Chi c’è dietro le proteste della polizia di Buenos Aires che da una settimana è in piazza? Decine di poliziotti di Buenos Aires, alcuni di loro incappucciati e con oltre 50 auto della polizia in servizio a sirene spiegate hanno circondato ieri la residenza del presidente della repubblica Fernandez. L’insolito e preoccupante gesto, mai avvenuto in passato fa ritenere che i poliziotti intendano intimidire e lanciare un segnale al presidente poiché, ufficialmente, le proteste in corso da una settimana riguardano un aumento di stipendio e questa decisione spetta al governo provinciale non a quello nazionale.
Le manifestazioni pertanto dovrebbero svolgersi nella città di La Plata e non portando 50 volanti con uomini incappucciati di fronte alla residenza ufficiale del Presidente della Nazione.
Durante l’atto, non autorizzato, alcuni poliziotti hanno iniziato a sventolare bandiere argentine e a filmare la manifestazione con i loro telefoni cellulari, successivamente, altri si sono avvicinati davanti a uno degli ingressi della residenza presidenziale e hanno iniziato a cantare l’inno nazionale, tutte gesta tipiche delle manifestazioni di piazza della destra argentina.
Molti degli ufficiali e dei sottufficiali che, con il volto coperto, hanno parlato ai microfoni dei media presenti hanno affermato di essere andati lì per chiedere migliori condizioni di equipaggiamento e un aumento dei loro stipendi, ma la giustificazione non regge, poiché queste due questioni dipendono dal governo regionale di Buenos Aires e non dal governo nazionale, l’intento quindi sembrerebbe quello di mostrare i muscoli, anche considerando il fatto che nella confinante Bolivia il colpo di Stato contro il presidente socialista Morales è iniziato con l’ammutinamento della polizia, seguito da quello dell’esercito.
Altro aspetto da sottolineare è che i manifestanti, che portano avanti queste rivendicazioni da una settimana, sono stati già ricevuti dalle autorità e sono stati già concessi loro gli aumenti economici richiesti. Nonostante ciò, si sono concentrati sulla strada e sui marciapiedi della residenza presidenziale affermando che non sono soddisfatti poiché esigono che gli aumenti siano concessi immediatamente in busta paga.
Numerosi fantasmi percorrono la protesta della polizia di Buenos Aires.
Si sa che un sottufficiale o un ufficiale, anche se ha un reddito basso, non scende in piazza senza avere appoggi “dall’alto” e su tale approvazione ci sono accuse incrociate.
Il primo a comparire è stato il capo della polizia di Buenos Aires Daniel Alberto “El Fino” García e sono state le sue squadre ad infrangere la disciplina.
In piazza García si è incontrato coi manifestanti dicendo loro: “Sono con voi. Qual è il vostro problema?” Dietro di lui, come guardaspalle, erano presenti un folto gruppo di ex agenti in pensione, agenti esonerati e funzionari venuti da altri comuni per incoraggiavare le proteste, molto in linea con i vertici di Cambiemos, il partito di destra filostatunitense dell’ex presidente Macri.
Non a caso, domenica scorsa Florencia Arietto, ex funzionaria della ministra dell’interno di Macri, la famigerata Patricia Bullrich, ha parlato addirittura che era il momento di una “protesta generale”.
Al momento la situazione dell’ordine pubblico non ha superato il limite di guardia, il servizio nelle strade, seppur diminuito a causa dello sciopero è garantito, non tutti i poliziotti hanno aderito alla manifestazione ed alla astensione dal lavoro.
Secondo una stima ufficiale, questo martedì ci sono state 25 manifestazioni nella Grande Buenos Aires e nell’interno della provincia. Nella maggior parte dei casi non si è trattato di presenze massicce, ma senza dubbio si tratta di una rottura della disciplina e di un dato di fatto significativo che potrebbe essere la miccia di una protesta maggiore giocando sul macontento, sul corporativismo, sulle rivendicazioni economiche e su una forte presenza della destra all’interno delle forze di polizia.
“Gli affaretti”
Da tempo è chiaro che le entrate della polizia si sono deteriorate drasticamente. Erano sempre state inferiori a quelle della Polizia Federale e della Polizia Cittadina, ma gli “affaretti” arrotondavano gli stipendi. La pandemia ha prodotto un cambiamento totale in quella situazione:
- Non ci sono più partite di calcio, il che non riguarda solo gli straordinari, ma anche gli “affari” con gli ultras, coi parcheggiatori abusivi, con le bancarelle di cibo e persino attraverso il chiudere un occhio su diversi reati.
- Il coronavirus ha posto fine ad altre entrate illecite, come la prostituzione o le vendite in strada dei prodotti contraffatti.
- L’attività dei carrozzieri – e quindi dei furti d’auto – è diminuita con il calo della domanda degli autoricambi ed anche il gioco clandestino.
- Essendo ridotto anche il servizio bancario, si sono ridotti gli straordinari ed i viaggi di custodia valori.
- Anche le attività gastronomiche si sono ridotte, e quelle erano un’altra fonte di proventi e anche di cibo. A tutti questi elementi si aggiunge il fatto, come è accaduto con quasi tutti gli eventi, che l’opposizione di destra ed i grandi media allineati si sono lanciati in modo sfrenato per incoraggiare il conflitto e la rottura della disciplina della polizia.
L’obiettivo – come è successo con le espropriazioni delle terre, con il coronavirus e con quasi tutte le questioni – è quello di erodere il consenso verso governatore Kicillof, dello stesso partito del neo presidente Fernandez.
L’obiettivo intermedio dei fedeli di Macri è la caduta del governatore della principale provincia della nazione, ma il vero fine è il governo Fernandez-Kirchner che ha messo in moto delle politiche sociali di aiuto alla popolazione, ha dato rifugio all’ex presidente socialista Evo Morales fuggito dal colpo di Stato in Bolivia contro di lui e si è allontanato dal vassallaggio nei confronti degli Stati Uniti rifiutandosi di partecipare ai piani golpisti messi in atto contro Maduro in Venezuela.
Rete solidarietà rivoluzione bolivariana
https://www.pagina12.com.ar/290912-policias-bonaerenses-protestan-frente-a-la-quinta-de-olivos
https://www.pagina12.com.ar/290811-policia-bonaerense-de-donde-sale-la-protesta