Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, pochi giorni fa ha dichiarato che ‘sarà un autunno di resistenza’ ed ancora che saranno mesi da affrontare ‘con il coltello tra i denti’. Il numero dei contagiati continua a crescere. Coloro che in queste settimane hanno minimizzato sulla pericolosità del Covid-19 sono stati smentiti dai fatti ancora una volta.
La situazione peggiora in Europa. In un solo giorno i nuovi casi di Coronavirus sono stati oltre 100 mila. Record in Russia e nei Paesi dell’Est e continuano a crescere in Gran Bretagna, in Francia, in Spagna ed ora anche in Germania ed Italia. Chiudono interi quartieri delle città e tornano le limitazioni alle attività di ristorazione e sportive. I Governi reintroducono l’obbligo delle mascherina all’aperto ed il divieto di assembramenti anche tra conoscenti e parenti. Ma è solo l’inizio.
Il nostro Paese sembrava un’oasi felice, invece non è così. L’epidemia sta riprendendo vigore. Non solo, stavolta i focolai pandemici sono diffusi su tutto il territorio nazionale. Si ha la sensazione che tutte le precauzione prese finora non siano state sufficienti a contenere i contagi. Il ‘liberi tutti’ o quasi attuato durante la stagione estiva ha creato le condizioni per la diffusione del virus.
Senza considerare il fatto che ancora non sappiamo quali saranno gli effetti che causerà il rientro a scuola. I primi dati, al di là delle rassicurazioni della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, non sono confortanti. Non c’è istituto dove non si registra qualche caso di positività. Alcune scuole sono già in Dad. Come era facilmente prevedibile le misure di contenimento stanno limitando i contagi, ma non riescono ad impedirli.
La seconda ondata della pandemia è arrivata in anticipo rispetto alle previsioni degli esperti. Sarà un autunno piuttosto complicato anche perché sarà difficile distinguere i sintomi del Coronavirus con quelli dell’influenza stagionale. Solo i tamponi potranno accertare se la febbre sarà dovuta all’uno o all’altro virus. Gli ospedali e i laboratori di analisi reggeranno una nuova situazione di criticità? E, soprattutto, riusciremo a limitare le terapie intensive ed i decessi? Una risposta certa non può esserci, possiamo solo fare gli scongiuri o pregare, ma soprattutto continuare a adottare tutte le precauzioni che da mesi gli esperti ed i politici, tranne qualcuno, ci spiegano e ci invitato a rispettare.