Coloro che seguono in maniera attenta le recenti vicende bielorusse avranno notato ed analizzato da tempo il riemergere, tra le fila dell’opposizione al governo di Aljaksandr Lukašėnka, delle bandiere bianco-rosse, un retaggio del passato che ben aiuta a definire il posizionamento politico dei sostenitori di Svjatlana Cichanoŭskaja, eletta dai media occidentali come leader del fonte antigovernativo.

I colori bianco-rossi in Bielorussia furono utilizzati per la prima volta nel corso del XIII secolo, quando il territorio bielorusso si trovava sotto il controllo del Gran Ducato di Lituania, e successivamente quando il Gran Ducato confluì nella Confederazione polacco-lituana (1569-1795). Tali colori rimandano dunque ad un passato di dominazione straniera da parte di quegli stessi Paesi, la Lituania e la Polonia, che oggi stanno alimentando la destabilizzazione del Paese, nella speranza di poter espandere la propria sovranità sulla regione occidentale di Hrodna.

Bandiera della Repubblica Popolare Bielorussa (1918-1919), del governo filonazista (1943-1944) e della Repubblica di Bielorussia (1991-1995).

Tuttavia, per trovare la bandiera a bande orizzontali bianca-rossa-bianca come la conosciamo oggi si dovette attendere il 1917, quando questa fu ideata verosimilmente da Klawdziy Duzh-Dushewski, prima di essere adottata nel 1918 come simbolo ufficiale della Repubblica Popolare Bielorussa, uno stato nato con il sostegno della Germania in seguito al crollo dell’Impero Russo, del quale la Bielorussia faceva parte, in funzione antibolscevica.

Nel 1919, al termine della prima guerra mondiale ed in seguito alla sconfitta della Germania, la Bielorussia venne annessa da quella che sarebbe diventata l’Unione Sovietica, fino al 1925 come parte della Repubblica Socialista Sovietica Lituano-Bielorussa, e successivamente come Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa. Il governo della precedente Repubblica Popolare Bielorussa fu costretto all’esilio, continuando ad utilizzare la bandiera bianco-rossa, che divenne anche il simbolo della Democrazia Cristiana Bielorussa, un partito conservatore ed antisovietico nato nel 1927. Da notare che il governo in esilio esiste formalmente ancora oggi, e rappresenta il più longevo governo in esilio al mondo.

Bandiera del governo antisovietico in esilio (1919-1925)

Tali colori vennero poi ripresi nel 1941 dall’amministrazione nazista, che aveva occupato il territorio nel corso della seconda guerra mondiale. Il drappo bianco-rosso venne utilizzando anche volontari bielorussi nell’esercito tedesco e nelle Waffen SS, nonché dal governo fascista antisovietico della Bielorussia nel 1943-1944, di fatto un governo fantoccio nelle mani dei nazisti.

Al termine della seconda guerra mondiale, la bandiera bianco-rossa venne utilizzata dai gruppi anti-sovietici e dagli esiliati, ma il suo uso fu molto limitato, in quanto considerata come legata all’occupazione nazista. Dal 1951, invece, la RSS Bielorussa adottò la bandiera rosso-verde ideata da Mikhail Gusyev e molto simile a quella odierna.

Bandiera della Repubblica Socialista Sovietica Bielorussa (1951-1991)

In seguito alla fine dell’URSS, nel 1991, la Bielorussia indipendente adottò in un primo momento la bandiera bianco-rossa, che era riapparsa nel corso degli anni ’80, nuovamente come simbolo nazionalista ed antisovietico. Il 14 maggio 1995, tuttavia, un referendum popolare indotto da Lukašėnka, salito al potere l’anno precedente, permise di riadottare una bandiera rosso-verde quasi identica a quella sovietica, seppur senza il simbolo di falce e martello. La bandiera venne approvata da più del 75% dei votanti. Secondo la versione ufficiale, il rosso della bandiera sta ad indicare il sangue versato dai difensori della Bielorussia, mentre il verde simboleggia le foreste del Paese. Nel 2012, la bandiera è stata leggermente modificata per quanto riguarda il motivo tradizionale situato sulla banda sinistra.

Dal referendum del 1995, la bandiera bianco-rossa è stata utilizzata dall’opposizione al governo di Lukašėnka, ma questa non è ufficialmente ritenuta illegale dal governo di Minsk. Una variante del vessillo utilizzato dall’opposizione presenta anche la Pahonia, lo stemma della Repubblica Popolare Bielorussa, molto simile a quello utilizzato dal Gran Ducato di Lituania nel XVI secolo e dalla Repubblica di Lituania prima dell’annessione da parte dell’URSS.

Bandiera della Repubblica di Bielorussia (1995-2012)

L’opposizione bielorussa, dunque, si presenta oggi sotto l’egida di una bandiera che in passato rappresentò la sottomissione alle potenze straniere, il reazionarismo degli oppositori alla rivoluzione sovietica e, ancor peggio, il collaborazionismo coi nazisti. Con il referendum del 1995, invece, Lukašėnka aveva voluto restituire al Paese un simbolo che ricordasse quello dell’epoca sovietica, riportando “memorie piacevoli” alla mente dei bielorussi, come dichiarò allora lo stesso capo di stato.

Coloro che oggi sostengono a spada tratta l’opposizione bielorussa e la destabilizzazione di quel Paese, altro non fanno che alimentare le mire espansionistiche di Polonia e Lituania ed esponenti politici di dubbio gusto, che hanno ottenuto anche il sostegno dei gruppi neonazisti bielorussi, i quali non si vergognano nell’esporre la bandiera bianco-rossa accanto alla svastica, proprio come avveniva negli anni ’40.

Naturalmente, ciò non significa che tutti coloro che espongono la bandiera bianco-rossa siano dei neonazisti: probabilmente, molti bielorussi neppure conoscono il significato originale di quella bandiera, ma quanto abbiamo esposto la dice lunga su coloro che dirigono il movimento antigovernativo nell’ex repubblica sovietica.

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Giulio Chinappi – World Politics Blog

Di Giulio Chinappi - World Politics Blog

Giulio Chinappi è nato a Gaeta il 22 luglio 1989. Dopo aver conseguito la maturità classica, si è laureato presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università “La Sapienza” di Roma, nell’indirizzo di Scienze dello Sviluppo e della Cooperazione Internazionale, e successivamente in Scienze della Popolazione e dello Sviluppo presso l’Université Libre de Bruxelles. Ha poi conseguito il diploma di insegnante TEFL presso la University of Toronto. Ha svolto numerose attività con diverse ONG in Europa e nel Mondo, occupandosi soprattutto di minori. Ha pubblicato numerosi articoli su diverse testate del web. Nel 2018 ha pubblicato il suo primo libro, “Educazione e socializzzione dei bambini in Vietnam”, Paese nel quale risiede tuttora. Nel suo blog World Politics Blog si occupa di notizie, informazioni e approfondimenti di politica internazionale e geopolitica.

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