Marisa Matias

Francesco Cecchini

Traduzione di un articolo pubblicato da Esquerda il 25 settembre 2020.

Il link con l’ articolo originale è il seguente:

https://www.esquerda.net/artigo/pacto-para-migracoes-insiste-no-repatriamento-nao-na-solidariedade/70380

Marisa Matias afferma che il Patto per le Migrazioni e l’ Asilo rafforza la politica attuale dell’Unione Europea, che non tiene conto dei valori europei, ma del ricatto di alcuni Paesi.

“Il patto non fornisce alcuna soluzione per i profughi del campo di Moria o di altri campi in Europa” e non riflette un rafforzamento della “dimensione della solidarietà o del salvataggio”, ha affermato Marisa Matias in dichiarazioni a TVI 24. Come ha sottolineato l’eurodeputata e candidato alla presidenza, l’Unione Europea (UE) ha scelto di “insistere sul rimpatrio e sul pattugliamento alle frontiere, non sulla solidarietà”

Marisa Matias anche sottolinea che i problemi delle persone non si risolvono con questo patto, il meccanismo di richiesta di asilo non è migliorato e rimarrà profondamente ingiusto. Allo stesso tempo, il sistema di quote obbligatorie cessa di esistere, ma resta il compenso finanziario per coloro che accolgono i rifugiati, che ora è quantificato in 10.000 euro per ogni persona accolta.

Per Marisa Matias, questo non è “un incidente che si verifica in uno Stato membro”. Questo è “un problema europeo che può essere risolto solo in questa prospettiva e non come un caso isolato”.

Per Marisa Matias, Moria è la conseguenza  della politica migratoria dell’UE

Alla domanda da parte dei giornalisti se le interessa che paesi come l’Ungheria e la Polonia non siano rafforzati da questo patto, Marisa Matias  afferma che, “senza dubbio, poiché il sistema di Dublino non è stato rivisto, non abbiamo una politica di asilo comune e abbiamo visto tante minacce da questi Paesi, e non solo, ma da quei Paesi in particolare, è evidente che prevale la volontà di questi governi ”.

“Governi che non hanno rispettato la democrazia”, ​​che “hanno violato lo Stato di Diritto in varie disposizioni” e che, “non a caso, non rispettano nemmeno alcuna norma del Diritto Internazionale per quanto riguarda i rifugiati e la loro accoglienza “, ha sottolineato, concludendo che” l’Ue non tiene conto dei valori europei, ma del ricatto da parte di questi Paesi”.

Di Francesco Cecchini

Nato a Roma . Compie studi classici, possiede un diploma tecnico. Frequenta sociologia a Trento ed Urbanistica a Treviso. Non si laurea perché impegnato in militanza politica, prima nel Manifesto e poi in Lotta Continua, fino al suo scioglimento. Nel 1978 abbandona la militanza attva e decide di lavorare e vivere all’estero, ma non cambia le idee. Dal 2012 scrive. La sua esperienza di aver lavorato e vissuto in molti paesi e città del mondo, Aleppo, Baghdad, Lagos, Buenos Aires, Boston, Algeri, Santiago del Cile, Tangeri e Parigi è alla base di un progetto di scrittura. Una trilogia di romanzi ambientati Bombay, Algeri e Lagos. L’ oggetto della trilogia è la violenza, il crimine e la difficoltà di vivere nelle metropoli. Ha pubblicato con Nuova Ipsa il suo primo romanzo, Rosso Bombay. Ha scritto anche una raccolta di racconti, Vivere Altrove, pubblicata da Ventura Edizioni Traduce dalle lingue, spagnolo, francese, inglese e brasiliano che conosce come esercizio di scrittura. Collabora con Ancora Fischia IL Vento. Vive nel Nord Est.

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