere credenti ed avere fede, ma, è quasi certo, che neanche questo eviterà i contagi.