Dopo le elezioni legislative dello scorso 30 agosto, sembrava imminente la formazione di un governo di coalizione composto dai partiti che si trovavano precedentemente all’opposizione rispetto al Partito Democratico dei Socialisti del Montenegro (Демократска Партија Социјалиста Црне Горе – ДПС / Demokratska Partija Socijalista Crne Gore – DPS), unica formazione che ha guidato il Montenegro dalla fine della Jugoslavia socialista.
In effetti, subito dopo la pubblicazioen dei risultati, si era svolto un vertice tra i leader delle principali forze di opposizione: Zdravko Krivokapić di Per il Futuro del Montenegro (За будућност Црне Горе / Za budućnost Crne Gore), Aleksa Bečić per La Pace è la Nostra Nazione (Мир је наша нација / Mir je naša nacija), e Dritan Abazović, leader del Movimento Civico Azione di Riforma Unita (Грађански покрет Уједињена реформска акција / Građanski Pokret Ujedinjena reformska akcija), noto anche come piattaforma “in bianco e nero”. I tre hanno in seguito annunciato la volontà di formare un governo di tecnici con la partecipazione dei rappresentanti delle minoranze etniche.
Il 9 settembre, le tre liste della coalizione hanno presentato ai media un accordo ufficiale per la formazione del nuovo esecutivo. I leader hanno concordato la firma di una garanzia che il nuovo governo non avvierà alcuna procedura per cambiare la bandiera nazionale, lo stemma o l’inno, cioè che rispetterà l’attuale Costituzione del Montenegro. I firmatari si sono inoltre impegnati a proseguire la strada dell’integrazione del Paese nell’Unione Europea, affermando di voler attuare tutte le riforme necessarie al raggiungimento di questo obiettivo, e di una politica estera allineata a quella delle potenze occidentali, confermando l’appartenenza del Montenegro alla NATO.
L’accordo è stato aspramente criticato dalla Serbia proprio perché il nascente nuovo governo montenegrino ha dimostrato di non avere nessuna volontà di cambiamento rispetto alle politiche precedentemente portate avanti dai socialdemocratici, in particolare per quanto riguarda il riconoscimento del Kosovo come stato indipendente. Anzi, i firmatari hanno affermato di voler abbandonare ogni iniziativa volta al ritiro del riconoscimento nei confronti del governo kosovaro, che invece avevano sostenuto nel corso della campagna elettorale.
Zdravko Krivokapić, scelto come primo ministro in quanto leader del partito con il maggior numero di seggi tra quelli facenti parte della coalizione, ha specificato che “il Montenegro non cadrà sotto l’influenza della Serbia e della Russia”, confermando la linea euroatlantista in politica estera, anche se ha detto che il nuovo esecutivo tenterà di migliorare le relazioni con Belgrado e Mosca: “Serbia e Montenegro sono i due Paesi più vicini geograficamente, culturalmente e storicamente. Le nostre relazioni devono essere normalizzate e questo è il desiderio della stragrande maggioranza dei cittadini montenegrini”, ha affermato il futuro premier. “La Federazione Russa rappresenta il nostro paese fraterno e un grande amico storico. I montenegrini hanno una grande simpatia per il popolo russo. Siamo tenuti a migliorare le nostre relazioni politiche con la Russia, così come con la Serbia, e ad intensificare e costruire nuovi ponti di cooperazione nella sfera economica e culturale”.
“Tutti i partiti che hanno partecipato alle elezioni si sono impegnati affinché il Montenegro diventi membro dell’UE e non solo la continuazione, ma anche l’intensificazione dell’integrazione europea sarà una priorità del nuovo governo”, ha proseguito Krivokapić, esplicitando la linea di politica estera che verrà perseguita dal nuovo governo di Podgorica. “Siamo tenuti a rispettare tutti i trattati e accordi internazionali che producono effetti giuridici a lungo termine firmati dal precedente governo”.
I principali dubbi sulla formazione del nuovo governo riguardano la posizione del capo di stato, Milo Đukanović: il socialdemocratico resterà alla testa del Paese per altri tre anni, fino alla scadenza del suo mandato, e ciò potrebbe creare un importante scontro istituzionale tra governo e presidenza. “Milo Đukanović ha subito una pesante sconfitta elettorale”, ha detto Krivokapić, “pertanto, se fosse un politico responsabile, si dimetterebbe, indirrebbe elezioni presidenziali anticipate e verificherebbe direttamente la sua credibilità politica”.
Il 23 settembre, tutti i 41 deputati delle tre formazioni che comporranno la nuova maggioranza in parlamento hanno ufficialmente sostenuto Zdravko Krivokapić come nuovo primo ministro designato, oltre a eleggere Aleksa Bečić il nuovo presidente del parlamento del Montenegro. La nascita del nuovo esecutivo dovrebbe diventare effettiva entro fine ottobre.
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Giulio Chinappi – World Politics Blog
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