Sconvolgente è l’abisso che divide, nella capacità di reazione alla pandemia, le ricche potenze imperialiste, dominanti a livello internazionale, dai pochi e isolati paesi che, fra innumerevoli difficoltà, non hanno abbandonato la prospettiva di una transizione al socialismo.
L’ideologia dominante tende a presentare la pandemia come una calamità naturale. Inoltre prova costantemente a colpevolizzare i singoli, come se dipendesse in primo luogo dalle attitudini individuali la diffusione o meno del virus. D’altra parte basta osservare una delle tante cartine della diffusione della pandemia nel mondo, rinvenibili su facebook, per scoprire che si tratta di mera ideologia che non ha praticamente nessuna connessione con la realtà.
Dalle cartine diffuse dai principali quotidiani italiani, sebbene riprendano fonti dei paesi imperialisti, generalmente statunitensi, apprendiamo che il grande paese in cui più si è sviluppata la pandemia è la principale potenza capitalista e imperialista mondiale, ovvero gli Stati Uniti d’America governati da Trump che, con oltre 8 milioni e mezzo di contagiati, è nettamente al primo posto. Nel paese che l’ideologia dominante anche in Italia ha da decenni sempre indicato come paese guida, prima potenza mondiale ecc., vi sono stati quasi uno su cinque dei contagiati a livello internazionale. Al secondo posto troviamo la celebrata più grande “democrazia” del mondo, ovvero l’India guidata da Modi, che ha quasi 8 milioni di casi. Quindi, queste due grandi “democrazie” capitaliste, entrambe dominate da esponenti della destra radicale, totalizzano da sole quasi i due quinti dei casi mondiali di Covid. Naturalmente il numero di contagiati va posto in relazione al numero di abitanti e così scopriamo che la maggiore potenza mondiale, la più antica “democrazia” moderna, pur avendo meno di un quarto degli abitanti di un paese in via di sviluppo come l’India, ha un numero maggiore di contagi. Al terzo posto si piazza un paese anch’esso dominato dall’ultra destra filo-imperialista, ovvero il Brasile di Bolsonaro, la più grande “democrazia” dell’America Latina con quasi cinque milioni e mezzo di contagi. Questi tre paesi da soli hanno totalizzato più della metà dei contagi totali. Al quarto posto troviamo la Russia – nonostante che ormai da quasi trent’anni si è realizzata la transizione da una società socialista a una capitalista – con oltre un milione e mezzo di contagiati. Tallonata dalla patria politica del capitalismo, la seconda potenza della “civilissima” Europa, la Francia che si piazza al quinto posto, pur essendo solo la ventunesima nazione per numero di abitanti. A seguire troviamo “democrazie” capitaliste del cortile di casa degli Stati Uniti d’America, dove sono state sperimentate nel modo più puro le misure neoliberiste, come Argentina, Colombia, Messico, Perù e Cile, insieme a paesi imperialisti europei come la Gran Bretagna, patria del liberalismo, e la Spagna. La Colombia, uno dei paesi più filo imperialisti del mondo, si piazza all’ottavo posto pur essendo solo al ventinovesimo posto per numero di abitanti. Il Perù, uno dei pochi paesi latinoamericani, rimasto estraneo alla svolta a sinistra conosciuta negli ultimi anni da diversi paesi nel continente, e uno dei paesi più filo imperialista dell’America Latina si piazza al decimo posto, pur essendo solo al quarantaquattresimo posto fra i paesi più popolati del mondo. La Gran Bretagna, da sempre nel G7, e fra le più potenti economie imperialiste del mondo è undicesima per numero di contagi, mentre è solo ventiduesima per numero di abitanti. Mentre i due più stretti alleati dell’imperialismo, Arabia Saudita e Israele – i paesi presumibilmente più reazionari del mondo – pur essendo entrambi molto ricchi e poco abitati, si piazzano rispettivamente al ventitreesimo e venticinquesimo posto per numero di contagi pur essendo solo al quarantaduesimo posto e al centunesimo posto fra i paesi più popolati al mondo. Tanto che Israele è stato considerato il paese con il più alto numero di contagiati rispetto al numero di abitanti. Da non trascurare neanche il Belgio, una delle più ricche democrazie imperialiste europee, che si piazza al ventiseiesimo posto per contagiati, pur essendo al settantanovesimo posto fra le nazioni più popolate. Non dissimile è la posizione di un altro baluardo della democrazia europea come i Paesi Bassi, che si piazzano al ventisettesimo posto pur essendo solo il sessantottesimo paese per popolazione a livello mondiale.
Il nostro paese, che secondo il governo e l’ideologia dominante sarebbe divenuto addirittura un faro a livello internazionale nella capacità di gestione della pandemia, si piazza in realtà al quattordicesimo posto a livello internazionale, con oltre mezzo milione di contagiati, pur essendo uno dei paesi democratici imperialisti più industrializzati, tanto da far parte del G7. All’interno del nostro paese, nettamente prima per numero di contagi è la regione più ricca e da anni governata dalla destra radicale neoliberista la Lombardia, con circa centocinquantamila contagi.
Agli antipodi troviamo i paesi guidati da Partiti comunisti impiegati in una complessa fase di transizione al socialismo. In questo caso abbiamo il paese più popolato al mondo, dove per altro è partita la pandemia, la Repubblica Popolare Cinese che si piazza solo cinquantatreesima per numero di contagi, avendone avuti appena 90.000. Dunque, pur avendo quasi cinque volte il numero di abitanti della principale potenza imperialista, il più grande paese in transizione al socialismo ha un numero di contagi quasi cento volte inferiore. Anche nel numero dei decessi gli Stati Uniti, con oltre 230.000, raggiungono dei livelli incomparabili con le 4.500 vittime cinesi, oltre cinquanta volte di meno. La Repubblica Popolare Cinese conta un numero di morti di nove volte inferiore rispetto alla molto più piccola Italia. Anche l’attuale incremento dei contagi appare incomparabile, con gli Stati Uniti sopra gli 80.000 al giorno, l’Italia a quasi 20.000, la Cina a 28. Anzi il paese più grande del mondo e, fino a qualche decennio fa, tra i più poveri, la nazione che da più tempo deve fare i conti con la pandemia ha un numero di contagi decisamente inferiore a quello della Lombardia, una delle regione capitaliste più ricche del mondo. La Cina ha meno di un terzo del numero dei contagi d’Israele – un paese poco più grande del Lazio – o del Belgio. Ha meno di un quinto dei contagi dell’Italia, che dovrebbe essere un faro da molti imitato nella gestione della pandemia, nonostante abbia una popolazione più di venti volte superiore. Per altro, mentre la Repubblica popolare cinese, con un’economia pianificata, rimarrà uno dei pochi paesi a crescere dal punto di vista economico, per l’Italia, paese a capitalismo avanzato, si prevede un nuovo clamoroso tracollo economico. La Cina ha molti meno contagi dei paesi filo-imperialsti e reazionari molto piccoli e molto poco abitati come il Qatar, gli Emirati Arabi, l’Oman, il Kuwait e la stessa Svizzera.
Mentre la Cuba socialista, da sempre sotto l’embargo economico da parte degli Stati Uniti d’America, si piazza al centodiciottesimo posto per numero di contagi, con poco più di seimila casi, sebbene sia l’ottantunesimo paese più abitato del mondo. Un numero di contagi minore di una delle più piccole regioni italiane, ovvero l’Umbria. Un numero di contagi quasi venti volte inferiore a quello della ricchissima Lombardia, da secoli al centro dei commerci internazionali. Anche la cifra, ancora più indicativa, dei decessi dimostra l’abisso che separa un paese socialista in via di sviluppo, e da sempre sotto assedio, come Cuba dalle massime potenze imperialiste. A Cuba ci sono stati 128 decessi, contro gli oltre 230.000 degli Stati Uniti e gli oltre 37.000 dell’Italia, ossia quasi duemila volte meno degli Usa e quasi trecento volte meno dei decessi nel nostro paese. Per altro, oggi in un solo giorno in Italia si contano 128 morti, ovvero lo stesso numero dei morti complessivi provocati a Cuba dalla pandemia. Anche il tasso di nuovi casi è incomparabile, oggi 28 ottobre abbiamo 55 nuovi casi a Cuba, contro i 21.263 in Italia e gli oltre ottantamila degli Stati Uniti.
Al centocinquantasettesimo posto si piazza un altro paese impegnato in una difficile transizione al socialismo, in un mondo dominato dalle potenze imperialiste, il Vietnam che, pur essendo un paese in via di sviluppo, con un ampissimo confine con la Cina, in cui si è sviluppata la pandemia, ha avuto poco più di mille e cento contagi, nonostante sia uno dei paesi con la più alta densità abitativa del mondo e il quindicesimo paese per numero di abitanti a livello mondiale. Dunque, pur essendo più popolato e densamente abitato dell’Italia, il Vietnam ha meno contagi della regione italiana con il minor numero di contagiati, il piccolo e piuttosto isolato Molise. Il Vietnam ha meno di un terzo dei contagi della minuscola Andorra. Anche il numero di morti di un paese come il Vietnam, che ha subito una delle più terrificanti aggressioni imperialistiche, è del tutto incomparabile, appena 35, ovvero meno di cento volte il numero dei decessi in Italia, che solo oggi, il 25 ottobre, sono ben 128, ovvero oltre tre volte in un solo giorno il numero dei decessi complessivi del Vietnam. Anche il numero dei nuovi contagi, 12, è di dieci volte inferiore alla più popolosa e ricca Italia. Un numero oltre seimilacinquecento volte inferiore dei morti rispetto agli Stati Uniti d’America.
Infine, il socialista Laos è il quintultimo paese del mondo per numero di contagi, appena 24, superato solo da isolette dell’Oceania sperdute nell’oceano Pacifico. Nel Laos non è morto nessuno e anche oggi non ci sono nuovi contagi. Numeri incomparabilmente inferiori a quelli di piccoli paesi capitalisti enormemente più ricchi, come Israele, Belgio e Olanda.
Persino un paese antimperialista come il Venezuela, nonostante sia da tempo letteralmente sotto assedio da parte della massima potenza mondiale, riesce a piazzarsi al cinquantaquattresimo posto per numero di contagi, staccando di gran lunga i paesi latino americani filoimperialisti: oltre cinquanta volte meno del Brasile al terzo posto, oltre dieci volte meno della Colombia all’ottavo posto, nove volte meno del Perù al decimo posto, quasi sei volte meno dell’Italia, oltre dodici volte meno della Francia ecc..
Anche la tanto denigrata Bielorussia, per la presunta mala gestione della pandemia, si colloca al cinquantesimo posto per numero di contagi, ovvero un numero minore rispetto a paesi come la Svizzera, Israele, il Costa Rica, l’Oman, il Kuwait, Panama e il Qatar, nazioni filo imperialiste e con un numero sensibilmente inferiore di abitanti. Anche il numero di deceduti, 953, è limitato, essendo due volte e mezza inferiore a quello di Israele e meno della metà del numero di morti in Svizzera.
30/10/2020 | Copyleft © Tutto il materiale è liberamente riproducibile ed è richiesta soltanto la menzione della fonte.